venerdì 4 gennaio 2019

Incoerenza «anti-sette»: don Aldo Buonaiuto usa due pesi e due misure?

In questo breve aggiornamento, presentiamo un caso alquanto esemplare di come gli «anti-sette» (nella fattispecie don Aldo Buonaiuto), utilizzino frequentemente (se non costantemente) l’ingiusto criterio dei «due pesi e due misure», o – per dirla con un neologismo giornalistico – del «doppiopesismo». Lo facciamo ripercorrendo per un brevissimo stralcio l’inquietante convegno di Roma del 9 novembre 2018, che abbiamo analizzato nell’ultimo post.

Ci riferiamo in particolare a una certa linea della propaganda «anti-sette» (portata avanti non solo dal «prete inquisitore» in questione, ma anche da altri militanti suoi colleghi che citeremo più oltre) perfettamente espressa in un suo enfatico anatema contro quei «criminali» (anzi: «cri-mi-nali!», cfr. 1h47m35s), quei «truffatori» facenti parte di «sette diaboliche» che a suo dire si approfittano «della solitudine, dello stato di debolezza, dello stato di bisogno» o della sofferenza dovuta per esempio ad una grave malattia:


Cosa dovrebbe dire allora don Aldo Buonaiuto di fronte a notizie comprensibilmente entusiastiche e festose, diffuse in Internet, che inneggiano alle guarigioni per fede? E non parliamo certo di guarigioni da comuni malesseri, ma della remissione di mali gravissimi. Parliamo, insomma, di fatti ritenuti miracolosi.

Torniamo qui ad un paradosso di cui abbiamo dato conto più volte in precedenza, per esempio quando abbiamo dimostrato che un’esponente «anti-sette» come Lorita Tinelli del CeSAP, secondo le sue stesse affermazioni, avrebbe parecchio da ridire nei confronti di un’altra rappresentante «anti-sette» come Giovanna Balestrino del GRIS; oppure quando abbiamo rilevato (sempre con le sue stesse parole fedelmente riportate, né più né meno) cosa pensa Sonia Ghinelli di FAVIS a proposito delle guarigioni miracolose.

Sia chiaro che non intendiamo qui esprimere alcun giudizio di merito rispetto alle notizie propalate da questo o quel media, laddove non abbiamo avuto modo di verificarle accuratamente. Inoltre, qualunque sia la ragione alla base di un miglioramento delle condizioni di salute di chicchessia, non si può che esserne soddisfatti, giacché non si potrebbe mai augurare certa sofferenza a nessuno.

Ma conoscendo le gravi accuse, i giudizi pesanti e le affermazioni intolleranti con cui si esprimono pubblicamente gli «anti-sette» ai danni di movimenti del tutto pacifici e sovente impegnati nel sociale, la nostra attenzione si è soffermata su questa notizia diffusa dal media online cattolico «papaboys.info» e poi ripresa da vari gruppi Facebook come quello «anti-satanista» in nome del (fu) noto esorcista padre Gabriele Amorth:


Non si può che felicitarsi ed esprimere sollievo per una tale notizia:


Tuttavia, se si ragionasse come mostra di fare don Aldo Buonaiuto nel video incorporato all’inizio del presente post, si dovrebbero notare in particolare questi passaggi dell’articolo di «papaboys.info»:


Certo, da questo articolo non risulta che qualche parente abbia sollecitato i genitori della piccola degente a buttare alle ortiche le terapie consigliate dal personale medico; è anche alquanto ovvio che di un tale fattore non sarebbe stata fatta alcun cenno in una descrizione tanto celebrativa. Ma cosa si sarebbe detto se invece, disgraziatamente, la bambina non ce l’avesse fatta? Per fortuna, così non è stato.

Ribadiamo nuovamente a scanso di equivoci che non si intende qui in alcun modo mettere in discussione la fede di una famiglia che deve avere attraversato (fortunatamente con un lieto fine) momenti devastanti carichi di angoscia e di struggimento per l’imminente perdita di un loro caro in così tenera età. Ciò detto, non possiamo fare a meno di focalizzare l’attribuzione tanto sicura da parte di «papaboys.info» della remissione del morbo alla «catena di preghiera» e raffrontarla a quanto dichiara in modo così veemente ed astioso don Aldo Buonaiuto.

