Di quando in quando le iniziative mediatiche di AIVS hanno goduto di scarsa fortuna; certamente, non ne hanno avuta alcuna quando si è trattato di radunare le «folle» di fuoriusciti che, a sentire loro, dovevano essere «scalpitanti» e pronte a dar voce alle proprie proteste. Le «orde di ex membri» dovevano essere impegnate in tutt’altro, per esempio, quando AIVS lancia un appello a fornire una qualche «storia» che si potesse utilizzare per un articolo nella zona di Bologna:
Quel post è stato salvato all’inizio di Gennaio scorso. Ciò significa che in due mesi e mezzo nessuno si è fatto avanti. Forse che delle «miriadi» di apostati della Soka Gakkai nessuno gravita attorno al capoluogo emiliano?
Quando invece c’è qualche giornalista chiaramente schierato con gli «anti-sette» contro i movimenti religiosi «alternativi», allora l’AIVS diventa all’improvviso un «interlocutore qualificato» (ovviamente non è dato sapere su quali basi, se non su asserzioni autoreferenziali), come s’è visto in precedenza.
Ma nemmeno questo teorema si dimostra sempre valido.
Infatti, sono state tanto sorprendenti quanto scomposte le reazioni di Toni Occhiello e dei suoi tre o quattro compari di AIVS nei riguardi della trasmissione televisiva «Presa Diretta» dal titolo «Io ci credo», andata in onda su RAI 3 Sabato 24 Febbraio scorso. Ecco infatti cosa scrivono a caldo appena dopo la conclusione del servizio:
Ma in una discussione più o meno contemporanea a questo post i toni diventano addirittura più veementi.
Ecco infatti il lapidario commento di Toni Occhiello alla giornalista (Pusceddu) e ai suoi collaboratori:
Assieme alle offese personali e al vittimismo lamentoso, riemerge anche il tema «complottista» con tanto di intrighi politici (si noti) a pochi giorni dalle elezioni:
E infine, di nuovo l’attacco alla giornalista che ha curato il servizio, Raffaella Pusceddu:
Sebbene la trasmissione in questione «Presa Diretta» sia stato un deprimente caso di cattiva informazione e (di fatto) abbia contribuito ad alimentare il terrorismo mediatico nei confronti dei nuovi movimenti religiosi (ne parleremo a breve in un prossimo post), riteniamo che tale modus operandi da parte di AIVS sia (esattamente come nei confronti dei gruppi spirituali da loro osteggiati) estremamente discutibile e deleteria sul piano sociale.
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