mercoledì 25 luglio 2018

Gli «anti-sette» tentano un’improbabile ritirata strategica?

Osservando le reazioni degli «anti-sette» e i comportamenti che adottano in conseguenza del lavoro che svolgiamo con questo blog, ci rendiamo conto di quanto sia efficace la nostra opera di smascheramento e di quanto sia indispensabile riaffermare costantemente i principi fissati dai diritti umani fondamentali come la libertà di pensiero e di espressione e di religione, coltivati nel solco della legalità e del rispetto.

Un’opera efficace, a nostro avviso, poiché questo blog e le sue attività correlate sono diventate qualcosa che gli «anti-sette» possono solo tentare - senza riuscirvi - di passare sotto silenzio o possono caso mai fingere di ignorare; in realtà, costoro sono in grande apprensione e tensione a causa di questo blog, poiché se molto sinora vi è stato da dire e da portare alla luce, molto ancora resta da trattare per completare il quadro e per ripristinare un po’ di giustizia per lo meno sul piano intellettuale. Chissà che poi, un domani, i comportamenti illeciti degli «anti-sette» non vengano anche sanzionati in sede giudiziaria.

Già da qualche mese abbiamo captato degli indizi di un possibile cambio di direzione da parte del fronte militante di coloro che contrastano i «nuovi movimenti religiosi». Ma una decina di giorni fa ne abbiamo raccolto un segnale forte e chiaro, proprio nell’articolo di «Famiglia Cristiana» di cui abbiamo discusso qui (e sul quale il nostro Mario Casini ha cercato di lasciare un commento, venendo ovviamente censurato dall’attento controllo di regime):


Quell’articolo non solo era discutibile perché gratuitamente allarmistico e per l’indebita concessione di visibilità ad una figura controversa come don Aldo Buonaiuto. C’è un’altra ragione.

Sembra infatti essere altresì il segnale di una sorta di «ritirata strategica»: a quanto pare Buonaiuto, il prete inquisitore, si sta scontrando con la potenza dei diritti costituzionalmente garantiti e dell’aumento dei consensi in favore di coloro che egli prende di mira.

Forse anche a causa dei guai cui deve far fronte in casa propria con la Chiesa Cattolica spesso sotto accusa a vario titolo, don Aldo fatica sempre più ad ammantare di una qualche accettabilità le sue tirate polemiche contro movimenti che ormai spopolano, si allargano in continuazione ed hanno una presenza sociale sempre più vasta. Sono invece sempre meno le persone che gradiscono una concezione della società da «secoli bui» in cui occorre fare attenzione a come ci si veste, a quale musica si ascolta o quale mantra si recita (e a chi origlia).

Ecco allora una strana, insolita «precisazione» fatta da Buonaiuto al decadente rotocalco dell’editrice San Paolo:


Davvero? Eppure Buonaiuto e i suoi colleghi del GRIS, del CeSAP e di AIVS hanno sempre parlato di «psicosette» e di «movimenti del potenziale umano» riferendosi spesso esplicitamente a gruppi come la Soka Gakkai, Scientology, Arkeon, Hare Krishna e simili. È sufficiente una banale e rapida ricerca online per trovarne decine di conferme.

E invece lunedì 16 luglio scorso troviamo don Aldo a TV 2000 a parlare di «maghi e cartomanti» assieme a un loro detrattore consolidato, Giovanni Panunzio (di quest’ultimo non ci siamo realmente occupati sinora, ci siamo limitati a menzionarlo sul fondo della nostra pagina riepilogativa, ma forse sarà utile prenderlo in maggiore considerazione).

Si direbbe proprio che il prete «anti-sette» stia facendo una decisa retromarcia e torni ad attaccare le forme di devianza del «satanismo» e il business della cartomanzia, che egli forse considera meno pericolosi e più attaccabili rispetto a quelle che lui bolla come «sette» e che invece raccolgono sempre più sostenitori e difensori.

Una retromarcia che, da un lato, dà atto ai paladini dei diritti civili (fra i quali ci collochiamo) che sta venendo fatto un ottimo lavoro in tal senso. Ma da un altro lato, ci dice di un subdolo tentativo di riguadagnare credibilità per poi tornare, in un secondo momento, a colpire.

Certo, alla nostra tesi si potrebbe obiettare che si tratta di conclusioni tratte sulla base di prove indiziarie; sarebbe un’accusa tutto sommato ragionevole. Ma non vi è d’altro canto alcuna ragione evidente per non sostenere il nostro parere o per negarne la fondatezza.

Il fatto concreto è che figure ormai screditate come Buonaiuto e Panunzio hanno perso la faccia con le loro battaglie anti-spirituali; per questo ora ripiegano su «satanisti acidi» e «cartomanti». Forse sono convinti di avere, con presunti maghi e delinquenti conclamati, migliori chance di incrementare la loro dimidiata popolarità.

Siccome ci occupiamo di confessioni religiose e movimenti spirituali, non dovremmo curarci affatto del loro prendere di mira quell’altro genere di fenomeni che il più delle volte non ha nulla a che fare con la preghiera, con l’adorazione o con la metafisica. E invece vogliamo espressamente accendere i riflettori su questa virata tattica del prete inquisitore.

Sì, perché il meccanismo è lo stesso e possiamo solo aspettarci altri soprusi come quello commesso ai danni degli inesistenti «Angeli di Sodoma», specialmente quando Buonaiuto parla di «satanismo» facendo di tutta l’erba un fascio; basti ricordare, a tal proposito, un altro caso come quello di Marco Dimitri e dei «Bambini di Satana», una castroneria (per essere eufemistici) di matrice cattolico-estremista (leggasi GRIS) che è costato ala collettività centomila euro di risarcimento per ingiusta detenzione e altre somme a cinque zeri per le spese processuali.

L’operato degli «anti-sette» finisce infatti per essere nocivo nei confronti della collettività: si comincia istigando un’intolleranza che poi può venire propagata ed estesa contro chiunque è anticonformista, «diverso» o comunque a loro inviso.

In altri tempi chi conduceva una simile propaganda avrebbe impalato gli omosessuali e bruciato gli erboristi sullo stesso rogo che fu poi teatro di tragedie ai danni di ebrei e zingari.

Pertanto, non mancheremo di tenere sotto osservazione questa sfaccettatura del controverso e contraddittorio panorama «anti-sette».

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