mercoledì 26 settembre 2018

La strage di Waco del 1993: Rick Ross e la «deprogrammazione»

Proseguiamo la serie di contributi di Epaminonda riguardanti la tragedia di Waco in Texas (USA) del 1993 e rileviamo come il controllo mentale sia, di fatto, un sinistro metodo adoperato proprio dagli «anti-sette» (per lo meno in America) ai danni dei devoti di nuovi movimenti religiosi e gruppi spirituali minoritari.

Scopriamo altresì in che modo l’influenza della propaganda «anti-sette» ha cagionato decine e decine di vittime innocenti solo nel caso del rogo di Waco.

Comprendiamo così ancora meglio perché, in Italia come altrove, gli «anti-sette» sembra stiano tentando di rifarsi una veste o di cambiare strategia per apparire più «accettabili» o «moderati»: troppo pesante è il fardello della verità sul loro conto che da questo blog (e da molte altre fonti) sta pian piano emergendo.

Sempre più persone leggono e capiscono, sempre più sono coloro che intuiscono l’assurdità dei sibillini anatemi allarmistici di gruppi come FAVIS, AIVS e CeSAP e della loro organizzazione capo europea, la controversa FECRIS (i cui legami con l’ormai defunto CAN di cui ci parla Epaminonda sono ben noti), sempre più cittadini s’interrogano sull’opportunità di una «polizia religiosa» come la SAS (la «Squadra Anti-Sette» del Ministero dell’Interno).

Per un rapido riferimento, riepiloghiamo i post precedenti sul medesimo tema:
- [08 Agosto 2018] La strage di Waco: propaganda «anti-sette» moralmente responsabile?




di Epaminonda


WACO, RICK ROSS E LA
“DEPROGRAMMAZIONE” DELL’ATF


Per capire l’origine del disastro che ha portato alla morte orribile di un’ottantina di civili, divorati dal rogo del cascinale nel quale vivevano, dobbiamo cercarne la vera fonte facendoci largo nella cortina fumogena di disinformazione della stampa comandata. Come ho spiegato nel mio precedente contributo, nemmeno l’ATF (Bureau of Alchol Tabacco and Firearms, l’ente americano di vigilanza sui monopoli di stato e sulle armi) sarebbe stata in grado di confezionare tante menzogne in così poco tempo se non avesse potuto contare su un maestro della mistificazione e delle operazioni di controllo mentale: Rick Alan Ross, meglio noto come Rick Ross.


Di fatto, i funzionari dell’ATF hanno commesso tali e tante castronerie da macchiare indelebilmente l’immagine della loro agenzia governativa. Sono riusciti a mentire al ministero della difesa, ai giudici, all’FBI e persino a se stessi, provocando la morte di quattro dei propri agenti e il ferimento di altri, per non parlare delle decine di vittime civili.

Il raid “a sorpresa” del 28 febbraio, che diede il via all’assedio culminato nella strage finale, rappresenta un esempio da manuale di tutto ciò che non si dovrebbe fare. Ci hanno persino fatto un film documentario: “Waco: The Rules of Engagement” che dura oltre due ore:


Nella parte iniziale del film sentiamo uno spezzone di nastro registrato il 28 febbraio 1993 da Jim Cavanaugh (agente senior dell’ATF) mentre parla con uno dei Branch Davidians che gli chiede conferma della loro intenzione di lanciare un attacco sul complesso: “David [Koresh] crede che voi stiate per lanciare un attacco al complesso questa notte”.

L’agente Cavanaugh replica con un assoluto diniego: “No, non ci stiamo preparando ad attaccarvi. Non è vero. Nessuno verrà li dentro. Ti do la mia parola, autentica e assoluta al 1000 per cento. So che siete tutti nervosi. Dobbiamo semplicemente lavorare sui bambini”. A questo punto il telefono viene passato a un bambino piccolo che viveva nella comunità e che chiede a sua volta a Cavanaugh con voce infantile e stentata: “State per venire a uccidermi?”. Cavanaugh risponde: “No tesoro, nessuno verrà ad ucciderti”.


Si tratta dello stesso Jim Cavanaugh che, chiaramente consapevole che l’elemento sorpresa era ormai scomparso, partecipa alla decisione di attaccare in ogni caso portando alla morte immediata di sei persone durante i 90 minuti di scontro a fuoco che seguirono il tentativo di assalto. Tentativo che terminò unicamente perché l’ATF aveva esaurito le scorte di munizioni oltre ad aver lasciato quattro caduti sul terreno.

L’operazione coinvolse ben 100 agenti dell’ATF armati di tutto punto, alcuni dei quali selezionati appena il giorno prima. Il raid più costoso e cruento mai organizzato dall’ATF nella sua storia.

