martedì 10 luglio 2018

Aggiornamento breve - come opera AIVS: accuse fasulle e prove zero

Torniamo a parlare di AIVS perché le loro attività in Facebook (e quindi le loro dichiarazioni pubbliche, che si sommano a quelle diffuse tramite TV e stampa) sono sempre estremamente rilevanti per dimostrare l’operato «anti-sette».

In questo specifico caso, focalizziamo un piccolo ma – a nostro parere – significativo esempio del modo in cui i «numerosi personaggi» (come amano definirsi i tre dirigenti) responsabili di AIVS formulano accuse anche gravi ai danni di un’intera confessione religiosa che conta decine di migliaia di fedeli nel solo territorio italiano.

Riportiamo dunque qualche stralcio di una discussione di metà maggio scorso, seguita ad un post in cui Toni Occhiello prendeva di mira uno dei suoi bersagli politici preferiti e sviluppatasi sul filone dell’otto per mille.

Nell’esordio, un altro utente (Stefano Martella, apostata e – manco a dirlo – oppositore dei Testimoni di Geova) fa presente di avere appena scoperto che l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, avendo stipulato l’intesa con il governo tre anni fa, gode ora dell’opportunità di ricevere l’otto per mille dell’IRPEF:


Francesco Brunori (alias «Italo») e Toni Occhiello colgono la palla al balzo: il primo per esprimere la propria invidia e per ribadire lo stato di miseria in cui si troverebbe AIVS, il secondo per reiterare con malizia le sue recriminazioni ai danni del movimento religioso di cui ha fatto parte per trent’anni.


Si noti che Occhiello non si limita al solito repertorio di cattiverie; in tal caso, rincara la dose con un’accusa non da poco: i proventi dell’otto per mille verrebbero inviati «direttamente in Giappone».

Vediamo se e come viene circostanziata tale accusa che va a incidere su un gruppo religioso radicato in Italia ormai da quarant’anni.

Tanto per cominciare, Occhiello non si fa scappare l’opportunità di usare qualche parola pesante o cruenta, che lasci un che di torbido nel pensiero del lettore (nella fattispecie, «truffa»). È poi Brunori a ricamarci sopra, prendendo di mira uno degli esponenti di maggior spicco della Soka Gakkai in Italia, Roberto Minganti:


Ci domandiamo da quale fonte costoro abbiano tratto tale informazione che peraltro, anche ammesso (ma decisamente non concesso) che sia vera, sarebbe del tutto tutelata dalla privacy in quanto «dato sensibile» perché afferente alla sfera finanziaria personale del soggetto. L’unico fatto certo, sin qui, è che tale affermazione da parte di Brunori è del tutto autoreferenziale e destituita di qualsiasi elemento di prova.

Sarebbe come se noialtri si volesse affermare che Brunori e Occhiello navigano nell’oro e accedono a fondi esteri non dichiarati al fisco italiano: chiacchiere da bar, nulla di più.

Nel seguito, c’è anche spazio per le consuete teorie da «cospirazione» e «spionaggio» cui Toni Occhiello ama spesso dar voce nei suoi post; fra queste, però, viene nuovamente ribadita la tesi del flusso di liquidità dall’Italia al Giappone:


Tornando con i piedi per terra, un interrogativo che ci poniamo è questo: Occhiello è realmente sicuro che l’otto per mille sia già stato erogato alla Soka Gakkai? Anche tenendo conto che l’intesa è stata stipulata appena tre anni fa (Maggio 2015)? A noi pare decisamente improbabile.

Secondo il sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le prime preferenze dell’otto per mille alla Soka Gakkai possono essere state specificate (da parte di fedeli e simpatizzanti) nella dichiarazione dei redditi del 2017 (per l’esercizio fiscale 2016) in quanto la legge per l’attuazione dell’intesa sotto questo aspetto è stata promulgata in giugno 2016. In considerazione di tali fatti, quando quei fondi saranno stati effettivamente erogati?


Occhiello sembra molto sicuro delle proprie informazioni, ma allora perché non cita fonti ufficiali come abbiamo fatto noi nel paragrafo precedente?

Ecco la risposta a questa domanda, postagli peraltro anche dall’utente che ha inizialmente sollevato l’argomento:


La risposta, davvero eclatante viste le accuse precedenti: «NON lo sappiamo».

Esatto, questa è l’unica risposta reale e veritiera: parla di fatti che non conosce.

Ma il corollario di Brunori è anche più sbalorditivo:


Verrebbe da domandare: non li ha proprio sfiorati il dubbio che gli introiti dell’otto per mille non sono nel bilancio semplicemente perché non sono stati ancora erogati e quindi incassati? No, troppo semplice.

Forse Occhiello ha fiutato la magra figura che lui e il suo socio stavano facendo? Di fatto, cercando un qualche straccio di riferimento ufficiale, ha finito per aggrapparsi a un articolo dello statuto della Soka Gakkai che non ha alcunché a che vedere con l’argomento:


Lo statuto parla di «estinzione» dell’associazione: se proprio la si vuol buttare sull'utilitarismo, anche nella prospettiva più maliziosa, non avrebbe alcun senso l’ipotesi che la Soka Gakkai possa deliberare la cessazione delle attività proprio nel momento in cui sta iniziando a percepire i fondi dell’otto per mille!

Insomma, ben ci si rende conto (e non per la prima volta, ma per l’ennesima) di come le affermazioni di AIVS siano sovente prive di fondamento, accuse vomitate a casaccio e con il solo intento di fare effetto sull’audience.

Quanto, dunque, si dovrebbero ritenere attendibili i rappresentanti di quest’associazione?

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