mercoledì 31 gennaio 2018

Lorita Tinelli, dalla propaganda «anti-sette» alle polemiche per il latte versato

L’ultimo paio di giorni ha visto su un notiziario web di Noci (BA), «LeggiNoci», un resoconto relativo ad un’iniziativa intrapresa dall’Assessorato alla Cultura del piccolo comune pugliese, diretto proprio dalla psicologa «anti-sette». Iniziativa che non sembra avere raccolto molti consensi fra la cittadinanza ed è stata così in buona parte disertata da coloro che teoricamente sarebbero dovuti esserne più coinvolti.


A prima vista, si tratta di un normalissimo articolo che dà conto di un evento tenutosi presso una struttura pubblica con scarso seguito da parte della cittadinanza.

Ma l’autore dell’articolo commette un «errore fatale»: citare con nome e cognome l’assessore interessata, Lorita Tinelli, addirittura indicandola quale «responsabile dell’iniziativa»:


Apriti cielo! Immediata e alquanto piccata la replica della psicologa del CeSAP, che si scaglia proprio contro il giornalista e contro la sua testata, addirittura ipotizzando che l’articolo sia una strumentalizzazione politica:


Nel merito della questione, invece, per giustificarsi dell’evidente fallimento dell’iniziativa la Tinelli scarica il barile e attribuisce la colpa ai dirigenti scolastici del suo comune (ossia, per inciso, proprio coloro di cui dovrebbe essere al servizio):


Qualcuno potrebbe domandarsi cosa abbia a che fare questa polemica tutto sommato secondaria con il tema del presente blog: di per sé, in effetti, nulla; tuttavia, ha un’elevata rilevanza per quanto concerne la personalità di Lorita Tinelli e il suo modo di atteggiarsi nei confronti di nemici presunti e rivali immaginari. Il suo cosmo sembra talvolta popolato da sinistri oppositori che ordiscono trame ai suoi danni, e così eccola scagliarsi contro chiunque abbia l’ardire di fare una qualsivoglia osservazione sul suo operato, figurarsi se si tratta di una critica.

Giudizio avventato? Superficiale?

Si giudichi da come la Tinelli commenta l’accaduto dalla sua pagina Facebook:


In altri termini, quando si presenta il guaio l’attenzione è rivolta verso «gli altri»: nessun esame di coscienza, nessuna autocritica, nessun senso di responsabilità. Colpa degli «altri».

Addirittura, la Tinelli ha la necessità di sfogarsi contro chi si è solamente (e, peraltro, molto educatamente) permesso di rilevare come si sono svolti gli eventi; notare la sua invettiva degna del miglior «complottismo tragico»:


Tanto più rilevante questa vicenda, a nostro modo di vedere, per le specifiche lagnanze della Tinelli: costei lamenta che il giornalista si è «avventurato in cronache azzardate» senza interpellarla ed ha così «costruito un racconto distorto e incompleto». Tale enunciato impone una riflessione: non sono queste esattamente le medesime proteste che rivolgono agli «anti-sette» le persone colpite o infamate dalle «cronache azzardate» dei mass media basate su «racconti distorti e incompleti» (quando non completamente inventati) di CeSAP, FAVIS, ecc.? Il nostro blog è cosparso di tristi esempi in tal senso, dunque ci pare superfluo argomentare oltre.

Per quale ragione la Tinelli sembra non aver nulla da obiettare quando le vittime di «cronache azzardate» e «racconti distorti e incompleti» sono i bersagli degli «anti-sette», e invece si lamenta sonoramente quando un giornalista dà conto delle sue performance politiche zoppicanti?

In ultima analisi: da una personalità del genere è plausibile attendersi una tolleranza sincera, una solidarietà concreta e un rispetto del diverso che vadano oltre gli speciosi proclami di convenienza?

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