Creare un mostro e quindi diventare «campione» della caccia alle streghe appartiene alla nostra sotto-cultura di italiani sin dai tempi del Medio Evo. Gli untori moderni usano i delatori e i «social media» anziché le comari di paese o le malelingue prezzolate, ma la sostanza non cambia. Basta leggere i contenuti dei loro post per rendersene conto. Alcuni stralci sono illuminanti.
Ethan Garbo S. Germain, pseudonimo ufficiale di Sonia Ghinelli, esponente del FAVIS (Associazione Familiari Vittime delle Sette), è tra le fonti più prolifiche di “complimenti” per i propri colleghi.
«Simo mi segnalano tue nuove sciocchezze» scrive in data 4 novembre 2017 rivolgendosi direttamente contro la dott.ssa Simonetta Po, la principale voce critica italiana sulla Chiesa di Scientology, la quale a sua volta poche ore prima aveva definito la Ghinelli come una «comare nascosta dietro un falso profilo, a proposito di “leoni da tastiera”».
Ma le critiche non si limitano alla sfera professionale, tant’è che la Ghinelli accusa il colpo sul commento di un suo possibile orientamento lesbo replicando alla Po con queste parole: «Ho un orientamento fluido come si usa dire oggi». Insomma: non smentisce, ma precisa che per lei va bene un po’ tutto. Un atteggiamento che indica una rettitudine morale inappuntabile da parte di una persona che si erge a giudice delle attività religiose e della moralità sessuale altrui.
Qualche mese prima sempre Sonia Ghinelli si dedicava a Pier Luigi Zoccatelli, niente meno che il vice-direttore del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR) criticandolo per un intervento da lei non condiviso sul quale commenta (sempre con il «Garbo» tipico del suo pseudonimo):
Perciò Zoccatelli diventa uno «stronzo professionista». Chissà se istituiranno un albo e un «Ordine degli Stronzi Professionisti» che equipari il loro tanto venerato (e criticato) Ordine degli Psicologi.
Ad ogni modo, rincuora e rinfranca l’emblematico spirito di confronto costruttivo e di libera collaborazione che ispira queste varie associazioni apparentemente senza fini di lucro.
Ma torniamo a novembre dell’anno appena trascorso: nel «Garbo-mirino» torna la famiglia Po, nella persona di Ruggero, fratello di Simonetta. La pietra dello scandalo è un’intervista di Ruggero a Raffaella di Marzio, quest’ultima apostrofata dalla Ghinelli come «altra asserita super esperta di sette nel paese».
In questo caso si va sul pesante e la Di Marzio viene accusata di parlare semplicemente a vanvera con toni non propriamente «accademici».
Ecco alcuni stralci particolarmente edificanti secondo la «fluida» Ethan:
Un vocabolario chiaramente «scientifico» e perfettamente idoneo per una «esperta ricercatrice»: dal «vaffanculo» allo «stronzo professionista» fino al «non sai una mazza» e, attingendo ad altri post: «merdose multinazionali settarie», «coglioni girati» e «tira una madonna».
Non c’è che dire: una fine linguista oltre che sobria studiosa di fenomeni sociali e religiosi e di spiritualità.
Soprattutto, particolarmente tollerante dei punti di vista altrui e dei suoi stessi colleghi. Il tutto corroborato da una morigeratezza esemplare.
Ma dulcis in fundo non possiamo tralasciare Antonio Occhiello detto «Toni», il «film maker» di semi-esportazione (ha fatto qualche lavoretto a Hollywood) che si presenta come presidente dell’Associazione Italiana Vittime delle Sette. Un uomo capace di attrarre un grande seguito: ben 34 (trentaquattro) persone sul suo profilo «Google Plus» e ben 41 (quaranta) visualizzazioni (per inciso, almeno una è la nostra) con un Like sulla sua pellicola di punta.
Qualche mese fa aveva accusato Matteo Renzi di aver tirato acqua al suo mulino politico riconoscendo la Soka Gakkai come religione al fine di assicurarsi voti di scambio. Un gruppo che Occhiello dichiara essere estremamente un «culto pericoloso» per esperienza personale, infatti confessa di esserne stato un seguace ben 30 anni. Viene spontaneo domandarsi: per quale motivo è rimasto tanto tempo in quel movimento, se era così terribile? E che garanzia di giudizio offre un personaggio che per sua stessa ammissione si sarebbe fatto abbindolare come «vittima» per gran parte della sua vita adulta?
Ce lo svela egli stesso commentando un post di Maria Elena Boschi relativo a un incontro di partito del PD. Ecco le sue testuali parole:
Insomma, questi «mostri» di cultura hanno un loro codice per riconoscersi: un dialogo forbito e penetrante che riporta alla mente le osterie, e non certo l’oratorio.
Sono proprio costoro i paladini che dovrebbero difenderci da noi stessi e proteggerci dal pericolo di cadere «vittima» di qualche «setta»?
Questi ricercatori che si confrontano sulle sfumature: da «vaffanculo» a «vattene affanculo»? Come sempre, ai lettori l’ardua sentenza.
Concludiamo con Ethan Garbo Ghinelli: «Evitiamo puerili alibi e nascondini».
Appunto!
Questo blog si propone di promuovere un'informazione puntuale e ad ampia diffusione sulle notizie e i fatti concreti che riguardano il controverso mondo dei gruppi "anti-sette" e di tutti quei soggetti ed associazioni che portano avanti un attivo contrasto a movimenti spirituali e confessioni religiose.
A quanto pare non mi ero proprio sbagliato, fanno davvero delle figure ridicole ed esprimono valori nient’affatto consoni a chi vorrebbe proporsi come esperto del fenomeno delle sette, in grado di fornire pareri qualificati alle autorità competenti.
RispondiEliminaTant’è... e giusto per rincarare la dose, dia un’occhiata a questo post che le aggiunge altri elementi di giudizio sulla professionalità (tutta presunta ed autoreferenziale) di CeSAP, FAVIS, AIVS e quant’altro: http://antisette.blogspot.it/2017/11/sonia-ghinelli-lorita-tinelli-serieta-professionale-antisette.html
Eliminabeh, tu di follower ne hai uno solo....
RispondiEliminaSpiacente, ma non è proprio così.
EliminaNon saranno un esercito, ma sono numerosi.
Vi rode, nevvero?