Ultimamente, la propaganda mediatica «anti-sette» si è intensificata e sta raggiungendo livelli che rammentano inquietanti periodi storici e tragici eventi del passato.
Sebbene facciano della maldicenza il loro pane quotidiano, talvolta gli «anti-sette» mostrano persino una tracotanza tale da riuscire a lamentarsi per le critiche che subiscono o, peggio, per gli atteggiamenti propagandistici altrui.
Ecco un esempio. Qui una rappresentante del GRIS (il cattolicissimo «Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa», già «Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette») e amica della controversa SAS (la «Squadra Anti-Sette») Giovanna Ballestrino, si lagna perché Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, ha avuto parole non del tutto compiacenti nei confronti di Papa Bergoglio e soprattutto ha travisato un suo discorso a proprio uso e consumo.
Lamentela più che comprensibile e giustificata, nel principio che esprime; nettamente meno comprensibile se arriva proprio da coloro che di tale espediente hanno fatto un modus operandi consolidato, quando si tratta di criticare e osteggiare i «nuovi movimenti religiosi».
Non solo: la Balestrino sembra addirittura comprendere quanto è vero che «le parole sono pietre», per citare un celeberrimo pensiero letterario.
Ma allora è logico domandarsi: perché quando oggetto delle critiche è il Santo Padre dei cattolici occorre misurare le parole, e invece quando ad essere presi di mira sono decine di migliaia di fedeli dei gruppi spirituali di minoranza allora tutto è «lecito», a cominciare dal turpiloquio?
Persino un seguace di Toni Occhiello come Luciano Madon, pur sempre mettendo in mostra la sua dabbenaggine con le solite dicerie trite e ritrite sulle «sette», si ritrova a dover fare dietro front quando a venire messa sotto torchio è una corrente di pensiero che incontra le sue simpatie. Nella fattispecie, il post in questione riportava un post fortemente critico nei confronti di Zecharia Sitchin, studioso azero che seppur deceduto nel 2010 è tuttora un nome di primissimo piano per i numerosi appassionati della cosiddetta «archeologia eretica» e delle teorie che mettono in collegamento gli UFO con la storia dell’antichità:
Insomma, se si è cultori della «archeologia eretica» si è autorizzati a «credere a ciò che si vuole»; se invece si è fedeli della Soka Gakkai, devoti di Sai Baba o cittadini di Damanhur, allora no, si è «manipolati» ed è giusto vedere il proprio credo dileggiato e messo alla berlina e la propria organizzazione calunniata con le accuse più raccapriccianti.
Questo è l’AIVS-pensiero, evidentemente, tenendo conto che Madon è un amicissimo di Toni Occhiello e un attivista della sua associazione.
E non è affatto strano, se si pensa che il presidente della consociata di AIVS, Luigi Corvaglia del CeSAP, addirittura sta cominciando a parlare di network commerciali come di «culti», e per lui (ben si sa) ogni culto è «distruttivo»:
Quindi se si vende Amway adesso tocca pure venire sospettati di essere dei terroristi (ma Corvaglia ha anche un ruolo come investigatore per l’Interpol, o parla solo per sentito dire?).
Esattamente come, se si è malati di tumore e si commette l’errore di cercare conforto in una disciplina «non convenzionale» come i Fiori di Bach, «naturalmente» il proprio decesso deve essere attribuito a quest’ultimo fattore e non alla tragica fatalità di una malattia dalla quale solo una data percentuale di pazienti riesce a guarire. Così pare sostenere Sonia Ghinelli del FAVIS, alleata di Corvaglia e soprattutto della sua stretta collaboratrice Lorita Tinelli:
La Tinelli, però, mentre da un lato spara a zero contro Mario Pianesi e il suo network di ristoranti macrobiotici, dall’altro promuove la nutrizione come terapia (sic!):
Probabilmente la Tinelli fa così perché ricerca un proprio tornaconto di carattere politico o in termini di popolarità.
A noi sembra solo di ravvisare la massima incoerenza, come di consueto del resto.
Nessun commento:
Posta un commento