Come è ormai ampiamente risaputo, già da tempo il rotocalco dell’editrice San Paolo non rappresenta più la quota maggioritaria degli italiani credenti in Cristo, tant’è che stenta a superare le duecentomila copie vendute.
Non è strano, quindi, che per riempire le proprie colonne (elettroniche o cartacee che siano) si riduca a pubblicare pezzi come questo:
Non esprimiamo un giudizio tanto critico solo per il titolo gratuitamente allarmistico (nel tipico stile «anti-sette» di matrice clericale-estremista), ma anche perché a godere del palcoscenico mediatico è una figura controversa come don Aldo Buonaiuto.
Un prete inquisitore che in passato ha preso cantonate madornali senza mai ravvedersene né chiedere perdono (quanto è cristiana una simile condotta?), che fa dell’allarmismo la sua prassi, e che ciò nonostante viene portato sugli allori da funzionari compiacenti (o compromessi) di istituzioni della Repubblica.
Stavolta, però, paradossalmente abbiamo deciso di prendere Buonaiuto in parola e di fare esattamente come dice lui.
Confidiamo quindi che legga quanto segue.
NON ABBIAMO PAURA DI DENUNCIARE
Denunciamo lo spreco di denaro pubblico perpetrato per finanziare istituzioni discutibili e controverse come la SAS («Squadra Anti-Sette» del Ministero dell’Interno), i cui sospetti di incostituzionalità sono ben più che fondati.
Denunciamo la scorrettezza che un prete cattolico venga adoperato come referente privilegiato per una siffatta «polizia religiosa».
Denunciamo il fatto che Buonaiuto ha commesso errori madornali provocando danni e ingiustizie, quanto meno paragonabili per gravità ai torti commessi dai peggiori cartomanti che egli sostiene di contrastare.
Denunciamo la compiacenza di un media che si presume debba portare avanti gli insegnamenti di Cristo, e invece favorisce un fautore dell’intolleranza religiosa; pertanto, dovrebbe ricondursi ai veri principi della Chiesa e non prestarsi a meschine e infondate campagne allarmistiche.
Denunciamo infine l’inadempimento di funzionari dello Stato che dovrebbero attenersi alla Costituzione e sollecitarne il rispetto, anziché contribuire alla sua violazione.
Tutto questo denunciamo e continueremo a denunciare.
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