Sfortunatamente, tale propaganda è all’opera anche altrove e, in verità, in tutta Europa e ben oltre; probabilmente, è un fenomeno che esiste in tutto l’orbe terracqueo.
Ci siamo imbattuti in alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi su Internet che riferiscono di un curioso caso avvenuto in Scozia: a nostro parere, si tratta di una dimostrazione lampante, grottesca e per certi versi inquietante di quali reazioni può produrre il battage mediatico «anti-sette» e l’utilizzo stesso del vocabolo «setta» per ghettizzare chiunque porti avanti delle idee non convenzionali (ne parlavamo in un recente post).
È capitato la scorsa settimana in Scozia che una compagnia di amici amanti della musica hard rock e delle atmosfere mistiche ed appartate sono stati «sorpresi» mentre erano in gita fuori città, riuniti attorno a un fuoco a raccontare storie di fantasmi ascoltando le loro canzoni preferite presso un piccolo isolotto lacustre del Lago di Loch Leven, a nord di Edimburgo, a poco più di un’ora di strada dai luoghi che hanno dato i natali a un’icona del rock di metà anni ’80 come Derek Dick, in arte «Fish».
Che delitto!
Sono stati «ricercati» per una sera da una squadra di soccorso (sic!) della polizia la quale, dopo aver dispiegato un contingente di «una ventina di veicoli» fra forze dell’ordine e di emergenza (addirittura!) e dopo aver fracassato i finestrini delle auto dei ragazzi «alla ricerca di indizi», li ha raggiunti sull’isolotto.
Motivo di tanto subbuglio: la polizia era mossa dalla preoccupazione che potesse trattarsi di un ipotetico «culto suicida».
Logico lo sgomento della piccola compagnia, guidata da un musicista che di lavoro fa l’insegnante di scuola, tale David Henderson, di cui riportiamo la breve testimonianza come la si desume dai media:
Assieme a Henderson vi erano alcuni amici, tre bambini e un cane: insomma, la classica rimpatriata, con la differenza di una collocazione e un orario singolari.
Ci domandiamo cosa sarebbe successo se a fare da «consulente» dei poliziotti scozzesi vi fosse stato un prete cattolico «anti-sette» come don Aldo Buonaiuto: probabilmente si sarebbe gridato allo scandalo e ai rivoltanti crimini perpetrati dalla «setta occulta» di Henderson nei confronti di innocenti bambini, e addirittura animali! Chissà come si sarebbe scatenata la fantasia morbosa nel solco della più torbida propaganda «anti-sette».
Fortunatamente, in quel piccolo paesino del Nord Europa non vi erano estremisti «anti-sette» e così quelle persone non hanno dovuto subire una sorte tragica come quella degli inesistenti «Angeli di Sodoma».
Ciò nonostante, non si può mancare di osservare come la psicosi rispetto ai presunti «culti distruttivi» (che qui in Italia viene alimentata costantemente, quasi giornalmente) abbia comunque prodotto danni non solo rovinando a una mezza dozzina di persone una scampagnata fra amici (senza contare i finestrini in frantumi), ma anche e soprattutto mettendo in allarme un’intera comunità per un pericolo inesistente.
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