Senza entrare nel merito del delicato e inquietante argomento su cui si è soffermato il talk-show, non abbiamo potuto fare a meno di osservare come gli «anti-sette» alla TV di stato non si siano fatti sfuggire l’ennesima occasione di perpetrare la loro manipolazione mentale ai danni dei telespettatori.
I valori morali di una società, di cui don Buonaiuto lamenta il crollo mentre discetta di bullismo, possono essere promossi, sorretti e difesi laicamente dalla scuola, dalle istituzioni e, come dice lo stesso Buonaiuto, da tutti gli adulti, dai media, dalla cinematografia, ecc.
Un tempo, i depositari e principali custodi dei valori morali della società erano proprio i leader spirituali e (specialmente nel nostro paese) i religiosi a partire dai parroci di paese e delle congregazioni di quartiere; una categoria che il sacerdote don Aldo Buonaiuto dimentica nell’elenco dei responsabili di un sisma valoriale tanto serio.
Non troppi decenni fa, nell’italietta di Don Camillo e Peppone, quando si aveva un problema in famiglia o un qualche dilemma morale, si andava dal prete.
A poco a poco questo presidio morale si è sfaldato, sgretolato, di pari passo con la crisi vocazionale e con l’aumento dei problemi sociali e del dissesto morale.
Non abbiamo la pretesa, in questo breve scritto, di indicare quale sia la causa di tutto ciò e neppure di spingerci in indagini che sarebbero eccessivamente superficiali.
Non intendiamo nemmeno sostenere che le colpe siano tutte da addossare alle religioni tradizionali, ad esempio alle storie di pedofilia e agli episodi di malcostume che hanno visto protagonisti troppi sacerdoti (non solo cattolici); non crediamo siano queste le cause di tale crollo di valori, anche se certamente sono concause e di sicuro contribuiscono alla sfiducia crescente nei confronti delle religioni tradizionali. Non si dimentichi che lo stesso Buonaiuto è stato indagato per pedofilia e in seguito scagionato (i fatti risalgono al 2003-2004).
Osiamo invece affermare che una causa ben più diretta della sfiducia generalizzata verso la spiritualità e, quindi, verso i valori morali, è proprio il comportamento profondamente discutibile e tristemente ambiguo di figure come il prete inquisitore don Buonaiuto; personaggi che da anni seminano allarmismo infondato nei confronti di tutte le esperienze religiose, spirituali, esoteriche e alternative che arbitrariamente non vanno loro a genio.
E in questa campagna antireligiosa, che è una campagna contro i valori morali che le religioni (anche quelle non cattoliche) sostengono, è complice proprio la TV di stato che, anziché favorire la tenuta morale della società con un servizio pubblico educativo laico, amplifica le notizie fuorvianti di Buonaiuto e degli «anti-sette», e lo fa col danaro dei contribuenti.
Abbiamo ampiamente documentato come le notizie fasulle diffuse da Buonaiuto e dai suoi colleghi «anti-sette» abbiano dato vita in più occasioni a persecuzioni mediatiche e giudiziarie che hanno distrutto vite umane e famiglie. Loro, però, non paghi di avvelenare l’opinione pubblica con odio e intolleranza, continuano imperterriti.
Si lamentano del bullismo come se fosse causato dai valori dei gruppi religiosi che Buonaiuto detesta, come se un adolescente figlio di Testimoni di Geova, di Buddisti Soka Gakkai o di Pentecostali Sabaoth apprendesse in famiglia disvalori tali da condurlo a compiere atti di prevaricazione di quel genere: una stupidaggine lapalissiana. Semmai, in questi gruppi religiosi troverebbe esempi ben più ammirevoli di certi religiosi (di nome e non di fatto) che ammorbano le cronache; di certo verrebbe educato a valori morali ormai non più dispensati in oratori deserti.
Quell’adolescente viene semmai sconvolto e scombussolato proprio guardando trasmissioni come «Storie italiane» in cui un prete in abito talare, portato in auge da un servizio di Stato e sostenuto dalla storia strappalacrime di una nota soubrette come Michelle Hunziker, tuona contro i suoi genitori perché fanno parte di una «setta distruttiva» che gli fa il «lavaggio del cervello».
Peggio ancora, se quella trasmissione la vedono i suoi nonni (abituati a considerare un prete una fonte autorevole, a maggior ragione se parla in RAI), figurarsi se non si allarmano e se non gli comunicano la loro preoccupazione, magari deplorando la nuora per aver «traviato» il figlio che loro avevano cresciuto cattolico.
Ecco come dei valori fondanti della nostra società (unità familiare, amore e il rispetto tra figli e genitori, ecc.) vengono sistematicamente sabotati dagli «anti-sette» e dai media.
Dai problemi familiari sofferti da quell’adolescente, ai problemi a scuola e nella società, e quindi al bullismo, il passo non è poi così lungo.
Altro che parlare di crollo dei valori morali e indicarne i presunti responsabili! Se Buonaiuto volesse davvero prodigarsi per contribuire all’arresto di tale circolo vizioso, dovrebbe riscoprire i principi cristiani e la missione sacerdotale che gli competono e tornare a dedicarvisi; dovrebbe lasciar perdere le campagne mediatiche «anti-sette» e la TV.
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