Il post che qui riportiamo non è più disponibile online su quel newsgroup (gruppo di discussione), ma ve ne è ancora una copia in Internet (almeno per ora) a questo indirizzo.
Si tratta di un post molto lungo e a onor del vero andrebbe integrato con altri post che si sono susseguiti nel recente periodo, tuttavia vale davvero la pena di leggerlo tutto per avere un’idea concreta di quanto il mondo degli «anti-sette» sia contraddittorio, litigioso e inconcludente.
Comprendiamo la perplessità dell’utente che ci ha segnalato il post rispetto alla profonda sfiducia che una simile cronistoria può suscitare in persone interessate a comprendere più da vicino (e con atteggiamento critico) il mondo dei movimenti spirituali, delle minoranze religiose o delle «sette», vuoi per mera curiosità vuoi per precipue esigenze personali. Tuttavia, va riconosciuto alla dott.ssa Po il merito di aver mostrato il vero volto di taluni esponenti «anti-sette» e, come la prof.ssa. Raffaella Di Marzio, anche di aver ammesso dei propri errori di valutazione. Atteggiamento diametralmente opposto rispetto a quello di Lorita Tinelli, Sonia Ghinelli, Maurizio Alessandrini e gli altri rappresentanti del fronte «anti-sette» che si fa scudo dietro la «Squadra anti-Sette» (SAS) dipendente dal Ministero dell’Interno. Un fronte a nostro parere giustizialista che non ammettono né dialettica né osservazioni, tantomeno contempla l’autocritica o esami di coscienza.
Segue il testo integrale del post.
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