Ma vi è un ulteriore aspetto che prende forma dalle loro ultime esternazioni ed emerge sempre maggiormente dal comportamento dei principali responsabili di AIVS (Toni Occhiello, Francesco Brunori, Luciano Madon) avallato dal loro legale di fiducia, Annalisa Montanaro, di cui abbiamo parlato proprio nell’ultimo post.
È ben noto che quelli di AIVS (così come tutte le altre denominazioni dell’arcipelago «anti-sette») tacciano le minoranze religiose a loro invise (e/o di cui hanno fatto parte in precedenza) di essere delle «sette pericolose», «culti distruttivi», «gruppi abusanti» e via discorrendo.
Ma in particolare il più gettonato è senz’altro il termine «setta» (di cui parliamo più in dettaglio in questo post) con le sue diverse declinazioni: l’aggettivo «settario», il sostantivo «settarolo» (dispregiativo per «membro di setta») e la categoria del «settarismo».
Proviamo a esplorare la valenza semantica di quest’ultima parola con l’assistenza di un riferimento autorevole come il vocabolario Treccani: «settarismo» sta per «l’essere settario, cioè fazioso; accanito spirito di parte». Fra i sinonimi, troviamo «faziosità, partigianeria, parzialità, fanatismo, intolleranza, intransigenza».
Tant’è che gli «anti-sette» tendono a demonizzare interi movimenti religiosi (e quindi migliaia e migliaia di persone, se non centinaia di migliaia) sulla base di torti che essi asseriscono di avere subito in prima persona o che essi riferiscono essere stati subiti da altri i quali poi li hanno denunciati. Accuse e recriminazioni, dunque, spesso molto gravi ed espresse con parole pesanti e grondanti di odio.
Contemporaneamente, gli «anti-sette» tendono anche a rifiutare un dialogo costruttivo e soprattutto qualsiasi genere di critica (come quelle che rivolgiamo loro dalle «pagine» virtuali del presente blog), che viene spesso classificata superficialmente come «attacco» senza però che si entri mai nel merito dei contenuti posti sotto esame.
L’orizzonte degli «anti-sette», quindi, non fa che riempirsi di nemici (reali o immaginari che siano) che essi ritengono di dover osteggiare, spesso dileggiare, talvolta intimidire, in qualche caso anche perseguitare.
A poco valgono le speciose dichiarazioni d’intenti come questa di Lucio Madon (responsabile AIVS):
Perché di fatto la condotta evidenziata da AIVS è ben altra.
Come si accennava nel post di ieri, la scorsa settimana una delle più attive utenti dei gruppi Facebook di AIVS, tale Paola Moscatelli, ha pubblicato (con quale autorizzazione?) una fotografia del suo ex marito con l’attuale compagna (ci limitiamo a mostrare il post per non reiterare l’abuso):
In calce a questa foto, la Moscatelli ha inserito un commento in cui rivolge delle insinuazioni rispetto alla moralità di quella signora, per poi offenderla senza mezzi termini:
Un’altra utente, evidentemente meno assetata di vendetta e un po’ più equilibrata, fa notare che un tale modus operandi non è corretto e potrebbe addirittura rappresentare una condotta illecita:
Non l’avesse mai fatto: la signora commette l’errore madornale di osare esprimere una critica (peraltro misurata, composta e del tutto ragionevole) rispetto all’operato di Toni Occhiello e della sua banda.
Risultato: dopo un po’ di botta e risposta in cui tenta inutilmente di ribadire le proprie ragioni, si ritrova di fronte ai tentativi di Occhiello di giustificare la condotta palesemente scorretta della Moscatelli e di far ignorare l’evidente allusione da lei espressa ai danni dell’attuale compagna dell’ex marito:
E la discussione continua, con Occhiello che protrae la propria difesa a spada tratta della Moscatelli nonostante i diversi addebiti che le vengono mossi con dovizia di particolari:
Specifichiamo che quella qui riportata è solo una porzione della discussione integrale, ma già così rende bene l’idea.
Ecco infatti come va a concludersi:
Alla fine, la voce fuori dal coro viene esclusa dal gruppo.
Stessa sorte per un altro utente che si rende conto dell’evidente iniquità di trattamento e reagisce:
Idem per un’altra utente:
Dapprima Occhiello finge di non capire, ma poi (non senza una certa ampollosità), alla fine dei botta e risposta conclude come segue:
Ciò che intende dire fra le righe (senza però essere esplicito come il suo ruolo istituzionale invece richiederebbe) è che ha semplicemente messo alla porta tutti gli utenti che hanno reagito esprimendo delle critiche.
Democrazia, rispetto delle regole, riconoscimento della dignità del prossimo: sono valori tanto avulsi dal retroterra culturale di AIVS?
Meraviglioso. Ha addirittura bannato una come Margherita Manconi. Proprio non conosce la vergogna. E poi tutto questo latino usato ad minchiam. Ma chi si crede di essere? No guarda... Spero che si becchino una camionata di denunce e che la polizia indaghi sul loro conto.
RispondiEliminaSarebbe davvero il caso che le forze dell'ordine prendessero nella dovuta considerazione questo continua semina di odio e intolleranza. Me lo auguro proprio.
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