Volentieri lo facciamo perché le sue notazioni sono senz’altro degne di nota e forniscono ulteriori elementi che ben descrivono uno dei diversi aspetti del contraddittorio (e talvolta risibile) panorama «anti-sette».
Desideriamo solo esplicitare una precisazione: siamo convinti che una messinscena tanto discutibile sia in verità espressione solo di una minoranza assai ristretta dei fedeli della chiesa cattolica, praticanti o meno; riteniamo infatti che la stragrande maggioranza di coloro che tuttora si riconoscono in quella fede sia composta da persone rispettose del diverso, capaci di empatia, sovente caritatevoli, guidate dagli insegnamenti di Cristo (fra cui lo spirito di condivisione, l’agape) e, dunque, per lo più consce che l’odio non giova a nessuno e non fa che generare sempre più odio, mentre l’amore alla fine trionfa.
Principi, questi, che si possono scorgere nelle religioni tradizionali e così anche in molti nuovi movimenti religiosi.
di Angela
QUANDO IL BIGOTTISMO SCADE NELL'IMPROBABILE
Ho trovato questo vostro blog per caso qualche tempo fa. A mano a mano mi sono appassionata a leggere alcuni articoli che mi sembrano utili per comprendere il background di un certo tipo di gruppi e personaggi che combattono le loro battaglie antireligiose, battaglie che nella realtà trovo prive di sostanza, e il cui vero scopo ancora non ho compreso del tutto.
Ho quindi pensato di fare un mio intervento e di dare un mio contributo, se avrete la buona disposizione a postarlo, perchè volevo rendervi partecipi di alcune mie riflessioni sul tema.
Diversamente, se non sarà postato, rimarrà solo una mia comunicazione che vuole rendervi partecipi di mie osservazioni e ragionamenti relativi ad una trasmissione televisiva che ho recentemente visto coi miei occhi (se me lo avessero raccontato non avrei creduto, dico la verità) sul canale TV2000, che è un’emittente controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana.
La serie televisiva “Indagine ai confini del sacro” condotta da David Murgia, il 9 aprile 2018, aveva per titolo “Prigionieri di un incubo, tra falsi esorcisti e guaritori”. Qui c’è il link per vederlo da YouTube.
Era la prima volta che seguivo tale trasmissione e mi ha incuriosito fortemente l’atmosfera ‘plasmata’ con musiche di sottofondo il cui scopo era secondo me evidentemente di produrre una certa ansia ed apprensione, e le persone intervistate, dal volto oscurato, che parlavano di qualcuno che non veniva menzionato, se non per allusioni.
Mi pareva di brancolare nel buio più profondo dato che non capivo di chi parlassero quei volti ottenebrati, e soprattutto di cosa si lagnassero nel concreto, dato che non c’era un’accusa precisa, solo una sensazione di ‘pericolosità’.
Il momento clou del servizio si è verificato quando il conduttore, all’interno di quello che ha identificato come il Centro Diocesano Sicar, gestito dal GRIS nella diocesi Ambrosiana, aveva accanto a sè la signora Roberta Grillo, presentata come presidente del GRIS (Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa).
Roberta Grillo mi è parsa una persona oggettivamente non molto estroversa, a dire il vero non molto adatta a dare “ascolto” (come dice lei) alle persone, dato che nello svolgere la sua funzione di “ascolto” pareva quasi che volesse inabissarsi nel pavimento o spalmarsi sul tavolo per sparire.
Ad un certo punto è stato dato l’avvio ad una intervista assurda, una vera e propria parodia, con la complicità del conduttore David Murgia, che sembrava l’unico a voler credere davvero a quello che stava accadendo. Ma si sa, i giornalisti sono spesso dei bravi teatranti.
Il culmine di questa intervista si è raggiunto con la telefonata, naturalmente “organizzata” (di fatto), ma arrivata (in apparenza) “provvidenzialmente”, di una signora “confusa” e dalla voce tremante che dopo essere già stata messa in onda senza avere dato il proprio permesso (permesso che le verrà chiesto solo successivamente in modo grottesco e con una prassi legalmente inconcepibile, senza spiegarle che comunque stava andando in onda in una trasmissione televisiva su un canale nazionale), comincia a parlare di qualcosa di talmente inconsistente che se non lo si vede non ci si può credere. Si fa pubblicità del centro di ascolto con indirizzo e indicazioni stradali per raggiungerlo e alla fine le si chiede anche il nome, che la signora “confusa” non vuole però dare. (ma quindi poteva essere chiunque!)
Sarebbe bello chiedere conto dei 180/200 contatti che Roberta Grillo dice di ricevere ogni anno per conto del Sicar, più che altro per capire se le persone che chiamano sono tutte così “confuse” e inconcludenti.
Sarebbe bello chiedere conto dei 180/200 contatti che Roberta Grillo dice di ricevere ogni anno per conto del Sicar, più che altro per capire se le persone che chiamano sono tutte così “confuse” e inconcludenti.
Questo è il modo in cui la televisione cattolica permette che il soggetto del mondo molto variegato delle minoranze religiose - confuse con maghi, guaritori e esorcisti “illegali” - sia trattato, dipingendo un presunto bailamme di “sette pericolose”, a quanto pare esistenti solo nella testa di Murgia e della Grillo. Il soggetto viene trattato in modo evanescente, “analizzato” nel modo più lacunoso e superficiale possibile.
Parliamo di un tipo di giornalismo piuttosto caricaturale, dato lo spessore delle argomentazioni viste in video.
Alla fine Murgia parla dei “veri esorcisti” che va ad intervistare in Sicilia dove si riuniscono tutti quelli della regione isolana (si vedono però solo quattro persone, in cui uno soltanto pare il vero esorcista), per capire “chi sono gli esorcisti della chiesa cattolica e come ci si diventa”:
Quindi si giunge al “principio scientifico” che “il diavolo può essere trattato adeguatamente solo dai pochi eletti che aderiscono al diritto canonico 1172”.
Non esprimo il mio punto di vista al riguardo, ho massimo rispetto per la religione e il credo di chiunque, ma mi fa sorridere che si possa stabilire anche l’esclusiva su chi è esorcista iscritto all’albo e chi no, a me pare roba da Medioevo.
Ma poichè non si tratta di uno dei problemi più incalzanti della società in cui viviamo, mi inchino dinanzi a questa “eccelsa verità” rivelataci dal giornalista Murgia.
Comunque, l’impressione che si trae alla fine da tutto questo teatrino, è che Roberta Grillo (insieme al suo intervistatore David Murgia), fa parte di una categoria che si impegna a divulgare notizie false (o per lo meno poco credibili) millantando una conoscenza che non ha e dando vita, in modo artificiale, ad atmosfere oscure e a informazioni incongruenti, che dipingono il “nulla cosmico” di cui si alimenta la categoria stessa, quella degli ‘anti-setta’, che voi descrivete molto bene nel vostro blog.
Con stima,
Angela
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