mercoledì 28 febbraio 2018

Gli «anti-sette» e le censure di Lorita Tinelli: una «democrazia» repressiva?

Qualche giorno fa avevamo letto un interessante e ben documentato resoconto scritto dalla dott.ssa Simonetta Po (tramite il suo ormai «storico» nomignolo «Alessia Guidi») a proposito di Lorita Tinelli e di un documento che ella aveva pubblicato sul proprio sito omettendone una parte fondamentale per osteggiare Arkeon, il gruppo di ricerca filosofica finito nel suo mirino molti anni fa. Dell’incresciosa, deprimente vicenda giudiziaria che ne era scaturita (e che ha mietuto molte vittime) abbiamo parlato a più riprese sin dall’inizio del nostro blog.

Di fronte a una denuncia tanto precisa e circostanziata come quella della dott.sa Po, Lorita Tinelli è dovuta velocemente correre ai ripari e ha subito modificato la pagina del proprio sito in cui aveva compiuto quella omissione; una negligenza che come minimo si può considerare sospetta, ma che i meno ingenui e più disillusi definirebbero alquanto maliziosa. L’assessore alla trasparenza del comune di Noci non ha poi tardato ad esporre la propria lamentela nei confronti di Simonetta Po (come è solita fare) mediante un post su Facebook, motivando il fattaccio con una dichiarazione di tono vittimistico:


Di fatto, però, anche se non lo dice la Tinelli aggiunge la pagina precedentemente omessa, che ora è disponibile sul suo sito. Il che è una sostanziale, inequivocabile conferma che l’errore/negligenza esisteva ed era tale.

Curiosamente, al di là dell’ostentata sicurezza di sé, è evidente che la preoccupazione e l’angoscia per essere stata nuovamente colta in fallo devono essere state piuttosto forti. Non solo, infatti, la Tinelli ha pubblicato quel post tanto apologetico e vittimistico in cui tenta di spostare l’attenzione sui propri presunti meriti mediatici, ma ha anche esercitato la propria censura nel tentativo di impedire che quella grave negligenza venisse resa nota più ampiamente.

E ora spieghiamo come: preannunciando il presente post, avevamo pubblicato la stessa immagine (quella riportata qui sopra) sulla nostra pagina Facebook presentandola così:


Non è durato molto: «magicamente», nell’arco di poche ore il post è stato censurato da Facebook, evidentemente a causa delle proteste (del tutto ingiustificate, è il minimo che si possa dire) della stessa Tinelli.


Alquanto curioso il fatto che la Tinelli si risenta per quanto viene detto di lei, personaggio pubblico, considerandolo «denigratorio» o «umiliante», quando questo è esattamente ciò che ella fa ogni santo giorno dell’anno nei confronti delle minoranze religiose chiamandole «sette» e propalando ogni sorta di cattiva «notizia» ai loro danni.

Ma non è tutto.

Le censure di Lorita Tinelli evidentemente sono un’abitudine consolidata (come peraltro abbiamo reso noto sin dal principio della nostra iniziativa informativa).

Ecco infatti un commento che abbiamo tentato di pubblicare l’altro ieri su un articolo che porta sugli allori la psicologa di Noci proprio in relazione alla trasmissione di RAI 3:


Stesso identico trattamento è stato riservato sul sito web di «Noci24», con il medesimo commento censurato e rimosso nel giro di qualche decina di minuti.

Ecco dunque la «democrazia» repressiva di Lorita Tinelli: sono questi i valori che promuovono gli «anti-sette»?

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