sabato 28 ottobre 2017

Aggiornamento breve - Ancora sull’incoerenza degli «anti-sette»

Quasi una beffa: protagonista Mario Pierotti, vigile urbano un tempo in forza alla «ARIS Toscana», l’ormai defunta associazione «anti-sette» già alleata ed affiliata con FAVIS (ossia Sonia Ghinelli alias «Ethan Garbo Saint Germain», Maurizio Alessandrini e Patrizia Fungi) e con il CeSAP (Lorita Tinelli, Luigi Corvaglia).



Pare normale che pubblicizzi articoli contro i Testimoni di Geova.




Un po’ meno, forse, contro l’Opus Dei (emanazione di una religione di maggioranza), ma tutto sommato nell’ambiente «anti-sette» gli «addetti ai lavori» sanno che l’ARIS e il cattolicissimo GRIS non sempre sono state «gemellate»:




Quadra terribilmente meno, invece, che Pierotti condivida pubblicamente su Facebook una notizia dal forte sapore di «complottismo antivax», fenomeno sociale-mediatico degli ultimi tempi contro il quale gli «anti-sette» si scagliano violentemente e pressoché unilateralmente:



D’altronde, cercando meglio fra i «Like» e gli altri post pubblici di Pierotti su Facebook, emergono ulteriori conferme della sua inclinazione verso l’esoterismo:



Ecco il video di cui si parla:



Sarà proprio per questa singolare discrepanza del Pierotti rispetto all’ortodossia materialistica «anti-sette» che dell’ARIS non si è più sentito parlare? O sarà perché la storia di quell’associazione è costellata di contraddizioni e di abusi commessi ai danni di minoranze religiose?

Chissà… certo è che quando si osservano gli «anti-sette» con attenzione molti, troppi fatti non tornano.

Ecco, per esempio, un’altra amicissima e sostenitrice di Lorita Tinelli (CeSAP) e Sonia Ghinelli (FAVIS): l’accanita oppositrice dei Testimoni di Geova Imma Iannone («Imma» sta per Immacolata). Costei partecipa, fra l’altro, al gruppo Facebook «Controllo Mentale» gestito proprio dalla «premiata ditta» Tinelli e Ghinelli.



Nel post pubblico che mostriamo qui di seguito, la Iannone dà il «la» ad una serie di improperi nei confronti del «prete anti-sette» e referente della SAS («Squadra Anti-Sette»), Don Aldo Buonaiuto, già citato in questo blog:




Da notare i commenti di elevatissimo livello culturale (ci si passi l’ironia, per carità!) degli accoliti del gruppo anti-TdG e soprattutto, una volta in più, la coerenza degli «anti-sette»: accusano un prete cattolico di «perseguitare i diversi» ma loro, invece, fanno «opera di pubblica informazione» infangando un sacerdote, esattamente come fanno ogni giorno ai danni di un movimento religioso (i Testimoni di Geova) perché, da ex fedeli insoddisfatti (ovvero: apostati) possono solo dirne peste e corna.

D’altro canto è ben noto che le regole morali dei Testimoni di Geova proibiscono una certa lascivia sessuale. Sarà, allora, per dei «Like» come questo che la «dissonanza cognitiva» della Iannone l’ha portata ad abbandonare quella congregazione con tanto livore e desiderio di affogarla nel fango?



In effetti pare proprio di no, perché mentre a guidare il carro dei frizzi e lazzi osé (e degli squallidi doppi sensi) è sempre Sonia Ghinelli del FAVIS alias «Ethan Garbo Saint Germain», anche un altro esponente del braccio armato degli «anti-sette» mostra una certa predilezione per l’erotismo.

Parliamo qui di Bruno Zambon, poliziotto in forza alla Squadra Anti-Sette di Firenze (eccolo in una foto tratta da una sua esibizione pubblica in quanto bassista di un complesso di hard rock, genere musicale peraltro spesso associato al satanismo proprio dagli «anti-sette»):



Lasciamo giudicare il lettore:






Quale e quanta serietà professionale, quindi, contraddistingue gli «anti-sette»?

martedì 24 ottobre 2017

AVVISO PER I LETTORI

Aggiornato al: 23 Ottobre 2017


Questo blog è in costruzione.

