Potrebbe un’organizzazione «anti-sette» come il cattolico GRIS («Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa») ritrovarsi ad essere profondamente contrapposto, sul piano dialettico, a un’associazione «anti-sette» come il CeSAP (il «Centro Studi sugli Abusi Psicologici»), corrispondente italiana della controversa FECRIS e referente della «Squadra Anti-Sette» (SAS) del ministero dell’interno?
Potrebbe, eccome. Anzi: può.
Ne diamo dimostrazione qui, con una breve ma significativa presentazione di prove multimediali, tornando ad attingere dalla sbalorditiva esposizione pseudo-scientifica fornita da Lorita Tinelli nel suo webinar del 18 aprile scorso, della quale non finiremo mai di essere riconoscenti alla psicologa pugliese perché si è rivelata fonte pressoché inesauribile di prove concrete della superficialità, banalità e scempiaggine ravvisata nell’operato degli estremisti antireligiosi.
Lorita Tinelli del CeSAP sostiene che una «culto distruttivo» o una «setta» abbia questa principale caratteristica:
Si era già trattato in dettaglio in un post precedente dell’inquietante inconsistenza di un siffatto discorso in tema di fideismo.
Ora andiamo oltre ed esploriamo quali conseguenze sconvolgenti può avere un tanto superficiale procedere dialettico.
Giovanna Balestrino (prima da destra nella foto), da quasi venticinque anni affermata avvocatessa del foro di Alessandria e fervente cattolica nonché rappresentante di zona del GRIS, racconta così di una toccante esperienza che l’ha condotta al matrimonio:
Proviamo ad analizzarlo in dettaglio, concetto per concetto.
Nello stralcio che evidenziamo qui di seguito, non si ravvisa forse una «adesione totale» ai dettami del gruppo (tanto, nella fattispecie, da determinare se protrarre o meno una convivenza pre-matrimoniale)?
E in questo successivo passaggio, non si ravvisa forse di nuovo un «atteggiamento fideistico» e (di nuovo) una «adesione totale» alla «parola del leader»?
Addirittura un «leader» solamente intermedio dato che si tratta di un sacerdote come molti altri, seppur nella ieratica cornice di un luogo come Medjugorje?
Importante precisazione: a noi curatori del presente blog – che religiosi siamo assai (anche se di estrazioni spirituali e dottrinali nettamente differenti) – pare non vi sia alcunché di biasimevole in una tanto fervida espressione di fede; al contrario, la riteniamo lodevole non tanto perché si colloca in un tempo di profonda crisi della Chiesa Cattolica, ma piuttosto per la profonda coerenza con gli ideali e con la morale afferenti al proprio credo. Poco importa che si possa pensarla in maniera diametralmente opposta: costei ha tutto il diritto di professare simili credenze (mentre ribadiamo la nostra assoluta disapprovazione per le sue inquisitorie attività di contrasto ai nuovi movimenti religiosi, che riteniamo non solo lesiva dei diritti altrui, ma anche del tutto contraria ai principi fondanti del cristianesimo).
Eppure, secondo Lorita Tinelli del CeSAP, quell’intenso ardore religioso deve essere schernito e deriso.
E altrettanto vale per affermazioni come questa, che dalla spiritualità quasi straborda nella poesia:
Ed ecco come risponderebbe la cattolicissima avvocatessa a chi vorrebbe trovare argomentazioni «scientifiche» per convincere i credenti di una data fede dell’inutilità del loro credo (si noti che asserzioni simili vengono adoperate anche contro chi recita orazioni buddiste):
Questo il parere della esponente «anti-sette» Giovanna Balestrino, quest’altro invece quanto dichiara l’«anti-sette» Lorita Tinelli:
Insomma, le credenze del tale o talaltro gruppo religioso preso di mira dalla psicologa «anti-sette» Lorita Tinelli devono essere considerate prive di «una base teorica e ideologica sostenibile», tanto da concludere: «come si fa a credere a cose di questo genere?».
Non si può credere in questo genere di cose, «a meno che» (sembra voler insinuare la Tinelli) «non si sia mentalmente labili». Tant’è che la fondatrice del CeSAP, referente della «Squadra Anti-Sette» della Polizia di Stato, addirittura dà a intendere che tale «disturbo mentale» che porta a «credere a cose di questo genere» serpeggi persino fra «soggetti socialmente adattati» che praticano «lavori di un certo livello».
Di nuovo, non stiamo esagerando, sono letteralmente parole sue:
Di fatto, la Tinelli si sta addirittura permettendo di discriminare, in maniera alquanto sprezzante, i fedeli di religioni e movimenti religiosi, etichettando questi ultimi come «culti distruttivi», persino sindacando sulla loro estrazione sociale o sui loro ruoli professionali.
Sembra quasi che stia parlando dell’avvocatessa di Nizza Monferrato e della sua nota e rispettata famiglia, la cui forte connotazione cattolica è presente (come è peraltro ovvio dedurre) in ogni aspetto della loro esistenza.
Questo discorso non ci pare solo di un’ovvietà e di una banalità tali da risultare pressoché disarmante se proferito da una psicologa la cui autorevolezza viene spesso citata ad esempio da media nazionali. No: ci sembra anche di una superficialità e di una tendenziosità allarmanti: incita alla discriminazione su basi del tutto inesistenti.
Si badi bene che la psicologa «anti-culto» critica, dileggia e discrimina non solo per ciò che (secondo lei) fanno gli appartenenti ai movimenti religiosi, ma anche per ciò in cui credono. Parrà cosa da poco, ma è invece di una gravità preoccupante: una psicologa (peraltro priva di qualifiche accademiche in materia religiosa) si permette di sindacare su ciò in cui gli altri credono, pubblicando poi ai quattro venti le sue opinioni. Ciò è illegittimo, senza il minimo dubbio.
E, come si è qui dimostrato, risulta in una discriminazione «anti-sette» che potrebbe specularmente venire applicata ad un esponente «anti-sette» del GRIS come Giovanna Balestrino.
Ma allora sono proprio im... inattendibili. In pratica gli antisette laici violano la legge perché vogliono imporre il pensiero unico (devi credere quello che va bene a loro), mentre gli antisette cattolici violano perfino i loro principi e sono in conflitto con quelli laici. Quand'è che la smettono di infastidire?
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