sabato 23 giugno 2018

La fallimentare questua di AIVS, i conti in rosso e l’esclusione degli utenti che non pagano

Torniamo a parlare della potentina «Associazione Italiana Vittime Sette» (AIVS) per alleggerire un po’ i toni, quasi un intermezzo ameno rispetto ai temi ben più forti e drammatici di cui ci stiamo occupando in questo periodo (episodi storici sanguinosi come l’eccidio del «Tempio del Popolo», ecc.).

Ci ha colpito una discussione che ha avuto luogo qualche giorno fa su uno dei gruppi Facebook gestiti dai «numerosi personaggi» (come amano definirsi, ossia i tre amministratori e principali attivisti) di AIVS.

L’esordio è di un simpatizzante di AIVS che racconta di aver risposto in maniera volutamente offensiva e denigratoria ad un proprio amico (?), a suo parere colpevole di appartenere tuttora al movimento religioso da lui abbandonato (e costantemente nel mirino di AIVS). Interviene un altro utente che cerca di smorzare i toni:


La risposta immediata è di Toni Occhiello, che coglie la palla al balzo per vendergli l’iscrizione all’associazione (come s’è visto già in precedenza, per lui deve trattarsi di una sorta di anomalo business), senza considerare che la proposta dell’utente aveva evidentemente un carattere gioviale.

Prevedibile la reazione un po’ scherzosa e un po’ di stupore, che però – a quanto pare – non viene recepita affatto bene dall’ex regista di Cerignola:


Diligentemente, Occhiello propugna l’iscrizione descrivendone le modalità e le prerogative.

L’utente, però, pare poco convinto di voler affrontare un esborso anche tanto esiguo, sicché manifesta nuovamente (a modo suo) le proprie perplessità:


Sorvoliamo sulla ragione, di non chiara interpretazione, per cui Occhiello risponda non più dal proprio profilo personale ma proprio da quello ufficiale di AIVS, e per lo più usando un po’ l’italiano e un po’ l’inglese.

Naturale l’obiezione dell’utente, un po’ meno comprensibile la reazione piccata e sprezzante di Occhiello:


Dalle parole ai fatti: dopo avergli dato del «cazzaro» e «agent provocateur» (insomma, dopo averlo accusato ed offeso per bene) Occhiello lo mette alla porta escludendolo dal gruppo.

Sarà perché AIVS può contare su un numero talmente copioso e sovrabbondante di iscritti da potersi permettere di escludere chiunque non vada loro a genio, anche se simpatizza con la loro linea «anti-sette»?

Probabilmente è così, o almeno questa poteva essere una prima conclusione sulla base di alcune loro rutilanti dichiarazioni, come questa che è del 19 marzo scorso:


Quasi mossi a compassione nei loro confronti, verrebbe da fare un rapido, entusiastico conto.

Sorvoliamo sull’evidente contraddizione in termini: «ben 40.000 fuoriusciti» pare essere un dato certo, però i «75.000 membri» sarebbero «millantati». A quale delle due cifre si dovrebbe credere dunque? Lasciamo stare e proseguiamo.

Su «ben 40.000 fuoriusciti», fosse anche soltanto un 1% coloro che corrono ad iscriversi ad AIVS per arruolarsi nella loro «lotta» da «combattenti» contro la Soka Gakkai, si tratterebbe comunque di 400 persone. Non certo un esercito, ma comunque da tenere in una qualche considerazione per lo meno a livello locale.

E invece, ci tocca ammettere che siamo stati completamente fuorviati da quella strombazzata allarmistica.

Infatti a fornirci una mesta, quasi angosciosa smentita interviene niente meno che Francesco Brunori (alias Italo) con un suo recentissimo post:


Niente «arricchimento», quindi. Almeno per ora.

Forse il business «anti-sette» non è così redditizio come costoro speravano?

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