Si è deciso di renderne nota l’apertura, malgrado l'iniziale scarsità di contenuti, visto il clima di repressione ed oscurantismo delle libertà individuali che sembra voler essere generato nel nostro paese, specialmente a danno di chi esprime la propria opinione liberamente e senza genuflessioni.

Si rende noto che le sezioni qui presentate sono ancora in corso di compilazione, come indicato nelle rispettive pagine.


Sezioni attualmente attive:

- Presentazione (Le ragioni di questo blog)
- Le contraddizioni degli anti-sette (ultimo aggiornamento: 22 Settembre 2017)
- Beghe, litigi e scambi di accuse (ultimo aggiornamento: 16 Ottobre 2017)
Notizie dal mondo degli anti-sette (ultimo aggiornamento: 23 Ottobre 2017)
- Bufale e falsi allarmi (ultimo aggiornamento: 22 Ottobre 2017)
Danni e conseguenze (ultimo aggiornamento: 22 Ottobre 2017)

lunedì 23 ottobre 2017

L’allarmismo forzato: procurato allarme?

L’operato dei gruppi «anti-sette», descritto nelle pagine di questo blog e denunciato da diversi altri siti e associazioni, può essere analizzato con un occhio critico che vada oltre il battage mediatico e le asserzioni scandalistiche. In tal caso, esso può essere interpretato come una sorta di inganno che sta venendo portato avanti da anni e anni tramite una campagna propagandistica che è purtroppo falsa nei suoi principi e intesa a creare uno stato sociale sufficientemente turbolento per poter introdurre una legislazione ad hoc o una repressione di diritti prima ritenuti indiscutibili.

Le persone, in generale o per la maggior parte, sono portate per natura a tutelare i diritti altrui o comunque a rispettarli come tali a meno che non siano stimolate a fare altrimenti. Pertanto, l’unico strumento individuato dai “gruppi anti-sette” per annichilire scelte individuali e religiosità da loro considerate «cattive» o «distruttive», è l’intervento dello stato, propiziato con dati statistici quanto meno discutibili e sicuramente insufficienti a giustificarne l’interpretazione allarmistica offerta alla stampa e nei convegni.

Va ricordato che la discriminazione religiosa e l’istigazione all’odio sono già sanzionati dalla Legge 205/93 “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa” con la reclusione fino a 4 anni. Tuttavia, vi sarebbe un’altra fattispecie penale che sembra essere ben integrata dai fatti esposti finora.



- Codice Penale -
Articolo 658 Procurato allarme presso l’Autorità
Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti,
suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano
un pubblico servizio (c.p.358) è punito con l’arresto fino a sei mesi o con
l’ammenda da lire 20.000 a 1 milione (c.p.340, 656, 657).


Le prove esaminate e in parte rese pubbliche in questo blog sembrano mostrare che si stia «procurando allarme» simulando o inferendo un’emergenza che non esiste; a farlo sarebbe un gruppo organizzato, che si potrebbe dunque (in tal caso) considerare un’associazione per delinquere, con l’aggravante del coinvolgimento di  pubblici ufficiali ed enti della Repubblica.

Volendo essere a dir poco eufemistici, le cifre e le statistiche che dovrebbero sostanziare il presunto “allarme sette” – così tanto sbandierato e propagandato in decine di convegni e in centinaia di articoli stampa e trasmissioni TV e radio – non sono per nulla coerenti.

Queste statistiche sono fornite dagli stessi gruppi «anti-sette» appositamente per sobillare forze pubbliche e private contro dei movimenti ritenuti «pericolosi», senza che però tale presunta «pericolosità» possa essere realmente dimostrata. Al contrario, la «pericolosità» da loro portata a dimostrazione delle proprie teorie, risulta essere del tutto marginale.

Non è quindi fuori luogo supporre che una simile condotta (di per sé moralmente disdicevole) possa integrare il reato penale di procurato allarme; inoltre, in tal caso essa si svolgerebbe per mezzo di una vera e propria associazione per delinquere, finalizzata all’indebita repressione di diritti umani fondamentali e universalmente riconosciuti quali la libertà di associazione, la libertà di pensiero e – in particolare – la libertà di culto.

