sabato 24 marzo 2018

Contributo esterno: il caso di Mario Pianesi e la macrobiotica

Presentiamo il seguito del nostro primo post sull’avvilente caso di Mario Pianesi e della sua catena di punti vendita di prodotti e cucina macrobiotica.

Sebbene l’inchiesta sia in corso e la verità resti ancora tutta da accertare, i giornali e le TV aizzati dai (soliti) «anti-sette» hanno messo in atto un linciaggio mediatico violento e assordante.

Ecco una lettura controcorrente (e – lo ammettiamo – anche un poco satirica) di questi fatti.




Reazionarismo culinario:  come ti cucino il “guru”


I movimenti anti-sette italiani devono aver inventato la macchina del tempo, ma solo per andare indietro verso periodi più oscurantisti. Sono infatti gli unici al mondo che ancora propongono come attuali notizie di 50 anni fa, peraltro esagerandole.

Come già documentato nel nostro precedente post su questo tema, nel 1971 l’American Medical Association attaccava la macrobiotica come pericoloso fenomeno sociale, per poi gettare la spugna nel 2017 con un articolo di The New York Times che sanciva la definitiva vittoria del movimento salutista.

Ma in Italia, grazie ai ruspanti esponenti anti-sette, scopriamo che la macrobiotica è “diventata” una setta che condiziona i propri adepti e li costringe alla schiavitù. E per porre termine a questo pericolo sociale si mobilitano polizia e magistratura che chiudono negozi e ristoranti del mangiar sano (peraltro riaperti poco dopo). È vero che l’Italia è conosciuta in tutto il mondo per la sua cucina, ma non ci saremmo mai immaginati che vendere verdura biologica sarebbe stata considerata un’attività settaria. E che cucinare zucchine macrobiotiche sarebbe diventata una forma di lavaggio del cervello. Ma i nostri “esperti” anti-sette italiani riescono sempre a stupirci con la loro creatività demenziale.

Stiamo naturalmente parlando dell’inchiesta su Un Punto Macrobiotico e Mario Pianesi. La stampa internazionale, come abbiamo già visto, ha toccato la notizia con pinze molto lunghe virgolettando la parola “setta” le poche volte che è stata costretta a riprenderla. Ma ora c’è un seguito: i macrobiotici bolognesi, superato lo choc iniziale, dichiarano “Pazzesco definirci una setta” e proseguono specificando che in realtà non sono tutti smunti o emaciati e di certo non sono “integralisti” della salute.

Se non ci fossero di mezzo persone vere, che sono state messe alla berlina dai mezzi di comunicazione italiani sempre pronti a mettere il megafono su ogni nefandezza senza neanche pensarci sopra, si potrebbe archiviare la questione con una semplice risata, tutt'al più un po' amara. Ma a quanto pare, l’appartenenza alle “sette” ora si misura in base al giro-vita e al peso corporeo. E le diete sono diventate una nuova forma di controllo mentale.

Se mangi in un ristorante macrobiotico sei stato plagiato. Se leggi l'apporto calorico sul vasetto di yogurt sei mentalmente alienato. Quando comperi frutta priva di pesticidi, sei caduto vittima di una loggia che cospirerà per soggiogarti completamente e toglierti qualsiasi parvenza di umanità. Prestate quindi molta attenzione quando andate dall’ortolano perché “il nemico vi ascolta”.

Se credete che stiamo esagerando, leggete o ascoltate la retorica di questi “esperti” che stanno cercando di “salvarci” da noi stessi: “vite devastate” in riferimento alle vittime della dieta (90.000 associati/clienti!?) oppure “persone prive di umanità e mentalmente alienate” riferito ai soci/gestori di Un Punto Macrobiotico (ma probabilmente in questo caso è una sorta di riflesso inconsapevole di autocritica degli stessi “esperti”).

Se poi leggiamo il comunicato ufficiale rilasciato dalla Polizia di Stato viene da chiedersi a che fine vengono spesi i nostri soldi di contribuenti: “riconoscibili sono stati gli indizi tipici dei reati settari, contrassegnati dall’abuso del gruppo sulla singola persona ed identificabili in tutte quelle componenti negative che la Squadra Anti Sette in forza al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ha tratteggiato e definito sintomatiche di possibili profili di abuso marcando per caratteristiche e struttura, la piena equiparazione dell’Associazione una vera e propria 'psico-setta a scopo economico'”.


Notiamo alcuni errori di ortografia, sui quali sorvoliamo.

Cerchiamo invece d’interpretare questo garbuglio di concetti mescolati.

