sabato 1 dicembre 2018

Genesi di un militante «anti-sette»: Lorita Tinelli e… una vendetta d’amore?

La figura di Lorita Tinelli, psicologa «anti-sette» del CeSAP, emerge di frequente nei vari post del nostro blog che trattano delle diverse ingiustizie commesse dai militanti contro i movimenti spirituali «non tradizionali». Di fatto, e come lei stessa ama raccontare ai mass media, l’attività lavorativa della Tinelli negli ultimi vent’anni è stata per la gran parte ipotecata dalla propaganda contro tutti i gruppi religiosi minoritari, con particolare attenzione ai Testimoni di Geova. Con l’andar del tempo, il CeSAP è poi diventato parte di un piccolo gruppo di associazioni italiane (che solo pochi giornalisti hanno il coraggio di descrivere per ciò che sono e fanno veramente) entrate nell’orbita della controversa FECRIS (un’organizzazione europea votata al contrasto continuo e intollerante verso la religiosità non convenzionale, finanziata dal governo francese) e divenute dalla fine del 2006 collaboratori della «polizia religiosa» SAS (la «Squadra Anti-Sette» del Ministero dell’Interno).

In molti si sono domandati la ragione di tanto astio da parte di Lorita Tinelli: un odio tanto costante e inflessibile da venire declinato quasi giornalmente in dichiarazioni ed articoli denigratori pubblicati sui suoi siti Internet, sui mass media di mezzo paese, su Facebook, in eventi pubblici, ecc.: mai una parola di riguardo, di rispetto, di comprensione, di curiosità genuina per le diverse rappresentazioni del divino o ricerche della spiritualità personale, mai un sincero apprezzamento per gli sforzi delle diverse congregazioni di integrarsi con la società o di contribuire ad un miglioramento delle comunità in cui si sono insediate. C’è spazio solo per testimonianze di apostati inviperiti, storie allarmanti (ma dalla dubbia attendibilità) che sovente vengono del tutto ridimensionate, accuse infamanti, recriminazioni e quant’altro.

Come giunge una psicologa, laureatasi appena pochi anni prima, ad autoproclamarsi «esperta» di «sette» tanto da fondare e dirigere un «centro studi» come il CeSAP focalizzato sin dai suoi primordi sul contrasto ai nuovi movimenti religiosi? Di fatto, tale «specializzazione» per Lorita Tinelli è addirittura precedente alla fondazione della sua associazione «anti-sette», se si considera che già nel 1998, per l’Editrice Vaticana, aveva dato alle stampe un libro con l’inequivocabile titolo «Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova».

Dunque per Lorita Tinelli è stato assai breve il passo fra la laurea e l’attività di militante contro i «culti distruttivi» o «culti abusanti», come lei ama definire le nuove religioni riconosciute tali da esperti accademici di mezzo mondo o anche da interi governi nazionali (eclatante il caso della Soka Gakkai, confessione religiosa dotata di un’intesa addirittura con il governo di un paese a stragrande maggioranza cattolica come il nostro, ma «setta criminale» secondo i più facinorosi sostenitori e collaboratori del CeSAP, amici della psicologa pugliese, come Toni Occhiello).

In una parola: perché?

Troviamo la risposta nel quarto libro dell’Eneide, verso 412 («Malvagio Amore, che cosa gli animi mortali non spingi a fare!»), a cui risaliamo partendo da una traccia che ci lasciò in un commento, più di un anno fa, un utente del nostro blog:


Di tale indizio avevamo avuto un primo riscontro da persone che avevano conosciuto la Tinelli da studente universitaria, ma una conferma piena, rotonda e assolutamente autorevole ce l’ha fornita la stessa psicologa qualche giorno fa in un’intervista andata «in onda» su una radio online amatoriale. Ecco l’estratto:


Quando studiavo ancora all’università avevo una persona carissima che ha iniziato a frequentare un gruppo chiuso, un gruppo totalitario. Io conoscevo molto bene questa persona nelle sue passioni, nei suoi interessi, e anche nelle sue fragilità. E sono state queste il punto diciamo d’ingresso in questa nuova esperienza. Ho visto questa persona nel giro di pochissimo tempo cambiare completamente…

E chi può essere «una persona carissima» che Lorita conosceva «molto bene (…) nelle sue passioni, nei suoi interessi, e anche nelle sue fragilità»? Forse un familiare, ma difficilmente non se ne saprebbe nulla dopo vent’anni di intensa attività «anti-sette». L’unica ipotesi plausibile è quella dell’amicizia profonda, oppure… della relazione amorosa. Questo conferma completamente l’indiscrezione.