Addirittura, in taluni casi sono proprio i presunti esperti «anti-sette» ad affermare inequivocabilmente, non senza una certa sfacciataggine, che occorre creare allarmismo. Ecco un esempio con le parole di Giuseppe Bisetto del GRIS di Treviso:




Come se non bastasse, nonostante la pochezza dei dati statistici cui fanno riferimento, i gruppi «anti-sette» sollecitano un intervento da parte dello Stato che comporta spese di pubblico denaro.

Con tutti i problemi che già ci sono nel nostro paese, è davvero necessario che uomini e risorse della Repubblica vengano dedicate all'istituzione (e all'inevitabile mantenimento) di forze speciali come la controversa «Squadra Anti-Sette» per risolvere «piaghe» che in realtà non esistono, se non in percentuali estremamente esigue o addirittura relativamente inesistenti?

domenica 22 ottobre 2017

Le statistiche falsate e l’allarmismo degli «anti-sette»

Riprendiamo e ripubblichiamo sul nostro blog un articolo estremamente interessante a proposito di gruppi «anti-sette».

Questo articolo parla di un importante evento pubblico che significò molto per il sottoscritto: infatti, il convegno tenutosi in Dicembre 2007 presso l’ateneo «Regina Apostolorum» fu “la goccia” che fece “traboccare il mio vaso”.

Nelle statistiche fasulle pubblicate dal Telefono Antisette di Don Aldo Buonaiuto ci sono anche le telefonate di un mio parente spaventato dalle false informazioni che aveva ricevuto.

Prima di quello sciagurato contatto, non avevo mai avuto problemi in famiglia: frequentavo con soddisfazione il mio gruppo di meditazione e in casa mia andava tutto bene. Solo in seguito la macchina del fango di questi signori scatenò il panico fra i miei affetti più cari, con false notizie e allarmismo infondato.

Sebbene questa, per me, sia ormai storia antica, nondimeno è un’esperienza personale che spiega come operano questi esponenti «anti-sette» e quali conseguenze hanno i loro atti.

Mario Casini


Aggiornamento breve – Quando la coerenza s’inchina (e lascia il posto) alla convenienza

Come è facile notare da ciò che mette pubblicamente online, Lorita Tinelli ama ostentare quelle che ritiene essere le proprie qualità e prerogative.

Fra queste, le amicizie «importanti», come – per citarne una – il rapporto che, tramite il marito, la legherebbe a monsignor Giovanni Intini, recentemente insediatosi come vescovo di Tricarico (MT):




Di una psicologa tanto ostile al mondo della spiritualità, non si direbbe che possa essere vicina alla religione.

Eppure, quando si tratta di contrastare pubblicamente i movimenti religiosi stigmatizzandoli come «sette», non disdegna affatto una partecipazione attiva alle attività del «GRIS» («Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa», fu «Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette»), organismo cattolico forte dell’imprimatur della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ormai da trent’anni.




Superfluo commentare l’approccio meravigliosamente scientifico – oltre che di immensa apertura mentale – che si ravvisa in un asserto come «la libertà religiosa diventa una trappola».

Ma la collaborazione col GRIS non si limita ad una partecipazione sporadica a un convegno, al contrario è evidenziata anche in contributi alla rivista di questo gruppo cattolico intransigente:



Data l’amicizia altolocata all’interno del clero e l’affinità di intenti con il GRIS, ci si aspetterebbe quindi non tanto una forma di deferenza nei confronti della Chiesa Cattolica, ma per lo meno un qualche rispetto nei riguardi del cristianesimo in quanto religione, peraltro condivisa e praticata da centinaia di milioni di persone.

Le attività del CeSAP e di Lorita Tinelli, invece, mostrano qualcosa di ben diverso.

