lunedì 16 ottobre 2017

STORIA / 2. Ancora sul background e l’attendibilità dei gruppi «anti-sette»

Proseguiamo il racconto delle diatribe fra gli «anti-sette», che mentre mostrano quanto sia profondo il solco e il discrimine fra i presunti (sedicenti) esperti e gli studiosi (accademici) veri i cui pareri contano realmente e sono meritevoli di avere seguito presso le autorità.



Quanto riferito nella prima parte di questo resoconto, sarà potuto sembrare frutto di un «periodo caldo» o di un «momento difficile», ma circoscritto, nel cammino delle associazioni «anti-sette» in Italia. Non è così.

Gli anni successivi (dalla seconda metà del 2008) vedono invece infuriare aspre contese ormai espresse non più soltanto sulle pagine di siti Internet, ma anche nelle carte bollate scambiate a suon di denunce fra i rispettive contendenti; anzi, le rispettive contendenti.

Al centro dei conflitti, figura cardine su cui s’imperniano livori, antipatie, inimicizie, litigi, contrasti, invidie e carognate, è sempre Lorita Tinelli e la sua creatura, il CeSAP di Bari.

Tant’è che fra ottobre e novembre 2008 si assiste a un vero e proprio moto di protesta nei suoi riguardi espresso, fra gli altri, da un newsgroup su Google e altrove:





Tali reazioni sono per lo più dovute all’influenza (o, forse, ingerenza) esercitata da Lorita Tinelli nell’indagine a carico del gruppo Arkeon e del suo fondatore Vito Carlo Moccia, in seguito confluita in un processo conclusosi solo di recente con l’unica conferma della condanna del Moccia per abuso della «professione di psicologo», mentre tutte le altre (tanto numerose quanto pruriginose) accuse sono state completamente smantellate in sede giudiziaria. Di questo argomento si occupa il già citato blog, molto ben documentato, Pensieri Banali.

Qualche mese prima, infatti, il sito Internet della prof.ssa Raffaella Di Marzio, fino ad allora una stimata professionista logicamente iscritta all’ordine degli psicologi, era stato oggetto di sequestro da parte della Questura di Bari proprio a causa delle denunce della Tinelli e delle sue pressioni sulla magistratura. Di questo lato della storia viene ampiamente dato conto nel blog Il caso Arkeon.





Ma le idiosincrasie intorno a Lorita Tinelli non si esprimono solo contro Arkeon e contro la prof.ssa Di Marzio, «colpevole» di aver voluto studiare in modo serio e approfondito, senza pregiudizi e seguendo una metodologia scientifica, quella singolare associazione che pareva voler mischiare la psicologia e la filosofia.

Infatti, l’aggressione legale contro Silvana Radoani, un’altra studiosa attiva da anni nel mondo dell’informazione e della denuncia sui movimenti religiosi, prosegue per anni e si trascina fino alla primavera del 2016 (maggiori dettagli sul blog della diretta interessata), nonostante sin dall’inizio l’autorità giudiziaria avesse accertato la assoluta insussistenza di notizie di reato:




Ecco un esempio lampante di spreco di denaro pubblico: per risentimenti e livori personali Lorita Tinelli impegna la forza pubblica al fine di aggredire le sue ex amiche e colleghe, ma pressoché invariabilmente le sue accuse si rivelano infondate.

Tornano in mente le diatribe di qualche anno prima, come per esempio quella fra Patrizia Santovecchi e il gruppo di Achille Lorenzi, gestore del principale sito contro i Testimoni di Geova in Italia. Ancora una volta, ecco però chi era, in realtà, al centro di quelle fratture:






D’altro canto, in quel periodo Lorita Tinelli sembrava essersi accanita contro il fronte dei critici dei Testimoni di Geova. Ecco infatti cosa scriveva alla sua mailing list:





Insomma, ne aveva davvero per tutti. A onor del vero, ne ha sempre da dispensare a destra e a manca quando si tratta di accuse, frecciate, invettive e recriminazioni.

Da notare alcuni tratti comuni: l’accento posto sulla bontà dei titoli e delle qualifiche delle colleghe o ex colleghe della Tinelli, e le accuse di «plagio» (copia non autorizzata) delle proprietà intellettuali del CeSAP. Da cui deriva l’ossessione di dover «smascherare» altre persone, specialmente se si tratta di figure che ella possa percepire come «concorrenti».

