giovedì 26 aprile 2018

Contributo esterno - demolizione definitiva della controversa teoria del «lavaggio del cervello» (parte 2)

Pubblichiamo molto volentieri la seconda parte dello «speciale» sulla controversa teoria del «lavaggio del cervello».




di Epaminonda


IL PLAGIO DEGLI ANTI-SETTE ITALIANI
E LA “BUFALOSOFIA”


Credo di aver finalmente identificato il profilo tipico di un “esperto” anti-sette nostrano.

È venuta in mio soccorso una ricerca condotta dall’American Psychological Association pubblicata nel 1987 e da allora mai smentita ufficialmente. Una ricerca di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo ma che sostanzialmente stabiliva in modo conclusivo che la tesi del “lavaggio del cervello” (alias “plagio” o “manipolazione mentale”), quando applicata al mondo dei movimenti religiosi, non ha nessun fondamento scientifico.

Assodato questo fatto importante, prendiamo atto che l’APA, nemica storica di qualsiasi movimento religioso sin dai tempi di Nixon e oltre, esclude qualsiasi possibilità che i nuovi movimenti religiosi possano credibilmente essere coinvolti in attività di condizionamento mentale, di persuasione occulta e in generale di “plagio”. L’APA tuttavia non esclude che altri potrebbero dedicarsi a simili attività e, leggendo Massimo Introvigne (co-fondatore e tuttora direttore del CESNUR, Centro Studi sulle Nuove Religioni), uno dei principali esperti di nuovi movimenti religiosi su scala internazionale, scopriamo innanzi tutto che il mondo degli anti-sette è saturo di lotte intestine oltre che di pregiudizi:

“Gli studiosi e i movimenti anti-sette si trovano spesso in disaccordo , e le ‘guerre delle sette’ americane degli anni 1970 e 1980 non sono sempre state cortesi. Sembrano, tuttavia, un gioco da ragazzi quando le si paragona alle nuove ‘guerre delle sette’ europee, dove alcuni governi sono direttamente implicati”. (citazione tratta da questa pagina del sito CESNUR)

Scopriamo così che non solo essi sono in guerra gli uni con gli altri anche per le questioni più banali, ma si accusano vicendevolmente di plagio e di sparare bufale. Comprendiamo quindi che, probabilmente, senza dover nemmeno smentire il tanto discusso rapporto dell’APA, gli unici che sono veramente colpevoli di “plagio” sono proprio loro: gli anti-sette. Basta prendere una selezione delle invettive che si lanciano vicendevolmente su uno dei forum che frequento più volentieri.

Prendiamo l’esempio di un violento scontro che è durato per alcuni diversi giorni.

Il discorso è stato avviato da Pier Paolo Caselli, un perdente conclamato che non ha argomenti propri e che perciò apre con una frase scontata:


Notate l’uso della parola “bufala” che è un marchio distintivo di questo tipo di personaggi che sparano (loro sì) bufale dalla mattina alla sera, nel disperato e vano tentativo di attirare l’attenzione di qualcuno che conti.

Caselli si riferisce a un articolo pubblicato da un altro perdente costituzionale: Luigi Corvaglia, presidente del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) e membro del Consiglio Direttivo e del Comitato Scientifico della FECRIS (Federazione Europea dei Centri di Ricerca e di Informazione sul Settarismo), vale a dire gli “ispettori Clouseau” del mondo anti-sette francese.

Nell’articolo di Corvaglia si cerca pateticamente di screditare il rapporto dell’APA usando gli stessi argomenti che hanno fallito negli ultimi 20 anni. E qui ci viene in mente la celebre frase di Albert Einstein: “Follia è fare la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”.

Ma Corvaglia viene immediatamente smentito dai suoi stessi “colleghi” con uno scambio di stilettate verbali degne della cavalleria rusticana. Vediamo una selezione dei commenti in questo comico siparietto.

