giovedì 27 settembre 2018

Business «anti-sette» e intolleranza religiosa: come sfruttare le dicerie per costruirsi un’immagine

Alla fine di aprile scorso, a Milazzo (Messina), è stato presentato pubblicamente un video contro i Testimoni di Geova prodotto da un’aspirante giornalista diciannovenne (fra un mese), tale Sofia Mezzasalma, nata nella capitale ma residente sin da piccola nella città teatro della storica battaglia fra Romani e Cartaginesi.

[Modifica del 02/10/2018 - la fotografia precedente è stata rimossa]
Ci scusiamo con i lettori e con Sofia Mezzasalma per aver inizialmente utilizzato una fotografia sbagliata (peraltro diffusa da lei stessa tramite il proprio profilo Facebook) che abbiamo provveduto a rimpiazzare tempestivamente, non appena siamo stati resi edotti dell'errore.

Il video si intitola «Nel nome di Geova», dura poco meno di 59 minuti e contiene sostanzialmente le solite dicerie in stile «peste e corna» ed alcune «testimonianze» di ex fedeli, ovviamente cariche delle peggiori accuse e condite con storie strappalacrime e riferite da soggetti per la maggior parte occultati al fine di nascondere l’identità degli accusatori.

Si parla di individui che (alcuni per molti anni) hanno creduto e insegnato i testi sacri dei Testimoni di Geova, poi hanno cambiato idea e, pieni di livore e di astio, hanno cominciato a gettare fango addosso a coloro che fino a poco prima chiamavano «fratelli».


Non è strano; al contrario, è un fenomeno tanto peculiare e iterativo che è stato oggetto di studi da parte di esperti di religione, i quali hanno scandagliato le opportunità offerte dagli «ex membri» di rendere dei resoconti attendibili, scoprendo che un tale caso è alquanto raro se non impossibile.

«Il membro deluso, e l’apostata, in particolare, sono informatori le cui prove devono essere utilizzate con circospezione. L’apostata ha generalmente bisogno di giustificare se stesso. Cerca di ricostruire il suo passato, di scusare le sue affiliazioni precedenti e di biasimare coloro che erano stati i suoi colleghi più prossimi. Non è dunque raro che impari a fabbricarsi una “storia di atrocità” per spiegare come — attraverso la manipolazione, l’inganno, la coercizione o le frodi — è stato prima condotto ad aderire, quindi gli è stato impedito di abbandonare un’organizzazione che oggi disapprova e condanna. Gli apostati, le cui narrazioni sono sensazionalizzate dalla stampa, cercano talora di trarre profitto dalle loro esperienze vendendo i loro racconti ai giornali o pubblicando libri.»


Questo stralcio è desunto da un saggio dal titolo «Le dimensioni sociali del settarismo» scritto per Clarendon Press (Oxford) nel 1990 dal prof. Bryan Ronald Wilson (1926-2004), un insigne sociologo inglese già presidente della Società Internazionale di Sociologia della Religione.

È talmente vero che i racconti struggenti degli apostati sono da esaminare con estrema cautela, che persino Sofia Mezzasalma, posta di fronte ad alcuni dubbi di attendibilità da parte (addirittura!) di un detrattore dei Testimoni di Geova, a proposito di alcune affermazioni riproposte nel suo «documentario», risponde così:


E infatti, sono emblematici i primi fotogrammi del sedicente «documentario»:


«Non ho elementi sufficienti per dichiarare quella storia veritiera», però la include nel suo video che poi reclamizza sfruttando TV locali, Internet e Facebook. Forse per venderlo al miglior offerente, all’insegna del business «anti-sette» di cui abbiamo più volte denunciato la malevola prassi?

«La storia della signora sembrerebbe abbastanza coerente» (dichiara candidamente Sofia Mezzasalma), però viene adoperata per suffragare una linea ideologica atta a demonizzare un’intera minoranza religiosa composta da decine e decine di migliaia di persone!

