mercoledì 4 aprile 2018

Ancora sull’inquisizione «anti-sette»: don Aldo Buonaiuto



Setta
Dal Latino “secta”, propr. “sèguito”, da “sectus”, ant. p.p. di “sequi”, “seguire”, per “secutus”.
(1) Insieme di persone che seguono una dottrina filosofica, religiosa o politica che si distacca e dissente da una dottrina già diffusa e affermata.
(2) Società segreta.
[Tratto dal “Dizionario Garzanti della Lingua Italiana” di Garzanti Editore – Milano, 1983]

Già Iacopone Da Todi e il sommo Dante Alighieri, nel XIV secolo, utilizzavano il termine «setta» per indicare, rispettivamente, vuoi una data fazione vuoi un gruppo religioso.

Ad onta della storia d’Italia e del suo glorioso idioma, convegno dopo convegno, trasmissione dopo trasmissione, articolo scandalistico dopo articolo scandalistico, gli «anti-sette» hanno instillato nel substrato socio-culturale del bel paese un concetto del vocabolo «setta» che comporta un’accezione fortemente dispregiativa, fino ad arrivare ad una definizione completamente nuova e tendenziosa.

La definizione riportata qui di seguito, per esempio, è tratta dal glossario accluso al libro “Le mani occulte” scritto da don Aldo Buonaiuto, prete cattolico già indagato (nel 2003) per pedofilia, ma scagionato nel 2004; di lui in pochi hanno avuto il coraggio di occuparsi in modo indipendente.


Si noti come, al ramo più alto dell’iperbole, l’accezione del termine indicata con “nell’uso sociale” rappresenti in buona sostanza un’etichettatura di presunta illegalità o comunque di malvagità.

In altri termini, un radicale mutamento del significato di un termine che Dante adoperava per identificare semplicemente una congregazione religiosa.

Tutto ciò non è affatto casuale e, temiamo, è tutt’altro che ingenuo o dovuto a semplice ignoranza.

Come si è riferito nel post in cui abbiamo smascherato la grave mistificazione degli inesistenti «Angeli di Sodoma», sono numerosi i casi un cui le pesanti accuse degli «anti-sette» sono frutto di una fervida immaginazione, quando non di morbose idiosincrasie.

Il fine allarmistico, d’altronde, è fin troppo evidente quando i toni sono questi (da una brochure di febbraio 2011 realizzata e diffusa proprio da don Buonaiuto):


Quelle accuse colpiscono individui e gruppi che gli «anti-sette» arbitrariamente (e opinabilmente) decidono di stigmatizzare come «culti distruttivi», quasi sempre senza nemmeno un adeguato supporto culturale.

Secondo loro, talune congregazioni o movimenti non hanno dignità di confessione religiosa o, peggio ancora, dovrebbero essere messi fuorilegge. Il tutto in spregio alla Costituzione della Repubblica Italiana.

Il guaio è che nella loro furia distruttiva, volta a sostanziare i loro deliranti propositi illiberali, gli «anti-sette» non si limitano solo a perseguitare con accuse sovente improbabili le minoranze religiose ma, all’occasione, non esitano a travolgere situazioni e persone che non c’entrano nulla con la religiosità: si veda ad esempio il caso di Mario Pianesi (leader di una catena di negozi di macrobiotica) del quale abbiamo parlato recentemente, ma si spazia addirittura dagli amanti della festa di Halloween fino ai network commerciali di successo come Amway passando per la corrente nutrizionistica dei vegani fino a una compagnia di giovani anticonformisti come i ragazzi di Pescara bollati da don Buonaiuto come «satanisti pericolosi».

Persone che, in molti casi, aderiscono a forme di cultura alternativa o di «contro informazione» e quindi si pongono in qualche modo a distanza dai valori tradizionali o maggioritari della società, e però assolutamente estranei a forme di delinquenza o intenti criminali.

La riflessione drammatica con cui oggigiorno occorre misurarsi è proprio questa: nessuno è al sicuro finché a figure come don Aldo Buonaiuto, Lorita Tinelli, Luigi Corvaglia, Toni Occhiello, Sonia Ghinelli o Maurizio Alessandrini è permesso di spadroneggiare, intimidire, censurare, infamare, prevaricare il prossimo con la compiacenza di alcuni rappresentanti delle istituzioni dello Stato; compiacenza e appoggi peraltro ottenuti con la menzogna e la mistificazione.

È così che deve andare in uno stato laico per natura in cui ogni cittadino è libero di seguire le proprie credenze?

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