Post come questo, ad esempio, in cui il cristianesimo viene citato come elemento di un «culto» considerato «distruttivo»:



Si potrà ragionevolmente obiettare che questo post non critica minimamente la Chiesa Cattolica. Vero, anche se il messaggio recepito da chi leggesse (come una gran quota della popolazione di Facebook fa) solo il titolo dell’articolo citato nel post, conterrebbe un’assimilazione fra «cristianesimo» e i concetti di «promiscuità» (evidentemente sessuale) e di «pedofilia». Tant’è che l’amico per la pelle della Tinelli (e noto oppositore dei Testimoni di Geova), Stefano Martella, commenta proprio con una frecciata al Vaticano.

D’altronde, è sufficiente una rapida occhiata proprio al sito del CeSAP, seguita da un fugace clic, per riconoscere la portata delle «informazioni» de facto anti-cattoliche diramate e propalate dalla Tinelli:




Sul menù di sinistra, abbiamo fatto clic alla voce «Pedofilia»; scegliendo «Rassegna stampa», ecco cosa viene visualizzato:




Una lunga lista di articoli la cui maggioranza riguarda casi di pedofilia nella Chiesa Cattolica.

Lorita Tinelli è evidentemente convinta di svolgere un servizio pubblico.

I post, infatti, sono di questo tenore:




Ma la «denuncia» del CeSAP non riguarda solo casi di pedofilia nella Chiesa Cattolica.

Ecco un’altra breve estrapolazione del materiale disponibile contro gli esponenti cattolici di vario rango:



Qui invece l’attuale presidente del CeSAP, Luigi Corvaglia, tuona contro «Rinnovamento nello Spirito»:



Tutte storie davvero agghiaccianti, che contribuiscono a incrementare il senso di insicurezza e di allarme della gente nei confronti del clero cattolico. Su questo si potrebbe obiettare portando ad esempio malcostume e corruzione, purtroppo conclamati e diffusi in certi ambienti religiosi: sebbene sarebbe stupido negarli, è pur vero che non si fa un’adeguata informazione descrivendo esclusivamente il lato negativo di un fenomeno. Bisognerebbe anche (per lo meno) menzionarne il lato positivo. Altrimenti si tratta di  «informazione» a senso unico, quando non mera propaganda.

Di questi orribili fatti cattolici la psicologa del CeSAP avrà dato conto anche al monsignore citato in questo articolo, che ha ricevuto in quanto assessore comunale nel suo paesino in Giugno del 2016?

lunedì 16 ottobre 2017

STORIA / 2. Ancora sul background e l’attendibilità dei gruppi «anti-sette»

Proseguiamo il racconto delle diatribe fra gli «anti-sette», che mentre mostrano quanto sia profondo il solco e il discrimine fra i presunti (sedicenti) esperti e gli studiosi (accademici) veri i cui pareri contano realmente e sono meritevoli di avere seguito presso le autorità.

Aggiornamento breve – La censura continua

Inutile cercare di far emergere la verità completa sulla sentenza a proposito di Arkeon.

A quanto pare, infatti, la casta degli psicologi non fa che soffocare qualsiasi tentativo di esprimere un’opinione contraria, o – per meglio dire – di porre in rilievo tutti gli aspetti di una questione giudiziaria in cui fa (loro) comodo soltanto evidenziare la condanna per abuso di professione, sottacendo ciascuno degli altri punti che la magistratura ha liquidato come destituiti di fondamento.


Link alla pagina originaria: https://formazionecontinuainpsicologia.it/confermata-condanna-psico-setta-arkeon/



Link alla pagina originaria: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2017-08-22/psicologi--professione-abusiva-il-guru-psico-setta-203056.shtml


Ad oggi, infatti, nessuno dei due commenti ha visto la luce (il secondo ricalcava in toto il primo).


domenica 15 ottobre 2017

Aggiornamento breve – Lorita Tinelli e l’ipocrisia in pillole

L’atteggiamento illuminato che viene prospettato agli amici e ai seguaci: «Siamo sempre pronti a scagliarci contro gli altri, senza conoscere le loro storie, facendoci consumare dall’odio e dall’acredine, a prescindere»






L’atteggiamento concreto nell’attività di tutti i giorni: pubblicare in continuazione notizie (a prescindere dal sentore di attendibilità che abbiano) negative, possibilmente allarmistiche, a proposito di religioni, movimenti spirituali e alternativi, minoranze confessionali, ecc. Il criterio che appare evidente è: più sono sensazionali e più colpiscono alla pancia e suscitano reazioni sdegnate, meglio è. Che poi siano veritiere, è un fatto secondario.

