Tanto per cominciare, precisiamo che, sebbene l’articolo in questione sia firmato Federico Cenci, «In Terris» è un media online di fatto (e anche formalmente) di proprietà di don Aldo Buonaiuto, con tanto di società commerciale registrata presso la Camera di Commercio.
Molto vi sarebbe da dire sugli interessi finanziari che ruotano attorno alla figura di don Aldo Buonaiuto e del suo ruolo strategico sul crocevia di masse ingenti di risorse economiche, ma non vogliamo divagare dall’oggetto di questo breve aggiornamento e torniamo all’articolo citato prima.
Si legge nel pezzo a firma di Federico Cenci, che sostanzialmente riporta a sua volta il contenuto di una notizia di (Fox News, un canale mediatico americano di risonanza internazionale):
«Esperti e attivisti sarebbero dell'avviso che il governo cinese sta ora conducendo la più severa repressione del cristianesimo nel Paese da quando le libertà religiose sono state concesse dalla Costituzione cinese nel 1982.»
Se da un lato si può solo vedere con favore il fatto che tali soprusi vengano continuamente resi noti e denunciati, dall’altro lato è sbalorditivo notare come siano ormai trascorsi diversi mesi (se non anni) da quando la repressione della libertà religiosa in Cina è un fatto tristemente conosciuto. Però «In Terris» leva il suo grido di protesta solo ora che a farne le spese sono i cattolici?
Da anni le minoranze confessionali che don Aldo Buonaiuto definirebbe «sette religiose» o «culti distruttivi» vengono discriminate e perseguitate in Cina, con metodi anche violenti. Gli esempi più eclatanti (qua e là tragici) sono la Chiesa di Dio Onnipotente (di cui abbiamo parlato nel nostro blog) e la «Falun Dafa» (nota anche come «Falun Gong»).
«“L’evangelizzazione online è severamente vietata, così come i materiali destinati alla conversione dei lettori. Le risorse catechistiche o istruttive non possono essere pubblicate online, bensì devono essere limitate alle reti interne cui si accede con nomi utente e password registrati”. Ma basterebbe ricordare lo stillicidio di chiese buttate giù perchè non rispettano i rigidi regolamenti sull'edilizia, per comprendere il clima che i cristiani respirano in Cina.»
Lo stesso solco è evidentemente ripercorso dalla rivista online di don Aldo Buonaiuto, che nel «suo» articolo a firma di Federico Cenci non spende nemmeno una singola parola. Si parla egoisticamente nemmeno di cristiani, ma specificamente di cattolici, mentre a un pastore evangelico viene soltanto riservato il ruolo di informatore che riferisce dei gravi fatti che si consumano sul territorio cinese.
Eppure «ama il prossimo tuo come te stesso» fu la strada chiaramente indicata da Gesù Cristo a chi gli domandava cosa fare di buono per ottenere un domani la vita eterna, come ben illustra il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Un po’ sarcasticamente, viene da domandarsi se don Aldo Buonaiuto, più ancora che un prete inquisitore come si è ampiamente documentato su questo blog, non sia anche un «diversamente cristiano»!
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