Tutto questo dice davvero molto sulla «serietà» del lavoro svolto dalla Mezzasalma.

E sulla stessa falsariga, troviamo l’immancabile «contributo» della psicologa «anti-sette» Lorita Tinelli del CeSAP (referente italiana della controversa associazione europea FECRIS), una delle principali detrattrici dei Testimoni di Geova sul territorio italiano, sempre pronta a diffondere «notizie» odiose o dicerie contro di loro pescate qua e là per la rete o fra i suoi contatti.


Dice la Tinelli che nell'ambito di un movimento religioso (da lei solitamente definito «culto distruttivo») come il Geovismo «si comanda, si dirige, si gestisce la vita del singolo inividuo».

Una frase che ci ricorda molto un argomento che avevamo trattato in un precedente post nel quale abbiamo dimostrato come l’ideologia «anti-sette» si possa applicare anche alle religioni tradizionali come il Cattolicesimo ed altre. Basterebbe adattare l’asserto di Lorita Tinelli contro i Testimoni di Geova, riportato nel video qui sopra, a questo post di Giovanna Balestrino del GRIS:


Come si è già detto nel succitato post, non troviamo affatto alcunché di criticabile nel fervore religioso di Giovanna Balestrino e nella sua fede nella parola di Dio.

Al contrario, troviamo una forte somiglianza con il fideismo sul quale si fondano le credenze dei Testimoni di Geova, secondo cui la Bibbia non è un semplice libro religioso che «parla di Dio», ma un libro mediante il quale «Dio stesso parla»: è «la parola di Dio» (seconda lettera a Timoteo, capitolo 3, versetti 16-17); fideismo già profondamente denigrato proprio dalla psicologa pugliese Lorita Tinelli.

«Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.»

I Testimoni di Geova fanno notare come la locuzione «ispirata da Dio», secondo un dizionario biblico, sia la traduzione del termine greco «θεόπνευστος» («theòpneustos», letteralmente «alitato da Dio») e compaia nella Sacra Bibbia una sola volta, identificando chiaramente Dio come fonte prima ed autore unico delle Sacre Scritture. Per questa ragione i Geovisti aspirano a regolare la propria vita secondo gli insegnamenti che ivi sono esposti.

Quando si diventa Testimone di Geova, si è pienamente consapevoli delle regole cui si sceglie di sottostare; regole che la Congregazione professa quale emanazione della volontà di Dio espressa nelle sue Scritture e indi divulgata dai dirigenti dell’organizzazione.

Nei confronti di coloro che cambiano idea e si dissociano o intraprendono una condotta che li porta ad essere espulsi, i Testimoni di Geova applicano ciò che si legge sempre nella traduzione della Bibbia edita della CEI (prima lettera ai Corinzi, capitolo 5, versetti 11 e 13):

«Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme. (...) Togliete il malvagio di mezzo a voi!»

Liberamente si diventa Testimoni di Geova, liberamente si può cessare di esserlo, liberamente si può tornare a far parte della congregazione, liberamente si può scegliere di abbandonarla per sempre. In molti lo fanno, alcuni tornano, altri prendono strade diverse. Ma solo una minuscola percentuale di loro si lacera le vesti correndo in lacrime a vomitare la propria «storia» tragica a qualche TV. Perché allora i media strombazzano solo (o per lo più) le versioni di costoro?

E se dei «giornalisti» come «Le Iene» (o dei giovani aspiranti tali come Sofia Mezzasalma) vengono a conoscenza di presunti illeciti o reati gravi come abusi su minori e simili, perché non li denunciano loro stessi? Forse perché si tratta di storie che «sembrano abbastanza coerenti» (cfr. post sopra riportato) ma costoro non dispongono di «elementi sufficienti per dichiararle veritiere» ossia perché, detto più semplicemente, sono racconti del tutto autoreferenziali e senza prove? E se non denunciano loro, perché pretendono che debbano farlo altri nell’incertezza sulla veridicità di quelle «testimonianze»?