Dichiarazioni, le sue, che si accostano perfettamente a quegli stessi «anti-sette», suoi commilitoni nella lotta contro la spiritualità «alternativa», che non esiterebbero a gridare allo scandalo laddove una simile notizia fosse stata diffusa da persone legate a qualche movimento di matrice buddista piuttosto che ad un gruppo filosofico o esoterico o ad una congregazione cristiana pentecostale (come «Parola della Grazia», tanto per citarne una).

E pensare che tutti gli «anti-sette» che abbiamo citato nel presente post sono accomunati, a vario titolo, dalla collaborazione con la «polizia religiosa» SAS (la «Squadra Anti-Sette» del Ministero dell’Interno). La stessa SAS che, per bocca di Francesca Romana Capaldo (la sua rappresentante attualmente in auge) si esprime proprio con la medesima linea ideologica:


Per non parlare delle affermazioni e delle teorie di fronte a cui degli «anti-sette» intransigenti quali Lorita Tinelli e Luigi Corvaglia dovrebbero gridare alla pseudoscienza e invocare l’intervento del CICAP: come quelle pubblicate da Rita Sberna (una blogger catanese, per assurdo supporter proprio di don Aldo Buonaiuto!) a proposito dei «sintomi fisiologici del maleficio e della fattura».

Come mai dunque don Aldo Buonaiuto non interviene per deferire alla «Squadra Anti-Sette» la sua tifosa Rita Sberna, oppure quel gruppo di preghiera che ha «preteso» di aiutare una bambina malata circondandola di amore («love bombing»?), di devozione in Dio e di preghiere? Perché non richiede l’immediata incarcerazione di tutta la sua famiglia, che ha «osato» privilegiare la fede rispetto all'ostinata ricerca di cure tradizionali? Perché non specula sull'alquanto probabile percorso di osservanza cattolica (dovuto a un «condizionamento» o a una «manipolazione mentale»?) che si profila all'orizzonte della bambina così salvata?

E perché don Aldo Buonaiuto non commenta mai le invettive scagliate da taluni «anti-sette» contro la religione Cattolica e contro il Dio adorato dai cristiani?

Don Buonaiuto è ovviamente di parte, dunque è comprensibile (seppur non necessariamente giustificabile) che si comporti in modo «doppiopesista» pur rimanendo palesemente squalificato come referente della SAS. Ciò che invece risulta alquanto arduo da digerire è che un simile «doppiopesismo» sia evidentemente accettato e condiviso da un’alta dirigente della Polizia di Stato come la Francesca Romana Capaldo, che sarebbe tenuta a difendere la laicità della Repubblica come vuole la Costituzione, e invece di tale valore fondante fa scempio a spese dei contribuenti.

3 commenti:

  1. Due faccie della stessa medaglia fan di sette e fan degli anti-sette.Li accomuna solo il business.Un business articolato fatto di libri da vendere,partecipazione a convegni retribuiti,tecniche da propinare,a pagamento, che non solo non hanno nulla di scientifico,ma addirittura,in alcuni, dannose per la salute mentale delle persone che cadono in queste trappole.Un sottobosco in cui ci puoi trovare di tutto:magia,ufo,alieni con i loro fantomaici rapimenti(abducion),nuove religioni o presunte tali,paranormale e tutte le sue declinazioni.L'importante è vendere ed accumolare denaro su argomenti che non hanno nessun fondamento scientifico.

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  2. anche secondo me vi accomuna solo idea di ricchezza Esiste uno spaventoso vuoto normativo e non si discrimina infatti tra l’adesione a un culto e la manipolazione mentale. E allo stesso tempo, a parte qualche volenterosa associazione, non esiste un aiuto psicologico e psichiatrico riservato a chi esce da una setta !

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    1. Lei è un avvocato? Glielo domando perché parla di un presunto «spaventoso vuoto normativo».
      A proposito di «manipolazione mentale», è sicura di non parlare lei stessa ripetendo cose che le sono state inculcate a forza da qualche manipolatore? Magari uno psicologo «anti-sette» che pratica la «deprogrammazione»?
      Infine, l'«aiuto psicologico e psichiatrico» per chi ne ha bisogno esiste eccome, basta rivolgersi a uno specialista serio della categoria. Serio, però, non qualcuno che sfrutta l'odio religioso per mettersi in bella mostra sui media e poi vendere i propri «servizi» al miglior offerente!

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