Innanzi tutto ci troviamo di fronte a “indizi” che tratteggiano “possibili profili di abuso”, però “marcando per caratteristiche e struttura la piena equiparazione”. Quindi i profili sono “possibili”, però chi ha svolto le indagini ha “marcato” (quindi, diremmo, ha “rilevato”, “individuato”) una “piena equiparazione a...” Ma allora i “profili di abuso” erano “possibili” o “accertati”? E che scoperta è il fatto che esista uno “scopo economico”, se teniamo conto che si sta parlando di una catena di negozi di frutta e verdura biologica? In buona sostanza, non c’è nulla di concreto stando a quello che la stessa polizia dichiara! Per non parlare dello stigma di “psico-setta”, che è già impalpabile di per sé (specialmente sotto il profilo giudiziario), ma applicato a un'attività commerciale alla luce del sole con negozi in tutta Italia, è una specie di comica!

Francamente sembra avere tutte le caratteristiche e struttura della classica bufala inventata dagli anti-sette. La bolla di sapone che scoppierà coprendoli ancora una volta di ridicolo. Ma dovremo aspettare qualche tempo prima che questo succeda, quando la questione verrà giudicata dando la possibilità agli interessati di difendersi. Solo allora sapremo come stanno veramente le cose, o per lo meno lo speriamo.

Non si era forse detto che una persona è innocente fino a prova contraria e che la colpevolezza va stabilita da un giudice nel corso di un giusto processo? Non è scritto nella nostra Costituzione? Mi sembra che fosse l’articolo 27.

Ma no, gli “anti-sette-biotici” preferiscono il linciaggio rapido sui media. Peccato che anche questa volta sembrino aver fatto cilecca. I media internazionali li hanno semplicemente snobbati. E i media nazionali hanno già perso talmente la propria credibilità, come dimostrato anche durante le ultime elezioni (per non parlare delle statistiche di vendita dei quotidiani), che si fa fatica a intravederne un futuro.

Persino uno psichiatra, come Alessandro Meluzzi, dichiara nel corso della trasmissione “Mattino 5” andata in onda il 16 marzo su Canale 5:

“La riduzione in schiavitù mi pare, devo dire sinceramente, francamente paradossale. Intanto è un reato che ha bisogno di circostanze assolute in cui la libertà venga completamente conculcata come avviene nei campi profughi in situazioni di questo tipo e parlare di riduzione in schiavitù con cinque indagati in un'associazione di 90.000 soci effettivamente sarà un processo sicuramente molto interessante dal punto di vista anche giudiziario.”


E in effetti la vicenda non è soltanto paradossale, ma presenta connotazioni drammaticamente grottesche. E lo stesso Meluzzi si meraviglia che ci siano voluti ben cinque anni per arrivare a tutto questo: “Così lo dico non per inficiare questa straordinaria indagine ma per dire che dobbiamo essere molto attenti, in questi casi il rischio è quello di creare, di sbattere dei mostri in prima pagina così sulla base di alcune testimonianze, dopo una lunga indagine che tanto pare essere durata dal 2013 ad oggi e anche questo è singolare dal punto di vista della procedura penale, e quindi vedremo, io direi attendiamo i fatti e poi si vedrà”.

E ha proprio ragione, attendiamo i fatti perché sinora l’unica cosa che sappiamo per certa è che sono stati chiusi temporaneamente alcuni negozi e ristoranti macrobiotici e si è sbattuto il mostro in prima pagina insieme a una parata esilarante di “testimonianze”.

Ma ascoltiamo le parole del conduttore di Mattino 5, Francesco Vecchi: “Secondo la procura di Ancona e anche secondo i testimoni ne sentiremo tra pochissimo: Mario Pianesi, il guru del macrobiotico, era riuscito a ridurre in schiavitù centinaia di persone e a convincerli a lavorare gratis, a donare tutti loro soldi all'associazione, a seguire regole ossessive e paranoiche.”


“Cadere nella rete era facile, uscirne difficilissimo e ancora tra l'altro, i centri continuano a lavorare, perché?”

Infatti ce lo chiediamo anche noi, perché? Ma nella trasmissione nessuno ce lo spiega e i famosi testimoni non dicono niente di concreto. Si mostra anche un video di Michelle Hunziker che con la vicenda non c’entra niente e che parla a sproposito e si conclude con un florilegio professionale del conduttore: “Io penso che se un medico ti dice 'curati, non con delle cure che funzionano ma con delle goccine che non servono a un cazzo... queste, scusate, queste sono cose da perseguire penalmente”.

Ma allora di che stiamo parlando? Professione medica? Siamo tornati al 1971? Sembra proprio di sì, ma forse qualcuno dovrebbe spiegare al conduttore e agli anti-sette italiani che i tempi di Richard Nixon sono passati (era presidente degli Stati Uniti nel 1971) e che da allora il mondo si è evoluto.

Comprendiamo che la mentalità antidiluviana degli anti-sette-biotici, degli specialisti del “fai da te inquisitorio”, faccia fatica a stare al passo coi tempi, ma cerchiamo di non renderci ridicoli in tutto il resto del mondo, please!

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