lunedì 5 marzo 2018

Le «fake news» e la manipolazione mentale degli «anti-sette» a «Presa Diretta»

[Post aggiornato il 17 Marzo 2018]

Si è già detto nell’ultimo post (ed ha ovviamente colpito nel segno, considerando le reazioni di FAVIS, CeSAP e AIVS, che non si sono fatte attendere) della clamorosa ignoranza messa in mostra dagli «anti-sette» in occasione della trasmissione televisiva «Presa Diretta – Io ci Credo» andata in onda su RAI 3 Sabato 24 Febbraio scorso.

Trasmissione che è già stata da più parti contestata, con dovizia di particolari e di argomentazioni scientifiche, oltre che da noi, dall’organizzazione buddista Soka Gakkai, dal blog indipendente di Alessandro Reda (studioso di libertà religiosa) e dalla prof.ssa Raffaella Di Marzio.

Quella puntata di «Presa Diretta» con il servizio di Raffaella Pusceddu fornisce inoltre diversi spunti per descrivere il carattere della «manipolazione mentale» messa in atto nei confronti del vasto pubblico proprio dagli stessi «anti-sette» (e dei loro «assistenti-megafono», ovvero per l’appunto i giornalisti). Tale manipolazione ha l’obiettivo di far passare una certa interpretazione di fatti spacciandola per ovvia o logica (quando tale non è affatto), o anche di sottintendere una data spiegazione per talune circostanze e situazioni. Il tutto, ovviamente, ai danni dei tanto detestati gruppi spirituali di minoranza da loro etichettati come «culti distruttivi».

D’altronde, l’operato degli «anti-sette» si palesa anche mediante la generazione di vere e proprie «fake news», come quella che segnaliamo qui di seguito, facilitata e in parte derivante proprio da quel genere di propaganda.

Nella fattispecie: una porzione della trasmissione «Presa Diretta» (da 1h03m26s a 1h17m19s - a breve metteremo a disposizione il video) ha preso di mira la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

Vediamo come viene commentato da uno dei vari gruppi Facebook contro i Testimoni di Geova, collegati agli attivisti «anti-sette» ed ispirati alla mezza dozzina dei loro ideologi militanti (don Aldo Buonaiuto, Lorita Tinelli e Luigi Corvaglia, Sonia Ghinelli e Maurizio Alessandrini, Patrizia Santovecchi, Giovanni Ristuccia):


Il fumetto, però, è un falso bello e buono.

Ecco, infatti, cosa aveva invece affermato Alberto Troisi, l’addetto stampa dei Testimoni di Geova (cfr. da 1h05m44s a 1h07m04s; qui un estratto del video):



La breve sequenza appena successiva porta un'ulteriore testimonianza dalla quale si può comprendere qual è la posizione dei Testimoni di Geova sul punto:


Ma tornando alla dichiarazione dell'addetto stampa Troisi, eccone la trascrizione:

(Pusceddu) «Quando queste regole diventano troppo strette e qualcuno se ne va, è vero che – come dire – la comunità si chiude
(Troisi) «Allora, è vero: chi entra a far parte della comunità dei Testimoni di Geova col passo del battesimo, sa che ci sono delle regole da rispettare; ecco perché – le dicevo prima – dev’essere consapevole di quello che sta facendo. D’altra parte la persona che commette una trasgressione, se vogliamo chiamarla così, non viene automaticamente allontanata dalla comunità. Una persona viene allontanata dalla comunità quando questo… questo problema, questa trasgressione, viene praticata in maniera impenitente. (…)»
(Pusceddu) «Quindi non c’è la chiusura, ad esempio bisogna evitare i familiari, vengono interrotti i rapporti con i familiari…»
(Troisi) «Allora: i rapporti che s’interrompono con la comunità sono quelli di natura spirituale. È vero che nel momento in cui una persona che è un mio familiare in qualche modo tradisce i suoi principi che sono anche i miei, io comincio a tenerlo un po’ più lontano. (…) »
(Pusceddu) «Anche se è un familiare, dice…»
(Troisi) «Invece i normali rapporti familiari soprattutto quelli che avvengono in casa, quindi tra moglie e marito, il marito se ne va e la moglie rimane una testimone o viceversa, quelli rimangono, o i figli, quelli rimangono.»

Condivisibile o non condivisibile che sia la posizione di questo rappresentante dei TdG, come si può ben vedere, è inconfutabile che il senso della risposta di Troisi è stato completamente stravolto e travisato con un «taglia e cuci» alquanto malizioso. Questa è «informazione tendenziosa», se non pura e semplice disinformazione.

Ed è naturale che produca i risultati evidentemente voluti, come queste manifestazioni di ostilità e di odio che si notano nei commenti in calce al post:


Non è strano: questi commenti sono basati sul post, non sulle parole vere e proprie dell’esponente TdG.

E non solo quel post «anti-sette» non è stato smentito o rettificato. Al contrario, ne è stata realizzata una versione ulteriormente offensiva che dileggia impunemente il rappresentante di una minoranza religiosa:


Qui il falso «bello e buono» diventa un falso «brutto e cattivo», potremmo dire con una punta di ironia per stemperare dei toni tanto deprimenti (e preoccupanti).

Una siffatta trasmissione, d’altro canto, produce giudizi sommari come questo espresso sempre quel giorno da Pier Paolo Caselli, un pubblico sostenitore del CeSAP (alias Lugi Corvaglia e Lorita Tinelli):


I fedeli dei movimenti religiosi o delle correnti filosofiche «alternative» come Damanhur o Arkeon sono quindi «gentaglia»: a quando delle leggi repressive per impedirne il libero pensiero e autorizzarne la deportazione?

Questo modo di «fare informazione» tanto caro agli «anti-sette», altro non è se non la creazione e propagazione di «fake news» e, come s’è visto, generano intolleranza.

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