lunedì 17 settembre 2018

Propaganda «anti-sette» e pseudoscienza: il caso di Rita Sberna

di Mario Casini

Nel nostro penultimo post si era citata en passant Rita Sberna, una blogger (non giornalista) siciliana, nemmeno trentenne, che si presenta anche come scrittrice e conduttrice radio-televisiva. Nata a Catania e vissuta in provincia di Caltanissetta, due anni fa la Sberna si è accasata a Roma e lì risiede tuttora.

Nella sua presentazione autobiografica (dettagliata ma sfortunatamente non scevra di inesattezze linguistiche, fattore purtroppo ricorrente nei suoi scritti), Rita Sberna sostiene di aver fissato fra i propri obiettivi «far conoscere l’amore di Dio attraverso la condivisione delle esperienze e della fede di ognuno». Non è chiaro, tuttavia, come tale proposito (innegabilmente nobile) s’intoni con la propaganda di odio degli «anti-sette» a cui lei dà spazio sui propri siti Web: seguendo la sua «logica» l’amore immenso, incomparabile ed incondizionato di Gesù Cristo sembra dover essere riservato solo a una quota della popolazione, mentre altre centinaia di migliaia di persone «colpevoli» di perseguire una differente religiosità non dovrebbero godere né della considerazione né tantomeno della misericordia divina.

E pensare che proprio una correligionaria di Rita Sberna, nonché esponente «anti-sette», Giovanna Balestrino (rappresentante piemontese del GRIS), un po’ incoerentemente inneggia alla pace fra la gente citando il Santo Padre (salvo poi organizzare convegni in cui le minoranze religiose non cattoliche vengono messe alla berlina ed accusate delle peggiori nefandezze):


In un primo momento, comunque, mi ero formato l’idea che Rita Sberna fosse tutto sommato in buona fede e fosse solo una delle molte vittime della manipolazione di informazioni e «notizie» ad opera degli «anti-sette» e che quindi, aizzata dagli effetti della propaganda contro la spiritualità anticonformista, avesse preso a ciarlare di «satanismo» e di «sette pericolose» reduplicando gli anatemi del prete inquisitore don Aldo Buonaiuto, referente privilegiato della «polizia religiosa» SAS (la «Squadra Anti-Sette» del Ministero dell’Interno).

La sistematica censura dei miei commenti sulle sue pagine Web, però, mi ha indotto a dare un’occhiata un poco più approfondita al pittoresco personaggio di Rita Sberna e mi ha consentito di scoprire che ero in errore. Ecco infatti un mio commento che non ha mai visto la luce e probabilmente mai la vedrà:


Con le pive nel sacco, ho curiosato un po’ e ho trovato questo post:


Secondo quanto Rita Sberna afferma nel suo post, ad un sacerdote cattolico «ben preparato sull’argomento (meglio se esorcista)» oppure a «un gruppo di preghiera carismatico» dovrebbe spettare il compito di stabilire se uno o più dei seguenti «sintomi» siano da attribuire al fatto di aver ricevuto un «maleficio operato tramite fattura». Ecco parte della lista: «impressione di freddo sul petto o sulle spalle, senso di soffocamento, palpitazioni cardiache, sensazioni di puntura alla nuca, allo stomaco, vicino al cuore, a volte sensazione di bruciori, contrazioni dolorose alla testa, in certi periodi e prevalentemente alla sera, angosce immotivate (…), dimagrimento senza motivi apparenti, (…), sensazioni di sfinimento senza motivo, perdita di energia, fatica o angoscia nell’alzarsi dal letto la mattina, (…) ripetuti impulsi suicidi, (…) impressione di essere costantemente osservati e spiati», e parecchi altri.

Curioso (se non grottesco) il «disclaimer» introdotto appena prima dell’elenco della presunta sintomatologia: «Ribadendo che per ogni problema è sempre necessario consultare prima il medico ed effettuare le opportune visite specialistiche, possiamo elencare i sintomi (…)». Pare quasi una frase posticcia, inserita in un secondo momento su consiglio di qualcuno, siccome il verbo «ribadire» presupporrebbe che si fosse affermato qualcosa in precedenza, che invece non è stato affatto specificato; al contrario, nell’argomentazione iniziale viene detto esattamente l’opposto.

Mi domando se sintomi come bruciori, contrazioni alla testa, dimagrimento, sfinimento, soffocamento e palpitazioni cardiache non siano di precipua competenza di un medico, e se impulsi suicidi, angosce immotivate e sentirsi osservati non debbano essere sottoposti ad uno specialista. Dovrebbero, a meno che non si voglia incorrere in un’accusa di esercizio abusivo della professione medica. Invece Rita Sberna sostiene a più riprese che il «discernimento» di tali manifestazioni (inequivocabilmente denominate «sintomi psicologici o fisici») dovrebbe essere svolto «con un sacerdote o un gruppo di preghiera».

Come mai, di fronte a tali affermazioni, non insorgono gli «anti-sette» come Sonia Ghinelli di FAVIS sempre molto attenti a criticare le medicine alternative (ovviamente mai mancando di etichettarle spregiativamente come «pseudo cure» e via dicendo)?


Forse la sintomatologia snocciolata da Rita Sberna ha a che vedere con le «sette psicoterapeutiche» cui fumosamente fa accenno Lorita Tinelli del CeSAP, (corrispondente italiana della controversa sigla franco-europea FECRIS)?


Quasi quasi mi tornano in mente le dissertazioni pseudo-scientifiche proprio della Tinelli nel suo fantasmagorico webinar del 18 aprile scorso, fra cui in particolare questa che certamente la psicologa pugliese avrebbe affibbiato al sibillino discorso di Rita Sberna:


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