In definitiva, considerando da un lato lo scarso approfondimento delle questioni teologiche e dottrinali afferenti alla pratica religiosa dei Testimoni di Geova e dall’altro la superficialità nel ritenere attendibili certe «testimonianze» senza verificarle adeguatamente, il lavoro di Sofia Mezzasalma sembra più un maldestro, tendenzioso tentativo di sfruttare una campagna mediatica già esistente (quella dettata dall’ideologia estremista «anti-sette») per darsi un tono, per crearsi un audience o più semplicemente per guadagnare popolarità e (magari) anche del denaro.

Il solito business «anti-sette»?

9 commenti:

  1. 1) così credibili che mettete una foto di una ragazza che in realtà non e Sofia.
    2) Prendere la frase in cui la produzione declina ogni responsabilità per affermazioni di terzi come prova di colpevolezza, è come dire che se in un film passano il messaggio "riferimento a persone o luoghi casuale" ,allora il film racconta una storia vera.
    ( È una formula che si usa per tutelarsi)
    3) il commento di Sofia in cui usa il condizionale è totalmente decontestualizzato. Quando dice che la versione sembra coerente ed è stata inserita per questo motivo, non fa' nulla di eclatante, svolge semplicemente il lavoro di giornalista.
    4) sulla pedofilia: nel documentario viene ampiamente discussa la difficoltà nel fornire prove sufficienti affinché il caso finisca in tribunale. Secondo il suo ragionamento dunque questo stesso articolo è carta straccia dal momento che non mi pare ci sia una denuncia a carico della Produzione.
    5) al resto non occorre risposta perché è puro sofismo.

    Tanti saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sig. Claudio la ringraziamo per il suo contributo perché, data la sua relativa inconsistenza, rende bene l'idea di quanto scoperti siano i nervi che abbiamo toccato.

      Le rispondo sui punti rilevanti, tralascio invece le mere provocazioni.

      1) E di chi sarebbe invece la foto? Non escludo un errore, nel qual caso provvederemo senz'altro a sostituirla, ringraziandola per l'utile segnalazione.

      2) Comparazione - la sua - alquanto paradossale, e palesemente priva di senso. Il suo ragionamento non regge; al contrario, questo suo tentativo di arrampicamento sugli specchi non fa che confermare i vostri dubbi nell'approfondimento delle «testimonianze», anzi, le vostre certezze che è stato svolto un lavoro estremamente superficiale.

      3) Fa quasi tenerezza il suo tentativo di difendere l'indifendibile negando l'evidenza, tuttavia lei offende la professione di giornalista. Non aggiungo altro.

      4) «Secondo il suo ragionamento»: nient'affatto. Caso mai sarà il suo ragionamento, non il nostro. Le nostre conclusioni sono ben espresse nel post, e sono alquanto distanti dalle sue.

      Elimina
    2. Sig. Claudio Currò, non ho ancora ricevuto sue repliche.
      Sin qui, l'unico punto che ha potuto criticare (e ben a ragione, fatto del quale le ribadisco la ns. gratitudine) è la foto sbagliata.
      La Mezzasalma, invece, finora non ha nemmeno saputo smentire una virgola.
      Significherà qualcosa?