Un paio di esempi:


Reazione assai scientifica quella di deridere un fenomeno sociale in crescita.



Chissà, si saranno poi riempite le cartelle?


Da notare come, leggendo il sito del CeSAP, la madre prima preoccupata si è poi completamente allarmata.


I Mormoni un «culto fondamentalista» tanto da giustificare la «deprogrammazione»?


Quanto sarà stata attendibile questa notizia? È ben noto che sul «Blue Whale» sono girate molte «bufale».

Ecco, quindi, come un’attività di promozione dell’intolleranza e della paura viene portata avanti da chi, però, vorrebbe apparire equilibrato e tollerante del diverso.

sabato 14 ottobre 2017

Aggiornamento breve – discussione su MedicItalia

Ecco un altro, lampante esempio delle contraddizioni di una figura di primo piano del controverso panorama «anti-sette», Lorita Tinelli.

Segnaliamo infatti la discussione che si è sviluppata su questo articolo della rivista online «MedicItalia», a firma Sabrina Camplone, che riteniamo alquanto interessante e di rilievo soprattutto ai fini di una più ampia valutazione dell’operato degli attivisti «anti-sette».

Ecco il link: http://www.medicitalia.it/news/psicologia/7298-faresti-tagliare-capelli-giardiniere.html#c1

lunedì 9 ottobre 2017

STORIA / 1. Un po’ di background sull'attendibilità dei gruppi «anti-sette»

Un’attendibilità autoreferenziale e, di fatto, più presunta che possibile. La litigiosità dei gruppi «anti-setta», una loro caratteristica tanto costante quanto emblematica, lascia spazio a dubbi e perplessità profondi circa una loro inattendibilità di fondo. Come minimo, si può dire che abbiano un DNA fazioso (se non addirittura facinoroso), incline al contrasto a tutti costi e caratterizzato dalla smania di protagonismo.

mercoledì 4 ottobre 2017

Libertà di parola? Tutt’altro, censura!

Una volta avevo un profilo Facebook… 😅

Poi ho commesso l’errore di osare esprimere la mia opinione senza chinare il capo di fronte agli «anti-sette».

Certo, non ho usato mezzi termini e non sono stato né soft né tanto meno compiacente. Lascio però giudicare al lettore quanto fosse lecito o illecito (al di là del contenuto della critica, con cui si può essere d’accordo o meno) esprimere sulla propria pagina Facebook personale un parere personale:


Questo mi è costato… il mio profilo Facebook! Per un paio di post critici ma comunque educati, Lorita Tinelli mi ha fatto chiudere il profilo rivolgendosi a dei suoi amici poliziotti, una in particolare, una certa Madi Lentini di Roma (qui la sua pagina Facebook). Ecco infatti come la Tinelli l’ha aizzata contro di me:


A questo commento, che mostra un’intrinseca ma evidente velleità ostile, ha fatto seguito un breve scambio di messaggi privati nei quali la Lentini mi ha velatamente minacciato, in risposta a una mia battuta di spirito, con un «rida, rida…».

Un paio di giorni più tardi quel mio post è stato rimosso da Facebook, senza alcun preavviso né richiesta di chiarimento.

Il giorno successivo, il mio profilo è stato bloccato, di nuovo senza alcuna motivazione o possibilità di appello.

Mi pare che tutto ciò sia alquanto indicativo della metodologia seguita dalla Tinelli e dai suoi alleati «anti-sette».

Ciliegina sulla torta, cosa pubblica la Tinelli due giorni più tardi? Un post sui «metodi mafiosi».


Mi domando: quando parla di «aprire profili anonimi», si riferisce forse alla sua cara amica e collega Sonia Ghinelli che si nasconde dietro un finto profilo Facebook di nome Ethan Garbo Saint Germain?

Insomma, il suo è un post alquanto attinente, per non dire… di un’ipocrisia disarmante!