lunedì 10 dicembre 2018

La vera storia del «Tempio del Popolo»: il ruolo della CIA e i legami con Jim Jones

Certi giornalisti allineati alla propaganda «anti-sette» (come quelli della trasmissione «Mangiafuoco sono io» che nei giorni scorsi hanno riproposto la versione mediatica «di regime» dell’eccidio del «Tempio del Popolo» diffusa sin dai primi giorni dopo quei tragici fatti) hanno buon gioco a bollare come «complottisti» le prove e i documenti emersi nel corso degli anni successivi.

Troppa onestà intellettuale servirebbe loro per esaminare quel materiale e rendersi conto di aver abboccato a una serie di mistificazioni e di menzogne mediatiche. Bugie certamente «utili» a mantenere quella che oramai è divenuta una credenza popolare (la falsa spiegazione del «suicidio di massa») ma pur sempre bugie.

Ma non dilunghiamoci oltre e lasciamo spazio al contributo di Epaminonda, ai fatti e a una ricostruzione storica equanime.

Al lettore il giudizio.

Per un più rapido riferimento, riepiloghiamo tutti i post precedenti della serie su Jonestown
:

- [16 Maggio 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo» (un compendio)
- [6 Giugno 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo» (il massacro comandato)
- [12 Giugno 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo» («anti-sette» sbugiardati)
- [22 Giugno 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo» (quale «lavaggio del cervello»?)
- [24 Giugno 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo» (una strage politica)
- [11 Luglio 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo» (torazina letale)
- [2 Agosto 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo» e il falso «suicidio di massa»
- [19 Ottobre 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo»: falliscono i tentativi di insabbiamento
- [24 Ottobre 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo»: quarant’anni di menzogne «anti-sette»
- [30 Ottobre 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo»: business della morte, documentario di Di Caprio
- [14 Novembre 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo»: Jonestown strumentalizzata per scopi politici
- [22 Novembre 2018] La vera storia del «Tempio del Popolo»: Leo Ryan contro la CIA e l’MK-Ultra, un atroce esperimento di controllo mentale a Jonestown





di Epaminonda


JIM JONES E LA
CENTRAL INTELLIGENCE AGENCY (CIA)
- PARTE 1 -


È  difficile capire la terrificante strage di Jonestown se non si esamina il passato di Jim Jones, capo carismatico della comunità dei Peoples Temple (il Tempio del Popolo). È un viaggio che richiederà diverse tappe e l’accesso a fonti differenti, ma che ci permette di mettere in prospettiva eventi che sarebbero diversamente difficili da comprendere.

Innanzitutto rileviamo che Jim Jones, per gran parte della sua carriera, ha goduto del supporto pubblico di alcuni politici di alto livello negli Stati Uniti. Si tratta di un fatto del tutto inconsueto per un leader di un nuovo movimento religioso: ci riferiamo a figure di primo piano come queste:

Il presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, con sua moglie Rosalynn:


Il vicepresidente degli Stati Uniti, Walter Mondale:


Il governatore della California, Jerry Brown:


Il vicegovernatore della California, Mervyn Dymally:


Tutti dello stesso partito a cui apparteneva Leo Ryan, il parlamentare ucciso a Jonestown poco prima del massacro.


Addirittura il parlamentare della California Willie Brown e il governatore Jerry Brown parteciparono alle funzioni religiose organizzate da Jim Jones.


È interessante notare anche che Jerry Brown aveva coperto la posizione di governatore della California dal 1975 al 1983, per tornarci nel 2011 e sedere sulla stessa poltrona ancora oggi.

Suo padre aveva tenuto la stessa posizione nel 1959, mentre Jerry studiava in un seminario gesuita.


Com’è possibile che un predicatore così ben introdotto e ammanicato come Jim Jones diventi improvvisamente quello che è stato poi descritto dai media di mezzo mondo come un pazzo furioso che provoca la morte di quasi mille persone in Guyana pochi anni dopo? Guardando un po’ più a fondo troviamo compagnie ancora più significative.

Prima fra tutte il suo amico d’infanzia e immigrato italoamericano Anthony "Dan" Mitrione, inizialmente poliziotto, poi agente dell’FBI e quindi “consulente” della CIA in America Latina.


Tra le sue “imprese” troviamo l’addestramento della polizia brasiliana nell’uso dell’elettroshock per torturare i prigionieri senza ucciderli. Le stesse tecniche furono poi esportate da Mitrione in Uruguay dove insegnò alla polizia locale come occuparsi dei prigionieri politici applicando elettroshock alla bocca e ai genitali. Usava vagabondi come materiale di addestramento, che venivano poi uccisi una volta terminata la dimostrazione.

