lunedì 22 gennaio 2018

Luigi Corvaglia, lo psicologo «anti-sette», è anche anti-cattolico oltre che anti-religioso?

Che si sia atei è cosa ben più che legittima; asserzione, questa, tanto ovvia da risultare pleonastica.

Ma ingaggiare a tutti i costi una lotta contro la spiritualità solo perché si è atei, è ben altra cosa.

Sarebbe come fare una propaganda di odio contro i vegetariani solo in virtù del fatto che personalmente si ama mangiare carne e pesce e non si potrebbe mai concepire un’alimentazione di diverso tipo.

Eppure, è proprio questo che fanno gli «anti-sette» giorno dopo giorno: mantengono sempre in moto una macchina del fango contro gruppi religiosi o movimenti spirituali a loro invisi, nella speranza (peraltro alquanto vana, stando alle loro stesse affermazioni) che sempre meno persone aderiscano a quelle fedi.

A tal proposito, questa pagina che ha incontrato la preferenza di Corvaglia è alquanto esplicita in quel senso:


Da ateo agguerrito, Corvaglia ha spesso parole ostili e irriguardose non solo verso i nuovi movimenti religiosi, ma anche nei confronti della Chiesa Cattolica e delle sue figure di spicco.

Ad esempio, qui si scaglia contro santa Madre Teresa di Calcutta:


Una cattiveria, la sua, che diventa addirittura un turpiloquio irriverente e dissacrante:


Notare anche il «Mi piace» della socia di Alessandrini, Sonia Ghinelli del FAVIS, sempre sotto le mentite spoglie del controverso pseudonimo Ethan Garbo Saint Germain.

E non è affatto questione di essere cattolici o no, né di essere più o meno appassionati ai Rolling Stones e nemmeno di avere un maggiore o minore senso dell’umorismo: da parte di persone civili e dotate di un minimo di educazione dovrebbe essere sottinteso il rispetto nei confronti di una persona, defunta, che ha rivestito un ruolo di primo piano nella propria congregazione e che tuttora gode della devozione di decine di migliaia di persone facenti parte di una stessa religione.

Ma la scarsità di benevolenza verso le credenze cattoliche è talmente profonda che raggiunge la vera e propria derisione, del tutto priva di considerazione per il fatto di ricoprire un ruolo di divulgatore e di uomo di scienza in quanto presidente di un (sedicente) «centro studi» come il CeSAP:


Anche nel seguente post fa botta e risposta con il suo collega «anti-sette» Maurizio Alessandrini nel dileggiare alti prelati:


D’altronde, il livore di Corvaglia verso i gruppi spirituali non di suo gradimento è tanto radicato da manifestarsi anche in altri modi.

Per esempio, lasciando che un suo amico denigri (o diffami?) gli Hare Krishna nel commento ad un post riguardante uno dei soliti articoli allarmistici contro le «sette»:


«Dovunque vi sono gli Hare Krishna vi è una fregatura»: caspita, che alto livello di scienza e di ricerca! Sarà sulla base di giudizi come questo che è stato scelto Corvaglia per rappresentare l’Italia nella FECRIS (la Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione sul Settarismo), organizzazione tristemente nota proprio per il suo supporto a iniziative discriminatorie?

Di fatto, non c’è da stupirsi che Corvaglia abbia avallato quel commento gratuitamente offensivo nei riguardi di una minoranza religiosa diffusa in tutto il mondo e notoriamente pacifica.

Infatti, troviamo Corvaglia solo qualche mese fa ad un convegno in Siberia con niente meno che Aleksander Dvorkin, fra i principali esponenti proprio della succitata FECRIS, figura controversa e fra i maggiori fautori dell’intolleranza e della discriminazione «anti-sette» nell’Est europeo; un consulente del governo Putin che qualche anno fa propose addirittura di mettere al bando in Russia la versione Hare Krishna del Bhagavad Gita (leggendario testo sacro della spiritualità indù), in quanto da lui considerato «estremista» rischiando peraltro di scatenare un incidente diplomatico di non poco conto nei rapporti fra Russia e India (se il tribunale non avesse respinto l'istanza alimentata dalle sue pressioni ideologiche).


La linea dottrinale di Corvaglia non dev’essere molto distante da quella tirannica di Dvorkin, tant’è che lo psicologo pugliese qualche tempo fa ha scritto, riferendosi alla propaganda mediatica contro i movimenti religiosi alternativi: «un giornalista ha tutto il diritto, in base alla propria idea di chi sia più affidabile, di decidere a quale fonte attingere». Vale a dire: quello che conta non sono l’attendibilità oggettiva delle informazioni o i criteri di selezione delle stesse, quello che conta sono le «preferenze» del giornalista.

E questa sarebbe l’accuratezza dell’informazione di cui parlano certi esponenti «anti-sette»?

4 commenti:

  1. https://cesnur.net/wp-content/uploads/2018/08/tjoc_2_4_6_dimarzio.pdf

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    1. Molto interessante ed utile, da leggere con tutta l'attenzione che merita.
      Grazie per il suo contributo.

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  2. centinaia di abusi sui bambini, tutto ammesso da Iskcon, un capo banda che inneggia ad Hitler ........ magari documentarsi un po di più aiuterebbe a capire meglio il fenomeno Hare Krishna .....

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    1. Se lo dice un anonimo che né si qualifica né circostanzia... non possiamo che crederle sulla parola!
      Facezie a parte, documentarsi è un conto, abboccare alla propaganda mediatica è ben altro.
      Mi domando se lei abbia realmente letto o meno il post che commenta.

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