sabato 3 febbraio 2018

Toni Occhiello, AIVS e la pseudo-informazione a senso unico

Una breve riflessione su un caso alquanto eclatante di come gli «anti-sette» fanno «informazione».

Per la verità, si tratta di un triste, tristissimo esempio della loro pseudo-informazione a senso unico e del modo in cui veicolano odio e allarmismo senza fornire un quadro completo delle vicende che descrivono.

Ecco un post pubblicato la settimana scorsa da Toni Occhiello, principale esponente di AIVS:


In questo post, Occhiello fornisce una propria personale versione della tragedia che ha colpito Sonia Rinaldi, una fedele della Soka Gakkai deceduta per malattia. Inutile dire che il resoconto fatto da Occhiello di una vicenda tanto infelice, oltre a non portare alcun rispetto per i familiari della defunta né il benché minimo riguardo per il loro immenso dolore, come se non bastasse muove delle accuse piuttosto gravi nei confronti delle persone che le sono state vicino nel suo ultimo periodo di vita.

Accuse, come sempre, tutte da provare, tanto più che il post stesso (a leggerlo bene) non dimostra assolutamente nulla che possa far trarre delle ragionevoli conclusioni di una presunta «colpevolezza» della Soka Gakkai nel caso di specie. Al contrario, vi sarebbero persone molto ben informate sulla vicenda di Sonia Rinaldi (per averla vissuta e non per sentito dire) che potrebbero fornire ulteriori elementi a completamento di quel quadro.

Ma Occhiello non sembra affatto interessato a conoscere l’intera storia, a lui è sufficiente poter «collegare» una malattia terminale alla religione seguita da chi purtroppo ne è caduto vittima. Il che equivarrebbe ad accusare il Vaticano per le migliaia e migliaia di casi di cattolici deceduti per tumore che scelgono di non affidarsi a trattamenti tradizionali e scelgono terapie alternative.

Per motivi tecnici non siamo stati in grado di catturarne un’istantanea, ma sappiamo per certo che almeno due persone (ne forniremo le sole iniziali: M.B. e M.V.) avevano commentato quel post manifestando la propria contrarietà allo sfruttamento tanto cinico, impietoso e inumano di una notizia così tragica. Ma quei commenti sono stati censurati, perché scritti da persone che hanno purtroppo vissuto situazioni molto simili a quella oggetto del post: i loro contributi, ancorché veritieri, sarebbero stati sicuramente «scomodi» perché avrebbero contraddetto la propaganda di Occhiello.

Sfruttare e strumentalizzare le disgrazie altrui: è questa la «opera di informazione» svolta dagli «anti-sette»?

2 commenti:

  1. Un post davvero osceno. M.V., quello del commento censurato, è il padre di una ragazza morta di cancro a 26 anni. Questa ragazza è riuscita a regalare - prima di morire - ai suoi genitori, a suo fratello e ai suoi amici una grande forza, una forte dignità. Questa cosa di denigrare anche i morti, purché siano o siano stati membri della SGI (equazione: "la Soka che uccide") l'hanno già fatta in almeno altre due circostanze. Penso ai familiari di questi morti... che incappano nelle oscene e deliranti parole del Presidente dell'AIVS... un'associazione con una sede legale, uno statuto, etc. un soggetto giuridico... o fisico che sia. Non potranno farla franca in eterno.

    RispondiElimina
  2. Gentile utente,
    ti sono grato per questo contributo.
    Continuiamo a raccontare la verità e a far sentire la voce di chi subisce questi soprusi.
    La forza d'animo e la dignità di persone come la figlia di M.V. devono essere di esempio per tutti.

    RispondiElimina