      Elimina
  2. Uno dei grossi errori presenti in questa analisi, tanto quanto nel documentario della Mezzasalma, è quello di non attingere approfonditamente alla letteratura edita dalla Watchtower o ai recenti fatti di cronaca. Senza bisogno di testimonianze dalla dubbia veridicità o falsi buonismi alla "volemose bene", è sufficiente verificare le sentenze di tribunale sparse per il mondo in cui i giudici scavalcano la potestà di coppie tdg che rifiutano le trasfusioni salva vita ai propri figli malati, basta verificare le edizioni della Torre di Guardia (per lo studio, non quella distribuita per strada..) per constatare quali siano le direttive inculcate ai tdg, alcune delle quali ai limiti del buon senso, per non dire incitanti alla lesione di alcuni diritti umani fondamentali. Dire che un tdg che si battezza sa perfettamente a cosa va incontro non è errato, ma non è nemmeno un'affermazione troppo precisa. Andrebbe valutato tutto il prima, il periodo dello "studio biblico", il love bombing, e il processo di "conversione". Molti tdg che si battezzano non hanno la minima idea delle incongruenze dottrinali e dei vari scandali che coinvolgono l'organizzazione alla quale si stanno affiliando, anzi, tali informazioni gli viene insegnato a filtrarle ed eliminarle perchè non provengono dalla somma autorità del corpo direttivo americano. Tant'è che molti attivisti fuoriusciti hanno deciso di abbandonare quel culto proprio nel momento in cui hanno "osato" attingere ad informazioni fattuali riguardo l'organizzazione (di fatto risvegliandosi da un lungo sonno delle ragione), informazioni che erano stati fermamente addestrati a considerare sataniche e create dal diavolo per osteggiare la vera religione. Insomma, si fa presto a produrre analisi tagliate con l'accetta...mentre è più complesso comprendere a fondo le meccaniche più sottili di questo fenomeno, il quale andrebbe analizzato con maggiore attenzione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riscontro la sua critica apprezzandola per il modo educato con cui viene rivolta.
      Le faccio notare soltanto due aspetti.
      Primo: la teoria del «love bombing» è pregiudizio tipico degli «anti-sette» e in quanto tale da prendere con un set completo di pinze.
      Secondo: non trovo sia necessario leggere le pubblicazioni dei TdG o assistere a qualche loro adunanza per ravvisare delle enormi incongruenze nel lavoro della Mezzasalma e per notare ciò che non si può far a meno di osservare, ossia che è profondamente viziato da pesanti pregiudizi di fondo e che raccoglie solo voci contrarie, peraltro di apostati che di per sé (come si è documentato nel nostro post) sono inattendibili. Con ciò non intendo, comunque, che fra noi non vi siano persone che potrebbero vantare un'elevatissima competenza in materia di Scritture religiose Geoviste.
      Saluti

      Elimina
  3. Studio i tdg da anni e il love bombing è una realtà che posso testimoniare di persona (pur non essendo mai stato tdg) così come posso testimoniare che tutto quell'amore, quell'accoglienza e i sorrisi a 100 denti finiscono nello stesso secondo in cui uno prova a sollevare delle obiezioni. I fratelli iniziano a guardarti con occhi diversi...e se poi ti disassociano non ti guardano proprio più. Riguardo la Mezzasalma non ho trovato il lavoro così di parte ma semplicemente superficiale. Comprendo comunque che il dovere di un giornalista sia di riportare le cose così come le fonti le espongono e questo include a volte anche personaggi dalla dubbia credibilità ma, precisato ciò, posso dirle che la sua frase "apostati che di per sè sono inattendibili" è una grossa mistificazione della realtà, così come lo sarebbe dire che tutti i tdg sono ignoranti. Etichettare una categoria e per questo avere un atteggiamento prevenuto è quanto di più sbagliato si possa fare, specialmente per chi fa informazione e soprattutto invece di bollare come inaffidabili a prescindere basterebbe valutare le informazioni che propongono, facendo ricerche e validando i dati, qualora sia possibile. In ogni caso, non servono gli apostati per tirare fuori tutte le magagne della Watchtower...la maggior parte del materiale che espone la torre di guardia è liberamente consultabile da chiunque da fonti ben lontane dagli "apostati". La letteratura dei tdg (non dico geovisti perchè qualcuno potrebbe offendersi) è un ottimo punto di partenza per verificare quanto siano anacronistiche (e a volte pericolose) le direttive che i tdg devono studiare. Una su tutte riguarda un recente articolo sulla rivista per lo studio (guarda caso) in cui si "consiglia" alle donne vittime di abusi domestici di valutare la possibilità di restare con il proprio marito ANCHE SE TEMONO PER LA PROPRIA VITA, perchè il succo della questione è che prendere botte non è un motivo scritturalmente accettabile per il divorzio. E questo è solo un piccolo piccolo esempio... Con tutto il rispetto per il vostro lavoro, ma vi assicuro che ho studiato un quantitativo incalcolabile di riviste tdg e non so nemmeno quanti articoli a partire dagli anni 30 fino ad oggi e ci sono cose che fanno venire da mettersi le mani nei capelli....altro che gli apostati..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prendo atto del suo parere.

