mercoledì 14 marzo 2018

Intolleranza e repulsione: ecco la merceologia degli «anti-sette»

Come abbiamo più volte dimostrato in questo blog, gli «anti-sette» lavorano in continuazione per generare intolleranza, repulsione, ostilità e odio nei confronti dei movimenti religiosi «alternativi»; essi descrivono il proprio operato come «informazione di pubblica utilità» e tale da «mettere in guardia» e «sensibilizzare» a proposito di quello che essi descrivono un «problema sociale» o un «pericolo».

La libertà di professare un proprio credo diverso da quello della maggioranza e di proclamarlo e diffonderlo attivamente, dunque, sembra da loro considerato qualcosa che deve essere deriso, dileggiato, criticato e costantemente messo in discussione.

Il risultato della loro continua opera di «informazione» tendenziosa e ostile (quando non propriamente fuorviante o falsa), è né più né meno il timore nei confronti di quei movimenti religiosi e la conseguente intolleranza.

Le pagine Facebook di Lorita Tinelli, Sonia Ghinelli, Luigi Corvaglia, Maurizio Alessandrini, ecc., infatti traboccano di post di quel genere e sono costellate di commenti di utenti che li seguono e che vengono influenzati in tal senso dalla loro propaganda.

Commenti come questo, scritto da una militante «anti-sette» come Mimma Manganiello:


Aizzata dalla Ghinelli contro gli Evangelici, la Manganiello finisce per generalizzare contro tutte le religioni.

D’altronde, come si è visto in più di un post (ad esempio qui, qui, qui e qui) il costante lavorio di propaganda da parte degli «anti-sette» finisce per infangare davvero tutte le religioni, persino quelle maggioritarie, non solo le tanto detestate «sette» come loro amano chiamarle con una terminologia ormai ampiamente sconfessata dal mondo accademico.

Non è strano, infatti, che la stessa Ghinelli abbia definito il proprio impegno come una «guerra alle sette». Una dichiarazione d'intenti dalla belligeranza alquanto esplicita.

Una lotta, la sua, che in realtà finisce per essere contro ogni religione e che spesso prende di mira il clero cattolico in una maniera consona forse più al tifo da stadio che all’ambiente accademico con cui pretenderebbe di confrontarsi:


Tanto è vero che fra i molti commenti istigati da Ghinelli e compari, si leggono addirittura delle uscite infelici come quella che segue:


In poche parole la Russia, contro cui mezzo mondo accademico sta protestando per i gravi episodi di discriminazione religiosa in ambito giudiziario e sociale, sarebbe «all’avanguardia nella prevenzione». Un po’ come dire che la propaganda studiata e messa in atto da Joseph Goebbels fu un saggio piano di «prevenzione» rispetto al rischio di «contaminazione della razza ariana».

Ma fossero soltanto i commenti su Facebook l’esito del loro operato, forse il fenomeno non sarebbe così preoccupante.

Al contrario, proprio come nel caso della Russia cui abbiamo appena accennato, quella continua produzione di onde di intolleranza genera alla fine uno stato di allarmismo e tensione in cui tacciare questa o quella fazione avversa di essere una «setta pericolosa» è ormai all’ordine del giorno, sembra essere diventata una «moda». Basta sfogliare le pagine dei giornali soprattutto nel periodo pre-elettorale (ma il trend prosegue tuttora) per rendersene conto.

Lo stigma nei confronti delle «sette», dunque, sta diventando un ottimo strumento per isolare e ghettizzare avversari nella politica, nello sport e in altri ambiti.

Il punto di arrivo è purtroppo la persecuzione giudiziaria di persone innocenti (con la certezza di rovinarne l’esistenza per anni, se non per sempre) come nel caso degli inesistenti «Angeli di Sodoma»), la distruzione di nuclei familiari a causa della disarmonia e dei contrasti sobillati dalla pressione mediatica contro i presunti «culti distruttivi», la …

E qual è lo scopo finale di un tanto discutibile modus operandi?

Ce lo esemplifica molto bene Lorita Tinelli con un paio di commenti ad un post di alcuni giorni fa in cui fa ironia sul caso di Paola Catanzaro (alias Sveva Cardinale):


Anzitutto l’assimilazione di un santone con un attore, quasi a voler dare a intendere che il comportamento di ogni leader religioso debba essere improntato alla finzione e all’inganno. Un’opinione che molto dice sulla sua considerazione ostile rispetto alla spiritualità e alla trascendenza.

Ma l’intenzione lucrativa che resta sottesa allo specioso operato della psicologa pugliese «anti-sette» trapela da quell’ultimo commento: «chi si reca da simili personaggi è in un grande stato di bisogno». Bisogno di che cosa? Di diventare un suo «paziente» e di pagarla profumatamente per venire «curato»?

È sempre più chiaro il progetto degli «anti-sette»: creare una clientela generando nella gente la convinzione che i fedeli dei movimenti religiosi o dei gruppi spirituali e filosofici denigrati e descritti come «distruttivi» o «pericolosi» siano «malati» o abbiano «problemi psicologici» o siano «a rischio di subire manipolazione mentale» e quindi debbano ricevere questo o quel trattamento o seguire il tale o talaltro percorso di analisi con figure «specializzate» come Lorita Tinelli, Luigi Corvaglia, Patrizia Santovecchi, ecc.

In ultima analisi, è un mero tentativo di generare o mantenere un business e chiunque sembri opporsi ad esso deve venire spazzato via, poco importa se è un movimento religioso, un esperto di religioni o un critico indipendente.

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