Di lei ci aveva sorpreso il modo improvviso in cui l’avvocatessa tarantina era saltata sul carro degli «anti-sette» senza però avere svolto il benché minimo studio sul fenomeno delle nuove religiosità ma essendosi semplicemente fidata dei racconti dell’amica psicologa, come peraltro ella stessa candidamente rivelò in pubblico un anno fa:
A maggior ragione sono sbalorditive certe sue proteste, come questa che segue:
La Montanaro si lagna (con un lessico piuttosto colorito, ca va sans dire) per la ricostruzione superficiale e tendenziosa di un fatto di cronaca da parte di un media locale di Bari.
Di nuovo, ci domandiamo perché non le venga in mente di dare un’occhiata ai panni di casa per saggiarne la pulizia, viste le strumentalizzazioni (anch’esse, decisamente) «vergognose» messe in atto dai suoi assistiti di AIVS ai danni di minoranze religiose del tutto pacifiche e sovente impegnate nel sociale.
Per non parlare dell’abuso dei media stessi da parte degli «anti-sette», un fatto più volte tristemente osservato.
Torna in mente quel celebre versetto del Vangelo secondo Luca: «Perchè guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?».
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