In parole povere: Lorita Tinelli aveva un fidanzato di cui era molto innamorata, il quale ha deciso di lasciarla e di rompere la propria relazione per seguire un gruppo religioso.

Quale gruppo religioso? Basta vedere chi ha cominciato sin da subito ad attaccare la psicologa pugliese ancora prima di fondare il CeSAP, astutamente coinvolgendo chi poteva avere il massimo interesse nel sostenerla (un certo clero intransigente) e da lì in poi trasformando assieme ai suoi collaboratori in una sorta di business la propaganda «anti-sette»: i Testimoni di Geova.

Da quel periodo in poi, come lei stessa racconta nell’intervista di qualche giorno fa, Lorita Tinelli è stata indottrinata contro le nuove religiosità da un altro psicologo che in quei tempi era noto, oltre che per l’etilismo, anche per le sue discutibili tecniche di spionaggio ai danni dei gruppi religiosi minoritari da lui ritenuti «pericolosi», Maurizio Antonello, morto suicida a quarantanove anni nel maggio del 2003. Il collega della Tinelli deve avere avuto gioco facile nel predisporla all’odio verso i nuovi movimenti religiosi, considerando il momento di travaglio emotivo di lei, sul quale molto probabilmente egli deve aver anche fatto leva.


In breve tempo, la psicologa Lorita Tinelli si inventa «esperta» di «sette», accampando un mirabolante curriculum, pur non avendo una preparazione accademica seria e concreta in materia di religione o di sociologia ma per lo più un’imbottitura di informazioni «anti-sette» dovute alla frequentazione con il collega Antonello esponente dell’ARIS Veneto, associazione definitivamente cessata da alcuni anni ma anch’essa collegata alla FECRIS nell’ultimo periodo della sua attività.

Ciò rende ancora più speciose, artefatte e strumentali affermazioni come la seguente, in cui la Tinelli tenta di presentarsi come una «studiosa» tollerante ed equilibrata:


Un asserto tanto più inverosimile se paragonato al curriculum discriminatorio e persecutorio evidenziato non solo nel nostro blog, ma anche nelle dichiarazioni di altri studiosi ed ex collaboratori della psicologa «anti-sette».

Lo stesso vale per la presunta qualifica di «esperta» di fenomeni religiosi, mai realmente dimostrata tale a meno che non si debba dare credito a trasmissioni televisive scandalistiche o alla carta patinata stracolma di gossip.

Eppure Lorita Tinelli sostiene di utilizzare sempre il «metodo scientifico»:


Non è chiaro a cosa si riferisca qui Lorita Tinelli, ma basti ricordare (uno su tutti) il clamoroso esempio di superficialità messo in mostra dalla psicologa «anti-sette» in occasione del suo webinar di aprile scorso che ha realmente rasentato la pseudoscienza.

La verità nuda e cruda ci dice invece di un livore profondo, motivato da tutt’altro che un’ispirazione umanistica, caso mai da una ragione certo comprensibile, ma comunque strettamente personale: una delusione d’amore.

Una causa accettabile per un odio tanto viscerale?

Come si può considerare attendibile una presunta studiosa/ricercatrice mossa dal risentimento, quando si esprime su un soggetto così delicato come la scelta religiosa? Come può la magistratura dare credito ad una persona che valuta come negativa l'adesione a taluni movimenti religiosi solo perché un antico fidanzato l'ha lasciata per una scelta religiosa che li ha allontanati? Quanto può dirsi imparziale e onesta una persona che dopo tutti questi anni sta ancora inseguendo la propria vendetta?

Nessun commento:

Posta un commento