Un utente abituale di quel forum, Leonardo Serni, replica a Caselli mettendo in dubbio l’onestà dell’articolo di Corvaglia:
“Mi interessa - ed è pure on topic - sapere cos'hai fatto quando hai letto un articolo dove sostanzialmente uno stimato professionista A dice che un altro stimato professionista B ha mentito sapendo di mentire.”
Caselli replica con la sua classica sobrietà: 
“Leonardo, oramai 'sti giochetti hanno stancato. Sono 10 anni che te li vedo fare. Hai più anni di Noè e stai ancora a cercare di fare il giocoliere con 'ste minchiate?”
E poi cerca di sostenere l’impossibile:
“Sei in grado di dimostrare che L'APA, come afferma la Di Marzio, ‘ha chiaramente detto che non c'è nessuna forma di manipolazione mentale che si possa applicare ai gruppi religiosi che si possa definire tale...’, oppure no? Se riesci a confermare quello che dice la Di Marzio e trovare dunque un riferimento dove L'APA prende posizione in merito in modo chiaro ed univoco, sono qua. Postalo e smentiscimi e smentisci pure il Dr. Corvaglia. Altrimenti lascia perdere. A questi giochetti da bimbi dell'asilo non ci gioco più. E sarebbe ora non ci giocassi nemmeno tu. Ma ognuno evidentemente si diverte con quello che è più attinente al suo modo d'essere.”
In buona sostanza ha dato a Serni del buffone, ma l’ilarità di Caselli ha breve durata, perché Serni replica facilmente:
“Certo che sì. Ma tu sei disposto a stare a sentire, o in questo istante sei già a imbracciare il Kalashnikov gridando ‘Non mi avrete vivo!’?” 
e poi prosegue semplicemente rimandando il Caselli al memorandum ufficiale dell’APA che è stato anche pubblicato come parte degli atti giudiziari della Corte Suprema della California (che sarebbe l’equivalente della nostra Corte di Cassazione).

Quindi il buffone rimane Caselli, che però nella sua incurabile miopia continua ostinato:
“Ma quella non è la presa di posizione dell'APA. Si dice semplicemente che nel 1987 la manipolazione mentale non era riconosciuta dalla comunità scientifica. La comunità scientifica non è l'APA.”
Da questa perla di saggezza scopriamo che l’APA non fa parte della comunità scientifica, di conseguenza anche gli psicologi italiani, che di certo non hanno crediti maggiori rispetto ai loro colleghi statunitensi, sono estranei alla comunità scientifica. Quindi Caselli ci conferma che Lorita Tinelli non ha nulla a che vedere con la scienza (e su questo potremmo anche essere d’accordo, visti anche gli ultimi exploit della Tinelli).

La sortita di Caselli ha un esito ancora più catastrofico della prima, infatti Serni replica:
“Non molto tempo fa, avevo fatto questo esempio di giochetto con le parole.         Tizio chiede: "E' giusto, arrestare i fornai assassini?"         Caio risponde "Senz'altro: gli assassini devono stare in galera."         Tizio conclude: "Bene! In galera tutti i fornai!" Il giochetto è semplicissimo, davvero da bambini dell'asilo: si parte dal dire una cosa, e a mezzo del discorso si scambia con una molto simile, ma diversa. (Lo descrive Schopenhauer ne "L'Arte di Ottenere Ragione"). Eppure, nell'aprile duemila e diciotto, siamo ancora a vedere questi giochini. Il testo quotato e accusato di "falso", e bufalismo più o meno secolare, dice: "L'APA ha chiaramente detto che non c'è nessuna forma di manipolazione mentale applicata ai gruppi religiosi...”
E con questo Caselli è stato trasferito all’asilo, dove trova una sua collocazione logica.

Ma Serni non si ferma e ribadisce:
“L'APA, dice il testo sbufalato, avrebbe rifiutato la ‘manipolazione mentale in ambito religioso’. Che non è il ‘lavaggio del cervello’; ma è il ‘lavaggio del cervello da parte di gruppi religiosi’. L'indagine su questa bufala così conclude: ‘Il rappresentante mi ha detto esplicitamente e ufficialmente che l’APA non ha alcuna posizione sulla riforma del pensiero, sulla persuasione coercitiva o sul lavaggio del cervello”. Hai visto il croupier intascare l'asso, Kumbaz? Hai notato, come sia scomparsa la clausola ‘...in ambito religioso’?” 
e prosegue con una tirata in cui cerca di far capire a Caselli che sta facendo una magra figura.