Diverse fonti indicano in Dan Mitrione il “case officer” di Jim Jones, vale a dire la persona all’interno della CIA che coordinava le operazioni segrete in cui il “Reverendo” era coinvolto. Subito dopo l’assassinio di Mitrione a Montevideo, da parte del gruppo rivoluzionario Tupamaros, la CIA immediatamente distrusse l’incartamento che l’agente aveva accumulato su Jim Jones a partire dagli anni ’60. Un comportamento inspiegabile se non consideriamo la coincidenza della morte di Mitrione.

L’influenza della CIA emerge fin dall’inizio con la scelta della sede per la comunità: il campo di Jonestown era stato, prima dell’arrivo dei Peoples Temple, un campo di addestramento per i mercenari che la CIA usava per le proprie operazioni segrete in Angola. Quelle stesse operazioni che, lo ricordiamo, Leo Ryan aveva contribuito a fermare con una legge da lui proposta (vedere il mio contributo precedente).

Il terreno fu acquistato nel 1973 da George Philip Blakey che pagò un anticipo di $ 650.000 (una discreta cifra per quell’epoca). E fu proprio Blakey, più di chiunque altro, che determinò il trasferimento dei Peoples Temple a Jonestown lontano dalla supervisione delle autorità statunitensi. Blakey, fatto storicamente accertato, era a sua volta un operativo della CIA che si era occupato in prima persona delle operazioni clandestine in Angola. E, benché fosse un membro della comunità, lo scopriamo “miracolosamente” assente dal campo il giorno del massacro.


Blakey a sua volta era sposato con Deborah Layton che giocò un ruolo importante nella vicenda diventando la prima “gola profonda” che denunciò i maltrattamenti del campo richiamando su Jonestown l’attenzione dei media e di Leo Ryan. Responsabile delle finanze della comunità e assistente fidata di Jim Jones, la Layton era fuggita da Jonestown nel maggio del 1978 dopo essersi rifugiata nell’ambasciata statunitense di Georgetown che era anche la sede della stazione locale CIA.

Fu proprio l’attività della Layton dopo il suo ritorno in patria a convincere Leo Ryan a visitare Jonestown nel novembre di quell’anno.


Ma l’importanza della famiglia Layton non si ferma qui. Il padre, Laurence Laird Layton, era uno dei principali scienziati all’interno del mondo della sicurezza nazionale statunitense. Aveva lavorato per anni a programmi altamente segreti di guerra chimica e batteriologica. Benché non sia mai stato ufficialmente un membro della comunità, fu uno dei primi e importanti “fundraiser” che procurarono i fondi necessari per creare il Tempio del Popolo.

Infine, il fratello di Deborah, Larry Layton, è direttamente coinvolto nell’uccisione di Leo Ryan. Dopo aver finto a sua volta di voler fuggire con il gruppo che accompagnava Ryan, aprì il fuoco su alcuni dei componenti del gruppo una volta arrivati all’aeroporto. È l’unica persona dei Peoples Temple ancora in vita ad essere stata condannata e imprigionata per il complotto. Anch’egli era curiosamente assente dal campo di Jonestown al momento del grande massacro.


Un altro personaggio scampato alla strage e accompagnatore ufficiale di Leo Ryan in Guyana era Richard Dwyer, operativo della CIA fin dal 1959.


Dwyer era con Leo Ryan appena prima che arrivasse il drappello di assassini che uccise il parlamentare. Eppure Dwyer si allontanò misteriosamente dal gruppo appena prima che la sparatoria cominciasse e altrettanto misteriosamente ne rimase incolume.

Lo ritroviamo menzionato da Jones più tardi, in un nastro registrato appena prima del massacro alla comunità. Nel nastro Jim Jones chiede che Richard Dwyer venga allontanato affinché non gli capiti nulla di male. Secondo tale nastro, quindi, Dwyer aveva lasciato l’aeroporto e i feriti della sparatoria, per andare al campo della comunità, ma non ci è rimasto abbastanza a lungo per finire tra gli oltre 900 morti. Più tardi pare che sia stato proprio Dwyer a dare notizia del “suicidio” di massa da una frequenza riservata della CIA dall’ambasciata americana di Georgetown.

Una vicenda intricata che sa di spionaggio e di guerra segreta, che cercherò di approfondire con nuova documentazione nelle prossime puntate.

Nessun commento:

Posta un commento