sabato 8 dicembre 2018

Paradossi «anti-sette», Maurizio Alessandrini: un abuso della professione di psicologo?

Una settimana fa il sito Internet «Ananke News» (che sembra a poco a poco divenire l’organo di stampa ufficiale della controversa associazione «anti-sette» FAVIS), ha pubblicato un articolo scritto «per la redazione» da Maurizio Alessandrini, dal significativo titolo, esposto tutto in maiuscolo, «Sul condizionamento psicologico e fisico per fini non etici: santoni, guru e culti distruttivi della personalità».

Non si dimentichi che FAVIS è, assieme al CeSAP, sigla italiana referente della discussa organizzazione europea FECRIS, nonché consulente della «polizia religiosa» SAS (la «Squadra Anti-Sette» del Ministero dell’Interno).


L’articolo di Maurizio Alessandrini si propone infatti di illustrare «un breve elenco, non esaustivo, delle situazioni che producono, anche involontariamente, dei condizionamenti moralmente ammessi e socialmente accettati e condivisi» nell’ambito dei «nostri rapporti sociali» (da notare che nella frase originale è contenuta un’improprietà pronominale, un «ne» di troppo, che non può non segnalare di per sé qualcosa a proposito della preparazione dell’estensore).

Ma sorvoliamo sulle lacune linguistiche e andiamo al sodo. Afferma il presidente di FAVIS:

Il patrimonio più prezioso che l’essere umano possiede è la salute della propria mente, intesa come capacità di intendere, di volere, di autodeterminarsi, di discernere, di rapportarsi con gli altri e la realtà esterna. In Italia esiste di fatto il ‘diritto a manipolare e plagiare’ gli altri esseri umani, e non il contrario, purtroppo.

Chi non conoscesse le (non-)qualifiche e i trascorsi di Maurizio Alessandrini, potrebbe pensare che, se costui parla di salute mentale e di capacità di intendere e volere, debba essere uno psichiatra. Il disorientamento subentra invece repentino nel momento in cui, con un considerevole balzo acrobatico, l’ex ragioniere in pensione si improvvisa addirittura giurista. Che sia divenuto d’un tratto una sorta di tuttologo?

Vediamo cosa ha detto suo figlio Fabio qualche anno fa a tal proposito:


Il seguito dell’articolo ripropone le solite tesi «anti-sette», trite e ritrite, che non ci arrischieremo nemmeno a commentare poiché sono già state oggetto di ampie trattazioni e confutazioni da parte di accademici e di esperti (veri) di religioni, sette e movimenti religiosi, tanto quanto dagli analisti della fenomenologia dei movimenti «anti-sette».

Ciò che però ha carpito la nostra attenzione è come un ex ragioniere vada discettando di abusi psicologici, di integrità psichica, di personalità, di problemi relazionali, di condizionamento emozionale affettivo, di perdita della capacità critica, ecc. Tutti aspetti e fattori che afferiscono evidentemente al campo della psicologia, la quale viene definita dal vocabolario Treccani come «scienza che studia la psiche, che analizza i fenomeni e i processi psichici». Il lemma enciclopedico della medesima opera specifica ulteriormente che la psicologia tratta «i processi psichici, coscienti e inconsci, cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, pensiero ecc.) e dinamici (emozioni, motivazioni, personalità ecc.)».

La domanda sorge spontanea: perché la psicologa «anti-sette» Lorita Tinelli non è saltata al collo di Maurizio Alessandrini gridando all’abuso di professione di psicologo, come usa fare sin troppo spesso? E sì che l’usurpazione dell’ambito di competenza è lampante. Oppure, data l’amicizia che li lega, perché non gli ha almeno fatto pubblicamente osservazione mettendo in luce l’incongruenza del suo agire e l’impropria invasione di campo?

E perché la redazione di «Ananke News» ha lasciato correre, sebbene sia costituita da figure che possono invece accampare delle competenze specifiche nell’ambito della pedagogia e della psicologia?

Evidentemente, fa più comodo lasciar mano libera a chi non ha mai studiato seriamente i meccanismi della psiche ma vuole ammantarsi di una presunta conoscenza degli stessi per corroborare tesi controverse ai danni di gruppi minoritari.

Ulteriore menzione andrebbe fatta per il modo come l’ex ragioniere della Provincia di Rimini si improvvisa anche giureconsulto: «Dopo l’abrogazione dell’art. 600 del c.p. (Reato di plagio) avvenuta nel giugno 1981, si è creato un vuoto normativo con conseguente vuoto di tutela». A parte il fatto che l’articolo era il 603 (approvato con Regio Decreto del 19 ottobre 1930, in pieno periodo fascista) e non il 600 («riduzione in schiavitù»), il presidente di FAVIS dovrebbe spiegare con quale criterio egli ritiene se stesso superiore per capacità di valutazione a un collegio giudicante di magistrati della Corte Costituzionale (sic!) e per giunta con un’unica, lapidaria frase a fronte di un’intera, organica e argomentata sentenza. Noi non siamo riusciti a darci una spiegazione di tale sbalorditivo fenomeno.

Conclude Maurizio Alessandrini la sua trattazione con questa frase:

Nel frattempo inquirenti e investigatori debbono procedere all’individuazione dei reati – singoli o plurimi – connessi alle varie casistiche settarie.

Si riferiva forse alla condotta posta in essere da lui medesimo con quel suo articolo, che rasenta l’abuso della professione di psicologo?

Si riferiva invece al «settarismo» evidenziato dai suoi stessi compari «anti-sette»?

Si riferiva alla disinformazione e alla manipolazione dei fatti messa in atto mediante la propaganda ideologica contro individui e associazioni «non conformi» alle sue vedute?

Oppure si riferiva ai soprusi familiari raccontati proprio da suo figlio Fabio, dai quali quest’ultimo fu costretto a fuggire vent’anni fa?


Non è dato sapere a cosa si riferisse davvero: l’unica cosa evidente è la solita, certificata, disarmante contraddittorietà «anti-sette».

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