giovedì 2 novembre 2017

Aggiornamento breve - Lorita Tinelli e la competenza da riscoprire

Probabilmente obietterà che i suoi detrattori stanno lì, in agguato, attenti a scorgere se «si mette le dita nel naso» (parole sue, da un post del 4 Ottobre scorso).

Fatto sta che da un personaggio come lei, che si atteggia ad esperto di fenomeni sociali delicati come i movimenti religiosi e che si vanta di venire chiamata a parlare in TV e a scrivere per «tre case editrici» alla volta, ci si potrebbe ragionevolmente aspettare un eloquio ben differente (non già nelle sue faccende private, ma nelle questioni di interesse pubblico che lei per prima mette in evidenza, apertamente, nel proprio spazio Facebook).

Invece, ecco come si esprime la scrittrice «anti-sette» (qualcuno dovrebbe spiegarle perché si mette l’accento sulla terza persona singolare del verbo «dare» e perché «asservire» è un verbo transitivo, dunque caso mai si sarebbe dovuta usare la sua forma riflessiva «asservirsi» se non il più semplice verbo «servire» o la locuzione «essere servo di»):



Con questo aggiornamento si è voluto esordire a metà fra il serio e il faceto (anche se, per dirla tutta, vilipendi alla lingua italiana vengono ben descritti nei due blog de «Il Curioso caso Tinelli»). Tuttavia il post qui sopra evidenziato mette in luce (come d’altronde sottolineano anche questi strafalcioni) uno stato d’animo come minimo irrequieto se non addirittura burrascoso.

Al momento, non risulta che l’assessora del piccolo comune pugliese abbia snocciolato nomi e cognomi degli avvocati a suo dire «rei» di aver difeso o di difendere dei cittadini accusati di aderire a un credo ritenuto discutibile. Lo farà? Oppure questa sua boutade finirà, come molte altre, nel vuoto di un immenso dimenticatoio?

Inoltre: perché nell’ultimo paio di settimane Lorita Tinelli sta facendo sforzi immani per dimostrare una propria importanza o la sua asserita qualifica quale «esperta di sette»? Forse proprio perché questo blog ha impietosamente acceso i riflettori sull’insussistenza di una reale, concreta e comprovata preparazione in materia?

Forse perché l’equazione «psicologo = profondo conoscitore di movimenti religiosi alternativi e/o dei fenomeni spirituali che conducono all’affiliazione ad un movimento o “setta”» non regge affatto di per sé e rappresenta un’indebita premessa per l’usurpazione di un ruolo sociale che spetta a studiosi e professionisti di ben altra caratura?

A questo riguardo, risulta quasi illuminante – se non premonitore – un post di molto tempo fa scritto proprio da Lorita Tinelli, nel periodo in cui si scagliava contro Silvana Radoani e Patrizia Santovecchi (ma – si noti bene – sempre «senza entrare nel merito delle persone citate»):



Tornando all’oggi, a distanza di undici anni e mezzo, il quesito si ripropone inesorabile: perché la psicologa del CeSAP si abbandona a reazioni tanto irose e scomposte da sconfinare nella diffamazione e nella calunnia, come (solo una ad esempio) questa ai danni di un non meglio identificato «Pietro» contro cui si scaglia in data 21 Settembre scorso?


Da notare che quel commento è stato rimosso: forse la Tinelli si è improvvisamente resa conto di aver commesso un illecito, accusando un’associazione (non un singolo individuo - si tenga presente che la responsabilità penale è sempre individuale) di una condanna che non ha mai ricevuto nei diversi gradi di giudizio e fino in Cassazione (ossia esattamente il contrario di quanto lei asserisce pubblicamente)? Forse la sua ira era stata difficile da controllare tanto che l’aveva resa un «leone da tastiera»?

Di più si dirà nei prossimi post di questo blog: molto vi è ancora da scandagliare per portare alla luce altre verità.

O, per dirla come la Tinelli, che se ne parli… «sempre e ovunque»!





Aggiornamento del 10 Novembre 2017

Ci sarebbero da aggiungere svariati altri «po’» con l’accento invece che con l’apostrofo (ma guarda che strano… sarà una sorta di «lapsus calami» di stampo freudiano rispetto allo stesso termine senz’accento e con la maiuscola?), ma nel frattempo segnalo anche questi altri strafalcioni della Tinelli e dei suoi colti amici…


- Rosati: «l(')avvallo dello stato»: che si riferisse all'irregolarità dei fondi stradali?
- Tinelli: «Stefano, come non darti torto»: che c’entra il «non»?
- Rosati: «ci si avvalla di esperienze»… ancora? Be', stavolta forse intendeva dire «ci si avvale», ma in ossequio (o per assonanza?) a coloro che «si asserviscono» alle sette, si è coniato uno strano neologismo…
Allegria!

5 commenti:

  1. Sì, e fra l'altro la dottoressa dovrebbe informare i suoi seguaci che il suo interesse a proposito di sette è nato quando è stata abbandonata a due passi dall'altare da un fidanzato Testimone di Geova. Prima di allora non se ne era mai "occupata"!

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    1. Gigi, questo è a dir poco interessante.
      Puoi dirci di più in proposito?

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    2. claro que sì
      però non qui
      vi scrivo in pvt

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  2. Prendo spunto dal commento che cita un fatto molto rilevante. Infatti, alla luce di tale informazione, credo che ci troviamo di fronte a un caso di “disgrafia sentimentale”. L’incapacità di coordinare frasi coerenti a seguito di uno shock emotivo. E’ una condizione riscontrabile in casi molto rari, ma chiaramente evidenziata in qui dalle reazioni che non sono giustificate dal contesto.
    In effetti, ne abbiamo una conferma indiretta se osserviamo la matrice dell’interesse di Lorita Tinelli per le cosiddette “sette”. Un interesse furibondo e morboso nato all’improvviso, senza nessuna giustificazione precedente. E il fatto di essere stata lasciata, a due passi dall’altare, dal fidanzato che, guarda caso, era proprio Testimone di Geova, ci offre tutte le spiegazioni di cui potremo mai avere bisogno. Si tratta di un evento che evidentemente ha lasciato un vuoto in Lorita, forse incolmabile, che ha portato a una condizione degenerativa.
    “Non c’è furia dell’inferno peggiore di una donna respinta…” scriveva William Shakespeare. Una frase che calza a pennello su Lorita Tinelli che d’inferno se ne intende e che ancora brucia dalla voglia di spegnere la bufera che le ottenebra l’intelletto. Un altro poeta inglese, William Congreve, ha ripreso lo stesso concetto ampliandolo e ha scritto: “Il cielo non conosce ira pari all'amore che si trasforma in odio, né l'inferno una furia pari a una donna respinta.”
    Se c’è mai stato amore in Lorita Tinelli, ora c’è solo odio. Un rancore per il paradiso perduto e la furia per una vita da inferno a cui le stessa si è condannata. E sarebbe questa la nostra esperta di religione? Di nuovi movimenti religiosi? O forse stiamo parlando di un altro genere di movimenti?

    Lucia Grazioli

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    1. Wow! Lucia, un commento (a dir poco) schietto!
      Il tuo parere suona come una via di mezzo fra una psicoanalisi, una diagnosi e un’esegesi.
      Purtroppo non si può che condividerlo, credo proprio che la tua opinione sia la stessa di molte altre persone che però non hanno il coraggio (o anche solo l’opportunità) di esprimerlo.

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