giovedì 25 gennaio 2018

Gli «anti-sette»: tutti contro tutti e nessuno per la pace?

Gli anti-sette non finiscono mai di smentire se stessi, come si è visto più e più volte (basta consultare la sezione «Contraddizioni» di questo blog), e per dirla tutta nemmeno di smentirsi l’un l’altro.

Molto spesso, infatti, ci troviamo a riferire di come costoro litigano l’uno con l’altro per accattivarsi un loro seguito contendersi il «palcoscenico» mediatico di trasmissioni trash, articoli scandalistici o riviste di gossip; i loro scambi di accuse talvolta sono furenti, altre volte scadono nella scurrilità e nella sconcezza. A questo proposito, è sufficiente leggere i post della sezione «Beghe e litigi» di questo blog.

Proprio qualche giorno fa si è verificato un altro curioso caso di contrapposizione fra «anti-sette».

Ecco come Laura Fezia, accanita demolitrice di tutto ciò che è cattolico e sostenitrice del CeSAP di Lorita Tinelli, si fa beffe di Annalisa Colzi, una «anti-sette» allineata con le frange cattoliche estremiste:


Sì, proprio la stessa Annalisa Colzi che si scaglia contro Raffaella Carrà per la sua (celeberrima) canzone «Tanti Auguri»:


Figurarsi: un divario insanabile fra le due posizioni, sono un’assoluta antitesi ideologico-culturale.

Eppure, sull’osteggiare le «sette» si trovano affatto d’accordo.

Ad esempio, qui la Colzi annuncia anatemi contro varie dottrine fra cui, addirittura, lo Yoga:


E qui la Fezia a collaborare con una (ora defunta, ma tuttora famigerata) associazione «anti-sette» già dal lontano Novembre del 2003:


D’altronde, l’insegnante torinese di «tecniche energetiche» (tecniche energetiche? lo sapesse la Colzi, chissà cosa direbbe…) non ha mezzi termini sulla Chiesa Cattolica; qui solo un post preso ad esempio (ma ve ne sarebbe un’infinità):


Dal canto suo, la Colzi assieme al GRIS (il cattolicissimo Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa, già Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette) si scaglia proprio contro le «pratiche alternative», altra denominazione peraltro del tutto generica per qualcosa di non meglio definito, ma evidentemente considerato «di serie B».


E via discorrendo, gli esempi di intolleranza sarebbero ben più numerosi.

In parole povere, ancora una volta il gruppetto degli «anti-sette» italiani si presenta contraddittorio e frazionato, oltre che evidentemente estremista nelle rispettive posizioni.

Siamo sicuri che lo Stato Italiano dovrebbe fare affidamento su costoro per promuovere una cultura della pace?

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