domenica 3 giugno 2018

Gli «anti-sette» di AIVS e l’apologia della belligeranza e dell’odio

In alcuni post recenti abbiamo riferito del discutibile operato di AIVS e dei suoi militanti sotto vari aspetti (la privacy, le richieste di denaro, le minacce di azioni giudiziarie cadute nel vuoto e le incongruenze su quelle invece effettivamente intraprese, le infamie, le intimidazioni, ecc.

Abbiamo potuto constatare che mai una volta alcuno dei responsabili di AIVS ha messo in discussione in modo serio e coscienzioso le modalità d’azione della propria associazione o dei propri colleghi.

Al contrario, le uniche reazioni degne di nota sono state quelle contro coloro che (come noi, ma non solo, anche degli utenti stessi della loro comunità Facebook) hanno osato muovere delle critiche.

Adesso, di fronte agli eccessi ed all’intemperanza di una delle più facinorose attiviste di AIVS (quella Paola Moscatelli di cui parliamo in post precedenti),  che ha suscitato più d’una reazione avversa nei seguaci di Toni Occhiello, si è assistito all’ennesima difesa dell’indifendibile.

Ecco infatti cosa scrive il 23 maggio scorso Francesco Brunori alias Italo, amico di Occhiello e co-amministratore dei gruppi Facebook legati ad AIVS:


In altri termini, stando a quanto dichiara Brunori, pare che se si è iscritti ad AIVS e se ci si mette la propria faccia esponendo una propria testimonianza, allora ci si possa permettere di offendere, diffamare e violare la privacy altrui. Questo, almeno, sembrano voler dire le parole di Brunori.

Significativa infatti la risposta di un utente simpatizzante AIVS e facente parte della dozzina dei più astiosi:


Nonostante l’inevitabile il «disclaimer» di carattere prudenziale («ma non si può purtroppo»), l’affermazione rimane vagamente minacciosa e non si può non pensare a episodi in cui simili incidenti si sono poi verificati davvero (qui un esempio non particolarmente calzante ma indicativo).

D’altronde, il giorno stesso, anche il terzo esponente di AIVS,  il romano Luciano Madon si era espresso in un’ancora più esplicita apologia del comportamento della Moscatelli:


Quindi, se mai ve ne potesse essere dubbio, Madon è ben consapevole di avere tutta l’autorità e la capacità (tecnica e non) di eliminare i contenuti che sa bene essere ai limiti del lecito quando non palesemente illeciti. Ma non lo fa, per esplicita ripicca nei confronti del movimento religioso di cui faceva parte.

Tanto è vero che gli utenti di AIVS sono consapevoli della scorrettezza di quanto avviene nel loro stessi gruppo, che persino uno di loro, fra i più incattiviti nei confronti della religione che ha abbandonato, esprime però un’opinione nettamente divergente a quella apologetica di Madon richiamando a modo suo all’ordine la Moscatelli:


Sulla parte che abbiamo evidenziato non possiamo che convenire appieno con quanto scrive quell’utente.

La replica di Madon? Inutile riportarla, basti dire che è l’ennesima giustificazione, a discarico della Moscatelli, che ricalca quanto già affermato precedentemente da lui stesso e da Brunori.

Secondo loro, è corretto che la Moscatelli scriva cose come queste:


Sarebbero invece nel torto altri utenti che di fronte a simili affermazioni s’indignano e intervengono per cercare di farla ragionare:


Forse grazie agli episodi che abbiamo raccontato in precedenza, questa volta le due utenti controcorrente non sono state messe alla porta da Occhiello, Madon e Brunori.

Ma la correttezza, il rispetto e la morigeratezza – evidentemente – latitano in maniera deplorevole nel direttivo AIVS.

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