Del resto come ci si può sentire dopo aver ascoltato gli stessi funzionari dell’ATF garantire sul proprio onore che non avrebbero mai tentato un approccio armato? Cosa pensare di Cavanaugh e dei suoi colleghi che sono riusciti a battere qualsiasi record in termini di abusi, menzogne, mistificazioni, incompetenza e pura e semplice mala fede?


Nessuna persona sana di mente si spingerebbe a simili eccessi se non fosse stata sottoposta a una specie di indottrinamento rigido di stampo militaresco che ha fissato nella sua mente confusa la necessità di un attacco cruento addirittura mesi prima che cominciassero le indagini sotto copertura. Un condizionamento mentale propriamente detto che li ha portati a lanciare un attacco chiaramente suicida su un gruppo che si sapeva benissimo essere armato di tutto punto e temere per l’incolumità propria e dei propri bambini.

Infatti ho trovato questa stranezza menzionata anche nel rapporto congressuale: l’ATF aveva affittato nel gennaio del 1993 una casa proprio di fronte al complesso dei Branch Davidians a Waco; avevano preso contatti personali e diretti con svariati membri del gruppo e con lo stesso David Koresh che avevano incontrato ripetutamente. C’era un infiltrato dell’ATF nella comunità. Avrebbero potuto benissimo arrestarlo prima del raid. Avrebbero potuto coinvolgere lo sceriffo della zona che conosceva benissimo Koresh e i componenti della comunità e che addirittura parla molto bene di lui nel documentario menzionato sopra. Avrebbero avuto moltissime alternative, ma no! i funzionari dell’ATF avevano deciso di lanciare una caccia alle streghe a qualsiasi costo. Anche a costo della propria carriera futura.

Come si arriva a una tale inettitudine professionale, come si arriva a un simile stato di idiozia?

Per capirlo dobbiamo fare riferimento a un resoconto presentato nel settembre del 1993 al ministero della giustizia e del tesoro statunitensi da parte di Nancy Ammerman, docente di sociologia e religione presso la Boston University, che avevo richiamato nel mio secondo contributo su Waco.


In questo resoconto, avallato da vari altri studiosi in materia, la prof.ssa Ammerman sostiene che l’ATF basò la propria indagine iniziale unicamente su persone che avevano lasciato il gruppo (vedi il Marc Breault di cui ho parlato in un precedente articolo) e in particolare su Rick Ross che aveva “deprogrammato” uno dei membri.

Chiariamo che l’attività della deprogrammazione consiste in un vero e proprio lavaggio del cervello (controllo mentale ottenuto mediante metodi coercitivi e violenti) e infatti è stata dichiarata illegale negli Stati Uniti. È un metodo utilizzato per costringere una persona ad abbandonare un gruppo religioso di cui fa parte sottoponendola a sevizie ed abusi fino a che cambia idea.

In pratica l’ATF aveva condotto un’indagine su un terreno che non era assolutamente di sua competenza e di cui non conosceva né capiva nulla. E aveva basato l’intero progetto sulla consulenza resa da falsi “esperti” come Rick Ross e i membri del Cult Awareness Network che ha sempre avuto come proprio unico fine la distruzione di qualsiasi movimento religioso minoritario negli Stati Uniti. Veri e propri “professionisti” della caccia alle streghe e millantati esperti in un campo di cui non hanno conoscenza accademica.


Furono sempre Rick Ross e il CAN a fornire il materiale alla stampa per condurre la campagna denigratoria (per sommi capi descritta qui) contro i Branch Davidians e David Koresh nei giorni immediatamente precedenti al raid. Essa contribuì non poco ad esacerbare gli animi e a mettere Koresh in allerta, come fu comunicato direttamente ai capi del raid ATF da parte di un agente sotto copertura che si trovava nel complesso.

Come scrive la prof.ssa Ammerman, Rick Ross e il CAN hanno un interesse economico diretto nel generare ostilità e sospetto nei confronti di qualsiasi gruppo essi decidano di prendere di mira. E i Branch Davidians erano, per loro sfortuna, finiti nel mirino di questa organizzazione. Usiamo le parole della stessa prof.ssa Ammerman per caratterizzare Ross e il CAN:

«Benché queste persone spesso si definiscano “esperti in materia di culti”, non sono di certo riconosciuti come tali da parte della comunità accademica. Il National Council of Churches considera le attività del CAN pericolose per la libertà religiosa e le tattiche di deprogrammazione sono state dichiarate illegali in un numero crescente di casi.»

In sostanza l’ATF avrebbe dovuto considerare Rick Ross, Marc Breault e il CAN come fonti sospette e avrebbero dovuto rivolgersi a dei veri esperti per essere guidati su una materia di cui non conoscevano niente.

L’esito finale, un bagno di sangue, purtroppo ci ha dimostrato che le cose non andarono così.

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