Proprio quelle stesse direttrici lungo le quali si sviluppa l’accurata analisi effettuata dal blog Il curioso caso Tinelli [link] a proposito del curriculum della psicologa di Noci (BA).

2 commenti:

  1. I movimenti antisette italiani paiono l’espressione moderna del ben noto pettegolezzo di paese. Lorita Tinelli, pettegola professionista e regolarmente iscritta all’ordine, prende di mira vittime casuali che accusa di azioni inesistenti, fabbricando complicati seppur fasulli scenari di depravazione.

    Basta leggere le testimonianze riportate sui blog menzionati in questo post per rendersene chiaramente conto. Appare anche ovvio il netto contrasto tra l’inettitudine della ricerca e del risultati assolutamente inconsistenti della Tinelli e del CeSAP rispetto alle conclusioni di ricercatori ben più titolati e intellettualmente onesti. Da una parte abbiamo il pettegolezzo sistematizzato e continuo, trasferito a forza sulle pagine dei media e nelle aule di tribunale, per poi essere regolarmente smentito.

    Dall’altra vediamo conclusioni ben più moderate e realistiche che dipingono scenari documentati e tangibili. Ricerche che constatano come la diffusione dei nuovi movimenti religiosi sia la naturale evoluzione di una cultura diventata inter-razziale e inter-confessionale.

    Alcuni potrebbero argomentare che i movimenti anti-sette come il CeSAP siano una versione moderna dell’inquisizione. Ma questo darebbe loro un’autorevolezza che non hanno e indurrebbe a credere che il loro operato abbia inciso in qualche modo sulla cultura italiana.

    Tutto quel che sono riusciti a fare è conquistare l’attenzione occasionale di alcuni media scandalistici e consenzienti e di qualche politico in cerca di consensi. Il reale seguito “popolare” è inesistente. I pochi casi di “abuso” da loro raccolti si configurano in normali situazioni di tensione nei rapporti interni alle famiglie oppure sono riconducibili a beghe tra ex-colleghi che di nuovo mettono in evidenza come il pettegolezzo sia l’unica merce di scambio offerta da Lorita Tinelli e i suoi accoliti.

    Mi meraviglio in effetti che ci siano funzionari dello stato disposti a prestare orecchio a queste dicerie e che siano pronti a spendere i soldi del contribuente per dare la caccia ai mulini a vento, quando il nostro Paese ha ben altre priorità e necessità.

    A cominciare dai seri problemi di integrazione multi-razziale che dovrebbero essere tra l’altro anche tra le priorità degli operatori sociali come Lorita Tinelli.
    Tuttavia questo non è un mondo perfetto e nell’Italia degli sprechi e delle clientele c’è un posto naturalmente anche per il CeSAP e i suoi seguaci come pure per un nucleo di “polizia religiosa” che ha connotati chiaramente anticostituzionali.

    Vito Paletti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Vito e benvenuto nel nostro blog.

      Mi pare che la tua riflessione sia alquanto forte ed espressa senza mezzi termini.

      Scrivi: «l’inettitudine della ricerca e del risultati assolutamente inconsistenti della Tinelli e del CeSAP».
      In effetti la vicenda giudiziaria di Arkeon è un esempio eclatante delle tue considerazioni, come viene appunto ben descritto (e documentato: poche chiacchiere e molta carta che «canta») nei blog Il caso Arkeon (https://ilcasoarkeon.wordpress.com) e Pensieri Banali (http://pensieribanali.blogspot.it).

      Scrivi: «nell’Italia degli sprechi e delle clientele c’è un posto naturalmente anche per il CeSAP».
      Vero, infatti credo sia proprio questa la vera chiave di lettura che soggiace a tutto il brulicante sottobosco degli «anti-sette»: personaggi che non saprebbero occuparsi in altre professioni e che hanno bisogno di crearsi clienti (e soprattutto finanziamenti) a suon di allarmismo giustificando le proprie «attività» con notizie scandalistiche.

      Diversamente, come mostra la loro faciloneria che sarebbe del tutto incompatibile con il mondo del lavoro di tutti i giorni, non avrebbero speranza di produrre reddito.

      Elimina