Alla fine Caselli la capisce e capitola: 
“Nel tuo ultimo post mi hai dimostrato che l'APA si è espressa in merito e ne prendo atto. Mi hai fatto fare una figura barbina e me la prendo tutta. Chiedo scusa e cercherò di imparare la lezione. Quando sbaglio lo ammetto ed anzi ti ringrazio d'avermelo fatto notare”.
Ma ormai il coniglio è uscito dal capello ed entra in gioco Alessia Guidi che, con la spietatezza di un cecchino, spara a zero su tutto e su tutti:
“E direi che Corvaglia, per cui nutro una certa stima... (stima che non è infinita e il cui limite coincide con la quantità di cavolate che riuscirà a scrivere su certi argomenti in un certo lasso di tempo, e che andranno a contribuire a ‘manipolare mentalmente’ i suoi seguaci, cioè far loro credere l'impossibile, tipo che esisterebbe una ‘bufala del secolo’, vedi titolo scelto da caselli).”
Notate che il cognome di Caselli è in minuscolo giusto per dare la corretta prospettiva sul personaggio, dopo di che appare evidente che la Guidi è convinta che Corvaglia sia impegnato in attività di controllo mentale sui suoi seguaci (vedi Caselli) a cui fa credere l’impossibile sparando una grande quantità di cavolate (leggi: bufale).

Quindi rimanda a un articolo di Raffaella di Marzio dove si parla della ricerca dell’APA in seguito confermata da una nuova risoluzione dell’APA. E cita la seguente frase del 1991: 
“"…non c’è consenso sul fatto che vi siano sufficienti ricerche in ambito psicologico che pongano sullo stesso piano, dal punto di vista scientifico, la persuasione indebita non fisica (denominata anche «persuasione coercitiva», «controllo mentale», o «lavaggio del cervello») con le tecniche di influenza che sono normalmente praticate da uno o più gruppi religiosi (APA, 1991)".http://dimarzio.info/it/glossario/word/word/19.html
Però Alessia Guidi non si ferma qui e continua ad affondare la lama nel costato del povero Caselli ormai messo in croce:
“La ‘manipolazione mentale’ non è una ‘tecnica sofisticata’ - a detta di alcuni addirittura invincibile - messa in atto dalle ‘sette’. In fondo ‘manipolazione mentale’ corrisponde solo e semplicemente a raccontare mezze verità o palesi bugie, a dare un quadro incompleto e distorto della realtà.”
E abbiamo finalmente un’immagine onesta del gioco degli anti-sette: mezze verità oppure palesi bugie, quadri incompleti e distorti della realtà.

Ma la Guidi si getta anche sul prolifero mondo delle fake news:
“Ci sono persone che credono ciecamente a tutto ciò che proviene dalla fonte X (e ne abbiamo avuto un esempio proprio qui, con il titolo "la bufala del secolo"), mentre non prendono nemmeno in considerazione ciò che proviene dalla fonte Y. Non si ricercano e controllano le fonti, non si fa quel lavoro personale di studio, di ricerca, di riflessione che rende possibile la creazione di un giudizio informato. Ci si limita a basarsi acriticamente su quanto dice la fonte che per un qualche motivo (quasi sempre emotivo, raramente razionale) si ritiene essere autorevole. X è "più simpatico" di Y, X dice cose che condivido (anche se la scienza le ritiene false) mentre Y dice cose che non condivido (anche se la scienza le ha dimostrate vere).”
In buona sostanza, la Guidi ci dice che gli anti-sette, in particolare Caselli e Corvaglia, sono dei mercanti di fake news, che non verificano quel che dicono o che scrivono. Che si muovono in un contesto del tutto estraneo a quello scientifico.

Temendo di non essere stata abbastanza chiara, Alessia Guidi precisa:
“La ‘pillola di stupidaggine’ di Corvaglia è di 5 anni successiva all'articolo della Di Marzio che lo stesso Corvaglia ha linkato per provare a darsi ragione. Era Corvaglia che, casomai, doveva fornire evidenze che in "questi 26 anni", o anche solo in "questi 5 anni", l'APA era giunta a conclusioni diverse da quelle illustrate dalla Di Marzio. Ma non l'ha fatto. Corvaglia si è limitato a giocare con le parole, a usare quegli ‘artifici retorici buoni per pubblici sprovveduti’ e quel ‘gioco delle tre carte’ di cui, ovviamente, accusa gli ‘altri’, come bene ha spiegato Leonardo nei suoi post.”
E con questo abbiamo cristallizzato alla perfezione il profilo tipico dell’antisette italiano e della sua "bufalosofia": spara cavolate più rapidamente di quanto si possa seguire con lo sguardo, crede ciecamente nelle proprie idee preconcette oppure in quelle di qualcun altro senza curarsi mai di verificare le fonti, scodella stupidaggini e giochi di parole e accusa gli altri di fare quello che fa lui stesso.

Mica male per dei referenti del Ministero dell’Interno!

Nessun commento:

Posta un commento