venerdì 9 marzo 2018

L’intolleranza degli «anti-sette» è anche «politica»: il caso di Tiziana Santaniello

Si era già accennato in un precedente post ad uno degli innumerevoli casi di discriminazione da parte degli «anti-sette»; questa volta si potrebbe addirittura ipotizzare un fine di strumentalizzazione politica, dato che l’episodio si colloca due settimane prima dalle ultime elezioni per il nuovo governo (4 Marzo scorso).

Ad essere presa di mira, questa volta, è stata Tiziana Santaniello esponente politica e candidata al senato nel collegio uninominale di Milano 2 per il Movimento 5 Stelle che (come è noto) ha poi stravinto le consultazioni elettorali in buona parte del paese. La Santaniello non è stata poi eletta, tuttavia ha raccolto poco meno di 55mila voti pari al 19 per cento delle preferenze.

Il 20 di Febbraio, a seguito di un articolo di Repubblica che critica aspramente la Santaniello per la sua profonda credenza e partecipazione ad una disciplina di meditazione denominata Sahaja Yoga parte la relativa macchina del fango in completo stile «anti-sette», tanto che Lorita Tinelli non manca di diffonderla al suo stuolo di seguaci mediante l’immancabile post su Facebook:


L’articolo riproposto dalla Tinelli non quello di Repubblica ma uno successivo, tratto da Next Quotidiano, che però sostanzialmente riprende l’originale e addirittura cerca di sostanziarne una delle principali accuse, cioè che l’associazione della Santaniello proponga «la cura del cancro o
dell’AIDS attraverso la meditazione».

Sfortunatamente, si tratta dell’ennesimo caso di «fake news» di stampo «anti-sette», dal momento che non vi è alcuna simile asserzione, nemmeno per allusioni, sul sito istituzionale di Sahaja Yoga. Tant’è che del caso si è occupato anche il sito «Bufale un tanto al chilo» confermando appieno che l’associazione della Santaniello non si è mai spinta a formulare teorie di alcun genere a proposito della cura del cancro. L’unico elemento che possa dare una qualche forma di giustificazione a un’accusa tanto grave da parte di Repubblica e degli «anti-sette», semmai, è che in India (paese che, ça va sans dire, ha cultura e tradizioni radicalmente differenti dalle nostre) esponenti di spicco di quel movimento hanno formulato ipotesi più azzardate in quel senso.

Ma allora perché il giornalista di Repubblica, Daniele Autieri, si spinge ad affermare un’esponente politica emergente di propugnare «terapie» abusive dichiarando falsamente: «si legge sul sito del Sahaja, la cura del cancro o dell’Aids attraverso la meditazione»?

La matrice «anti-sette» è lampante e nemmeno questa volta è casuale.

Infatti, con una semplice ricerca in Internet si può trovare un articolo di Dicembre 2013 (guarda caso) proprio di Lorita Tinelli, nel quale si legge che il Sahaja Yoga «sostiene quindi di curare tutte le malattie (compreso l’AIDS e il cancro)». Praticamente la stessa frase del giornalista di Repubblica.

Anche la meditazione Yoga, quindi, è nel mirino del CeSAP, evidentemente percepita come una pratica «concorrente» alle sedute di analisi psicologica da pagarsi lautamente.

Eppure è semplicemente una mera falsità il fatto che Sahaja Yoga affermi quanto viene sostenuto dalla Tinelli, come si può ben vedere sul sito istituzionale di Sahaja Yoga. Si legga con obiettività: «I benefici della meditazione sahaj sono stati riscontrati da numerosi studi medico-scientifici. In particolare, le evidenze sono state notevoli su alcune malattie psicosomatiche, dall’asma all’ipertensione, dalla sindrome da deficit di attenzione (A.D.H.D.) alla depressione e alla menopausa». Qui parla di benefici correlati, altro che «terapie»!

Ecco dunque l’ennesimo caso di «fake news» propiziate dagli «anti-sette» e diffuse dai loro «megafoni» giornalistici.

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