      Sul punto dell'inattendibilità degli apostati, ribadisco: se legge con attenzione il post noterà che la nostra è una citazione di uno studio condotto e pubblicato da un luminare in materia. Dunque il suo giudizio che si tratti di una «grossa mistificazione della realtà» collide direttamente con il parere di chi ha studiato per una vita intera le minoranze religiose, i movimenti alternativi, ecc. Rispetto la sua opinione, ma sono più propenso a ritenere valida quella del prof. Wilson.

      Lei dice di poter «testimoniare di persona la realtà del love bombing pur non essendo mai stato tdg»: trovo sia un asserto del tutto contraddittorio.

      Convengo invece appieno con lei sulla superficialità del video di Mezzasalma.

      Elimina
  4. Riguardo la presunta contradditorietà della mia affermazione circa il love bombing posso dirle che negli anni ho incontrato molte persone aspiranti tdg e tdg battezzati, ho frequentato le adunanze per un certo periodo per documentare la cosa e posso ribadire che il love bombing è reale, così come lo è l'ostracismo. Quindi nessuna contraddizione. Nuovamente riguardo agli apostati, Wilson o non Wilson, occorre sempre fare delle distinzioni. Io stesso ho curato un articolo di aspra critica verso quella che chiamo "la setta dei fuoriusciti", ovvero quella parte di ex tdg che dedica enormi quantità di tempo ed energia a diffondere informazioni falsate, pregiudizi, insulti e rabbia verso i membri della loro ex religione. Io per primo "combatto" giornalmente sui social contro quelli che postano immagini presunte "sataniche" prese dalle pubblicazioni WTS oppure quelli fissati con l'appartenenza massonica dei tdg, oppure ancora quelli che "i tdg sono tutti depressi e aspiranti suicidi" o "i tdg fanno morire i propri figli"...potrei andare avanti a lungo...ma il succo della questione è che certi ex sono molto più "invasati" della maggior parte dei tdg. Precisato ciò, non ci si può esimere dal citare anche tutti quegli attivisti che, pur essendo ex, si sono prodigati per fare un'informazione critica equilibrata e libera da astio o pregiudizio, critica che, per essere ben fatta, deve rivolgersi all'organizzazione e non ai membri in quanto individui. Chi si propone di esporre gli aspetti più problematici della torre di guardia lo deve fare con educazione, rispetto e soprattutto precisione delle informazioni. Se tutto il suo discorso (il quale è espresso in forma pesantemente generalizzata) lo applichiamo solamente al contesto degli ex sopra descritti, allora mi trova pienamente d'accordo, anzi le dico di più: queste persono sono il motivo per cui i tdg hanno "ragione" a diffidare degli apostati, peccato che non tutti gli apostati sono dei caproni invasati e rabbiosi. Questo è fondamentale chiarirlo, quantomeno per onestà intellettuale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La ringrazio, ho ora inteso molto meglio le sue ragioni e - specie sulle esperienze che ha vissuto - non mi permetto di fare obiezioni.
      Mi consenta solo di precisare che l'argomentare da lei apostrofato come generalizzato si fonda su decine e decine di post precedenti (spesso richiamati nel testo) in cui i differenti aspetti vengono sviscerati, analizzati, elaborati, ecc.
      Per il resto, e anche perché sin qui è rimasto anonimo ma la serietà e la civiltà della sua dialettica onorano queste pagine, la invito a scrivere all'e-mail del blog (pagina contatti) perché mi piacerebbe approfittare della sua conoscenza ancora un poco.
      I miei rispetti

      Elimina